L'Ecotrail di Monte Pellegrino, svoltosi lo scorso 22 marzo 2015 alla sua 8^ edizione, è stato gravato, nel suo post-gara, da una serie di polemiche innescate da un post scritto con acrimonia da Giuseppe Cuttaia, Presidente della ASD Panormus, in cui esprime delle lamentele veementi e, in definitiva, strumentali per la penalizzazione da parte dei Giudici di Gara di un suo iscritto (Nino Camarda), a causa della scarsa visibilità del pettorale, in contrasto con una specifica norma del regolamento di gara.
Aldo Siragusa, alla guida di ASD SportAction e organizzatore del Circuito Ecotrail Sicilia, passata la maggiore intensità della polemica, a mente serena, analizza il post di Giuseppe Cuttaia, primum movens della accesa discussione che ha fatto seguito, e ad ogni punto risponde serenamente.
Un post scritto con il cuore e con il cervello che cerca di riportare tutti ad una visione maggiormente sportiva e di fair play: a volte si dimenticano questa qualità essenziali e ci si lancia nella polemica, perdendo di vista i punti essenziali e soprattutto la verità e il reale stato delle cose.
Le parole di Aldo Siragusa, auspicabilmente, dovrebbero riportare tutti con i piedi per terra e ad una visione dellro sport preferitopiù serena.
(Aldo Siragusa) E' arrivato il momento di rispondere a tutto quanto emerso dal post pubblicato da Giuseppe Cuttaia.
Premetto che ieri mattina mi sono incontrato con Nino Camarda, e, come abbiamo sempre fatto, abbiamo parlato di trail e di tutto ciò che gli gira intorno, prendendo come spunto anche quello che è successo domenica a Monte Pellegrino. Risultato: tutta questa polemica montata da Giuseppe Cuttaia si appoggia sul nulla, Nino l’ha presa male (vorrei vedere chi avrebbe fatto il contrario), ma sa che è solo un gioco, un gioco che ha però delle regole che vanno rispettate. Abbiamo mangiato un cannolo e siamo più amici di prima.
Partiamo dal regolamento, che recita: “Il pettorale deve essere portato sul petto o sul ventre ed essere sempre ed interamente visibile nella sua totalità durante tutta la corsa. Deve essere quindi posizionato sopra tutti gli indumenti ed in nessun caso fissato sul sacco o su una gamba. Gli sponsor non devono essere né modificati, né nascosti”.
Questa norma serve ad evitare che i giudici di arrivo, rincorrendo quelli che passano col pettorale non visibile, non riescano a rilevare l’arrivo di altri atleti che passano in quel frangente.
Prima che adottassimo questa regola, e ci limitavamo ai richiami, erano frequenti i casi di persone che non si ritrovavano in classifica. Adesso capita di rado. Ergo, la regola funziona, ed è utile ai partecipanti.
Per inciso: la fascia per il pettorale ha senso solo in una gara nel corso della quale si ha necessità di cambiarsi la maglia sudata e/o di mettere e togliere indumenti più o meno pesanti per forti escursioni termiche. Nella maggioranza delle nostre gare, non si presenta questa esigenza.
Adesso vorrei analizzare passo passo il post di Giuseppe Cuttaia:
“Con un provvedimento arrogante e smisurato…”: Cosa c’è di arrogante nell’applicazione delle regole? Arrogante invece è chi tenta di sottrarsi alle regole. Perché smisurato? La sanzione è stata applicata esattamente nei termini previsti dal regolamento.
“…oggi il nostro compagno Nino Camarda ben noto e riconoscibilissimo nella maglia nel volto e sempre nelle prime posizioni di classifica…”: la sanzione è stata applicata domenica scorsa a sei atleti e anche ad altri da quando esiste questa regola. Com’è che ti si risveglia l’intolleranza solo adesso che la regola colpisce un tuo atleta? Contesti la regola o il fatto che viene applicata anche a chi porta la tua maglia?
Non è detto che i giudici conoscano i volti di tutti gli atleti, ma, ragionando per assurdo, anche se fosse così, quanto impiegherebbero i giudici a segnare i cognomi dei finisher, anziché i loro numeri? E comunque, che facciamo, quelli che conosciamo li facciamo gareggiare senza numero e gli sconosciuti col numero?
“…ha avuto rigorosamente applicato il regolamento sulla visibilita' del pettorale, regolamento tra l'altro necessario perche non si vuole utilizzare il servizio elettronico di cronometraggio per evidenti motivi di risparmio…”: il risparmio è a beneficio dei partecipanti. Il cronometraggio automatizzato inciderebbe sul costo dell’iscrizione per circa due euro. Ma, a prescindere, finché non ci saranno almeno 500 iscritti, e finché rispettiamo il regolamento, la spesa è superflua.
“…Ringrazio a Aldo Siragusa per continuare a interpretare ancora lo spirito trail a suo uso e consumo!”
Prego, figurati. Di quale spirito trail parli? Sembra che ognuno si sia costruito (tu compreso) una sua idea di spirito trail.
Il mio concetto di spirito trail è quello della valorizzazione del territorio: nei premi e nei pacchi gara trovi sempre prodotti locali, non abbiamo mai preso prodotti da supermercato.
Il mio concetto di spirito trail è quello della cultura: proprio un tuo tesserato, estratto a sorte, assisterà allo spettacolo a “Un Ballo in maschera”, che andrà in scena il 20 maggio al Teatro Massimo.
Il mio concetto di spirito trail è quello della solidarietà: da sempre il Circuito Ecotrail Sicilia si lega a progetti di solidarietà di cui condivide gli obiettivi dando un aiuto concreto.
Il mio concetto di spirito trail è quello che si vede nel Circuito Ecotrail Sicilia.
Negli anni abbiamo sostenuto:
- L’associazione Salam che opera in favore del popolo Saharawi
- Il progetto “Adotta un Pousse Pousse” in favore dei tiratori di risciò del Madagascar,
- Il Centro Regionale Trapianti per la donazione degli organi
- Fratres Palermo per la donazione di sangue
- Il progetto “BEE LIFE”, una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi in difesa delle api e della biodiversità per un’agricoltura senza pesticidi killer d’api e d’insetti impollinatori.
Nel 2015 sposiamo la causa di altri due progetti di solidarietà:
• Sartoria Sociale, progetto di impresa sociale che riunisce stilisti, sarti e amanti del cucito di varie etnie, impegnati nel recycling e upcycling di abbigliamento usato.
• Arrhama, progetto che, attraverso lo sport, si pone l’obiettivo di aiutare le famiglie della periferia di Meknes in Marocco.
Domenica a Monte Pellegrino c’erano oltre 320 persone (cifre reali!!!) che hanno partecipato alla manifestazione unendo diversi approcci di contatto con la natura e col territorio: l’agonista sfegatato, l’agonista blando, il non agonista che corre comunque, il camminatore puro, l’amante delle visite guidate, il bambino inconsapevole che gode di qualcosa che riuscirà a concettualizzare fra tanti anni, il cane abituato a spazi ristretti che si trova nella sua dimensione reale.
Tutti insieme, ognuno col massimo rispetto del personale spirito trail di ciascun altro. Sei libero di seguire il tuo spirito trail personale, ma, ti prego, abbi rispetto per coloro i quali si discostano dal tuo.
Nel resto della discussione ho letto altri commenti dettati da scarsa conoscenza dei fatti, da risentimenti personali, invidia e dalla solita abitudine a lamentarsi perché ci fa sentire (solo sentire) migliori.
Li salto a piè pari per rispondere solo a Enzo La Scala sull'adozione della prova fotografica per la questione dei pettorali (ti ringrazio perché sei l’unico propositivo): la fotografia blocca un solo istante che non ci può dire cosa è successo prima e dopo. Ritengo non sia la soluzione migliore.
A Luisa Balsamo dico che ho inviato anche a lei l’invito per il forum del trail in data 2 gennaio.
Vorrei fare notare che proprio quelli che si lamentano, in quella discussione erano assenti…
Se avessero partecipato a quel forum avrebbero potuto contribuire con delle proposte ma, evidentemente riescono meglio nell'arte della lamentela distruttiva.
Se avessero partecipato a quel forum, saprebbero che è stato deciso che il Pasta-party (a proposito del quale il Cuttaia semina zizzania in un altro sito), non è mai incluso nel costo dell’iscrizione per evitare di farlo pagare anche a chi non rimane a mangiare.
Se avessero partecipato a quel forum saprebbero che è stato deciso di inserire nel regolamento (ma basterebbe leggerlo il regolamento!) una nota che recita: “Il pacco gara è da intendersi come un omaggio dell’organizzazione. Il suo valore non è in alcun modo collegabile alla quota d’iscrizione, la quale è riferita ai servizi strettamente legati alla manifestazione”. E saprebbero che lo scopo del pacco gara è di fare da vetrina ai prodotti locali e a eventuali sponsor. Non è uno strumento di ruffianeria nei confronti dei partecipanti. Questo lo saprebbe anche chi scrive: “ x un pezzo di formaggio spendevamo fior fiori di quattrini x arrivare dall'altra parte dell'isola”.
Perché, se il suo presidente non fosse stato colpevolmente assente, gli avrebbe potuto riportare quello che avevamo detto, ammesso che avesse avuto voglia di recepirlo. Noi organizziamo eventi di Trail, non siamo un supermercato. Se volete formaggio a prezzi vantaggiosi, consultate il volantino delle offerte al supermercato più vicino a casa vostra.
Giuseppe Cuttaia, con la tua reazione, hai perso una buona occasione per dare un segnale di sportività che ci saremmo aspettati dal presidente di una società e organizzatore di gare. Mi chiedo che credibilità si può avere dopo aver dimostrato di ritenersi esente dall’applicazione del regolamento solo perché “personaggio in vista”.
Il vero leader è quello che usa la sua posizione per diffondere valori positivi, come il rispetto delle regole, non quando se ne avvale per aggirarle.
Concludo ringraziando tutti quelli che ci hanno espresso solidarietà in privato, senza entrare nella bagarre spesso volgare e ipocrita di quella discussione, e ripeto ancora una volta (non mi stancherò mai di farlo), che non abbiamo la pretesa di essere perfetti, ma ci impegniamo al massimo per fare del nostro meglio.