Francesco Cesare prosegue il racconto della sua esperienza di gara ad Annecy (Francia) alla 5^ edizione della Tecnica Ma-Xi Race che si è svolta sabato 30 maggio 2015.
Nel gruppetto di siciliani, si è distinto particolarmente poprio francesco cesare che può vantare anche un'ottima posizione in classifica di tutti gli Italiani presenti ad Annecy (conosciuta anche come "la Venise des Alpes", per via dell'abbinata tra paesaggi tipicamente alpini e lacustri)), ad eclusione di quelli impegnati nel Campionato del Mondo IAU Trail.
Infatti, Francesco Cesare è stato finisher con il crono di 12h 24' e 140° su più di 3000 partecipanti e terzo italiano classificato al traguardo, dopo i rappresentanti del team nazionale azzurro.
(Francesco Cesare) Sabato 30 Maggio 2.30 am. Una sveglia virtuale (perchè non ho chiuso occhio a parte che per un oretta) suona…
Il mio primo pensiero sono le scarpe, che indosso subito non appena balzato fuori dal letto..
spero che non mi daranno problemi, è questo il mio unico incubo
Facciamo colazione (la mia classica pre gara, 2 brioche di Graziano belle piene di marmellata alle fragole) e in ben che non si dica sono le 4.00, è ora di uscire da casa, direzione Ultratrail di Annecy.
La temperatura è tutto sommato gradevole si può stare bene in mezze maniche senza patire il freddo.
Parcheggio trovato facilmente e via in fila per partire, sono le 4.30 del mattino ma qui c’e’ gente come a mezzogiorno in pieno centro a Palermo, c’e’ chi ride sdrammatizzando, c’e’ chi è terrorizzato, c’e’ chi ancora dorme nel padiglione adiacente allo start.
Io, Lara e Roberto siamo insieme, Pippo è già sparito.
5.00am, si parte, è iniziata l’ennesima avventura.
Nei primi metri superiamo Pippo che è partito a 3000 come se dovesse correre una mezza, da quel momento in poi non vedrò più i miei amici fino a sera.
Bisogna riuscire a non pensare che si correrà fino a sera, bisogna riuscire a non pensare che si correrà per 86 km, bisogna riuscire a non pensare che ci sono cinque vette da scalare, bisogna porsi degli obiettivi a breve termine di volta in volta che ti permettano mentalmente di andare avanti.
Gli obiettivi possono essere (piccoli), come per esempio un punto d’acqua, un rilevamento del chip, un passaggio dai fotografi, oppure (grandi), come per esempio un punto vita, un ristoro, una vetta, una discesa particolare etc etc..
Bisogna riuscire a fare di 86 km tanti piccoli segmenti, altrimenti (almeno per quanto mi riguarda) sarebbe impossibile reggere mentalmente.
Lo zaino è pieno, acqua, integratori, barrette, gel e quant’altro si fanno sentire sulle spalle e non riesco mai a trovare l’allacciatura corretta per bloccarlo al petto (anche perchè è nuovo quindi io e lui non ci conosciamo!)
La prima salita è la più semplice ma anche la più fastidiosa, è stretta quindi si creano intasamenti, bisogna spingere, farsi largo e fare attenzione a quelle cazzo di bacchette che rischiano di infilzarti ogni passo.
E’ già giorno non c’e’ bisogno della torcia, i primi km fino a circa il 20° scorrono senza che neanche me ne accorga, ma dopo qualche ora mi ritrovo al primo ristoro in una grande vallata con vista sul lago dove ad accoglierci (saranno le 7.30 del mattino) c’e’ davvero un casino di gente che incoraggia con pacche sulle spalle e che con un sorriso ti danno la forza di andare avanti (mentale sopratutto). [...]
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ULTRA TRAIL LAC D'ANNECY - PARTE SECONDA - LA GARA | FRANCESCOCESARE1983
Sabato 30 Maggio 2.30am Una sveglia virtuale (perchè non ho chiuso occhio a parte che per un oretta) suona... Il mio primo pensiero sono le scarpe, che indosso subito non appena balzato fuori dal ...
http://francescocesare1983.altervista.org/ultra-trail-lac-dannecy-parte-seconda-la-gara/
E i nostri amici siciliani hanno anche avuto l'onore di un articolo nelle pagine sportive del Giornale di Sicilia che, solitamente, si muove malvolentieri al di fuori delle cronache calcistiche
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