Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
13 aprile 2016 3 13 /04 /aprile /2016 07:10
World Megamarathon Ranking 300+ 2015. Nella classifica mondiale dei supermaratoneti in testa a tutti i tedeschi Christian Hottas e Siegried Heichner con 1978. Una classifica ben fatta, ma con qualche lacuna
World Megamarathon Ranking 300+ 2015. Nella classifica mondiale dei supermaratoneti in testa a tutti i tedeschi Christian Hottas e Siegried Heichner con 1978. Una classifica ben fatta, ma con qualche lacuna
World Megamarathon Ranking 300+ 2015. Nella classifica mondiale dei supermaratoneti in testa a tutti i tedeschi Christian Hottas e Siegried Heichner con 1978. Una classifica ben fatta, ma con qualche lacuna

Su un sito nipponico è apparsa qualche tempo fa la classifica mondiale dei maratoneti/ultramaratoneti che, al 31/12/2015, ne hanno totalizzato più di 300 nella loro vita: si tratta del World Megamarathon Ranking 300+.
Si tratta a tutti gli effetti di un ranking mondiale dei supermaratoneti, cioè di coloro che per propria scelta fcorrono molte maratone, anche na a settimana o, persino, consetendolo le circostanze, anche diverse alla settimana. In molte nazioni europee ed extra-europee vi sono speciali clb in ci possono entrare da membri effettivi soltanto coloro che hanno già accumulato nel proprio carniere un cospicuo numero di maratone. Di norma il cut off è di 100, a volte si può essere ammessi in prova con un numero inferiore (come nel caso del Club italiano fondato da Sergio Tampieri, ma per diventare membri effettivi bisogna raggiungere quella quota pre-fissata.

I super-maratoneti sono dei cacciatori che vanno costantemente alla ricerca di una loro preda preferita: la maratona. E per catturarne di nuove si sottopongono a notevoli fatiche: come quando, ad esempio, si presenta la circostanza di poter correre una maratona di sabato e una di domenica e bisogna, conseguentemente, inserire anche gli spostamenti a volte complessi da un luogo all'altro. Piatto ricco, mi ci ficco!
Di seguito, l'articolo di Michele Rizzitelli che ci fa notare come in questo ranking mondiale recentemente stilato che pure raccoglie la fascia alta del popolo dei super-maratonti del mondo manchino alcuni italiani eccellenti che hanno superato quota 300.
Ma leggiamo le considerazioni di Michele Rizzitelli.

(Michele Rizzitelli) Un lavoro complesso e certosino! Da giapponese! Su un sito nipponico è apparsa la classifica mondiale dei maratoneti/ultramaratoneti che al 31/12/2015 ne hanno totalizzato più di 300 nella loro vita: World Megamarathon Ranking 300+.

E’ a firma di Takatoshi Yoshino, che a fine giugno e fine dicembre di ogni anno si prende la briga di aggiornarla includendo anche i deceduti. Per comprensibili motivi, non può essere completa o esente da errori e critiche, per quanto impegno possa riversarvi.
L’autore attinge a piene mani dalle classifiche dei club nazionali.

In tutti i paesi evoluti esistono i “100 Marathon Club”, che raccolgono i maratoneti con almeno 100 gare completate.
Anche l’Italia ce l’ha, ma con caratteristiche sue proprie: per accedervi è concesso uno sforzo più piccolo perché ne bastano 50, cui, però, corrisponde una denominazione più altisonante: Club Super Marathon Italia; inoltre, viene concesso loro il tempo stratosferico di 12 ore per completare i 42,195 km, non proprio da super! Più che la creatura partorita da Sergio Tampieri a Forlì venti anni fa, sembra essere diventato un insieme di simpatici buontemponi.

E’ da tener presente che un’ultramaratona viene conteggiata quanto una maratona, sebbene l’estensore si sforzi di distinguere chi corre esclusivamente maratone da chi fa l’una e l’altra.

Sono 481 i maratoneti/ultramaratoneti classificati, di cui 68 donne.
Vi compaiono 38 italiani, di cui 4 donne.

Le prime donne

1^) SIGRID EICHNER (DEU) 1.958 (mar+ultra)

2^) TOSHIKO WATANABE (JPN) 1.473 (mar)

3^) NORIKO SAKOTA (JPN) 1.106 (mar+ultra)

4^) ROSEMARIE VON KOCEMBA (DEU) 820 (mar+ultra)

5^) ANGELA GARGANO (ITA) 704 (mar+ultra)

16^) MARINA MOCELLIN (ITA) 500 (mar+ultra)

28^) MARIA RITA ZANABONI (ITA) 400 (mar+ultra)

62^) GIOVANNA CARLA GAVAZZENI (ITA) 311 (mar+ultra)

Angela Gargano, 3^ in Europa e 5^ nel mondo, non compare nella classifica italiana; per lei fa fede il 100 Marathon Club Deutschland di cui è socia dal 2002.

I primi uomini

1°) CHRISTIAN HOTTAS (DEU) 2.382 (mar+ultra)

2°) KALEVI SAUKKONEN (FIN) 1.944 (mar+ultra)

3°) HORST PREISLER (DEU) 1.806 (mar+ultra)

4°) HANS JOACHIM MEYER (DEU) 1.602 (mar+ultra)

5°) LARRY MACON (USA) 1.596 (mar)

22°) VITO PIERO ANCORA (ITA) 880 (mar+ultra)

36°) WILLIAM GOVI (ITA) 764 (mar) Died 2013

37°) GIUSEPPE TOGNI (ITA) 761 (mar+ultra) Stop 2010

46°) LORENZO GEMMA (ITA) 700 (mar+ultra)

54°) MICHELE RIZZITELLI (ITA) 669 (mar+ultra)

Anche Michele Rizzitelli non compare nella classifica italiana, e per lui garantisce il 100 Marathon Club Deutschland di cui è socio dal 2002.

Stupisce il fatto che in una classifica internazionale realizzata nell’Estremo Oriente compaiano William Govi, Giuseppe Togni, Sergio Tampieri (413), Antonino Morisi (324) e Mario Ferracuti (310), mentre non vengono ricordati nella classifica italiana.
E’ un vero peccato che colonne del podismo italiano siano stati relegati nell’oblio!

Nella World Megamarathon Ranking 300+ non compare il nome di Paolo Francesco Gino, al quale la classifica del Club Super Marathon Italia attribuisce 312 maratone al 31/12/2015. Revisione del numero delle sue maratone? Errore materiale? Paolo Francesco Gino, a giudicare dai numeri che riferisce, è il nuovo astro nascente delle gare di lunga lena. Apparso nel firmamento podistico soltanto tre anni fa, ha totalizzato un numero impressionante di gare, che ha raccontato in un voluminoso romanzo di 310 pagine.
Di questo passo, il primato italiano di Vito Piero Ancora e quello mondiale di Christian Hottas potrebbero avere vita breve.

Ovviamente, il podista non iscritto ad un club o che non ama esibire i propri numeri non trova posto nella World Megamarathon.
E’ mio dovere di cronista menzionare Antonio Grotto di Thiene (VR), che il 28/02/2016 ha corso a Malta la sua 800esima maratona.

Cliccare qui per accedere alla classifica completa di World Megamarathon Ranking 300+

Nelle foto in alto, alcuni dei supermaratoneti italiani, tra i quali si riconoscono Angela Gargano e Vito Piero Ancora (Foto fornite da Michele Rizzitelli)

Condividi post
Repost0
2 aprile 2016 6 02 /04 /aprile /2016 01:44

Non c'è dubbio: nella Grande Mela non ci si deve mai sorprendere di nulla..
E ci sono sempre cose mai viste prima.
Di tutto e di più..

Le sorprese non finiscono mai.
Ecco, ad esempio, nel video allegato, un tavolo di ristoro (acqua) non ufficiale alla Maratona di New York, dove sono tanti quelli che spontaneamente offrono qualche cosa ai runner (dai dolcetti - ricordarsi che è tempo di Halloween quando c'è la Maratona di New York - all'acqua, ad altre bibite, a cibo solido etc. etc.).
In questo caso, il tavolo servito da un "imbanditore" nemmeno tanto convinto, a un certo punto viene rovesciato da un runner di passaggio: perchè? Non si potrà mai sapere.
Ma il banditore dell'acqua sembra quasi divertito per questo inaspettato punto di svolta.
Il perchè è presto detto, come potrà cogliere il fruitore del videoclip che stia ben attento ai dettagli: le bottiglie d'acqua sono incollate al tavolo.
Quindi non è che sfuggano alle mani maldestre e frettolose dei runner di passaggio, ma semplicemente resistono alla loro presa.
Quindi, l'imbanditore, il generoso offritore di acqua, è in realtà un buontempone, nonchè mattacchione forse un po' sadico, che ha creato un buon materiale per una gag degna di Candid Camera.
Sadismo implicito nel gioco (un po' crudele) che alla fine porta un runner a bottare dopo che ha compreso il motivo per cui gli era sfuggita tra la mani la bottiglieta da cui avrebbe potuto attingere un agognato sorso d'acqua.
E per l'osservatore il dettaglio delle bottiglie incollate sfugge inizialmente, perchè come succede nei giochi di prestigio l'attenzione è focalizzata su altro: sul passaggio veloce degli atleti, sul consueto gesto di tendere la mano per agguantare il ristoro idrico con l'evenienza peraltro comune che, nella foga del transito senza rallentare l'andatura la presa sfugga e si proceda oltre.

Ringrazio il mio amico Andrea Furlanetto che ha evidenziato lo scherzo, cogliendo ciò che io ad una prima visione frettoloso non avevo colto.

Condividi post
Repost0
19 gennaio 2016 2 19 /01 /gennaio /2016 07:28

Kenichi Ito, conosciuto come "The Monkey Man", ha conquistato recentemente la migliore prestazione 100 metri piani "a quattro zampe", migliarando il record precedente stabilito nel 2012. Entrambe le prestazioni sono state realizzate in occasione del ricorrere dello speciale Guinness World Records Day che si svolge ormai da 11 anni, con cadenza annuale uno speciale giorno che vede ogni volta centinaia di migliaia di tentativi nelle imprese e discipline più disparate per registrare un record nuovo in assoluto o per superarne uno già stabilito: all'insegna tutto del "famolo strano" (e più strano è meglio é).

Kenichi Ito proved how quick he was by running 100 m in 15.71 seconds. Athlete broke record on the 11th annual Guinness World Records Day. 
Ito has previously set record on five occasions but was visibly moved.

Ito has previously set the record on five occasions, but was beaten last year by Katsumi Tamakoshi.
His rival finished the 100 m sprint in 15.86 seconds - a full second quicker than Ito's previous finishing time.
Ito works as a cleaner and claims to mop the floor while on all fours to ensure he gets an adequate amount of practice using all of his limbs.

He also spent nine years studying the ways in which monkeys move to help him improve his four-limbed running technique - hence the nickname.
More than 650,000 people took part in the Guinness World Records Day celebrations across the globe and a number of feats were achieved.

In Japan, on the 2012 annual Guinness World records Day, Kenichi Ito broke the record for the fastest 100 m run on all fours! His time was 17.47 seconds. Kenichi uses all fours at home everyday as part of his training and his running style is based on a monkeys, which he studies. Welcome to the official Guinness World Records YouTube channel! If you're looking for videos featuring the world's tallest, shortest, fastest, longest, oldest and most incredible things on the planet, you're in the right place.

Condividi post
Repost0
17 gennaio 2016 7 17 /01 /gennaio /2016 08:11

Ecco una notizia di qualche anno fa, ma sempre attuale, anche perché a qualcuno potrebbe saltare in media di replicarla, magari a favore di qualche causa caritatevole.
Della "maratona più assurda del mondo", organizzata all'interno dei Giardini Iblei di ragusa Ibla, furono a suo tempo protagonisti Inge Hack e Lorenzo Sanzone, il 1° settembre 2010.
La loro corsa, consistente in una intera maratona disputata attorno ad un tavolo da Ping Pong, rientrò in un progetto di solidarietà a favore del "Centro di Risvegli Ibleo".
Adesso, forza a chi desidera replicare e perfezionare il tempo realizzato dai due intrepidi.
Oppure qualcun altro potrebbe raccogliere la sfida per portare a termine l'assurda maratona camminando...
Staremo a vedere......


(Epodismo.com - Lentoblog) Nove ore, un minuto e 47 secondi: tanto sono serviti ad Inge Hack e Lorenzo Sanzone per concludere l'estenuante "Maratona più assurda del mondo" che consisteva nel girare per 4947 volte attorno ad un tavolo da ping pong e coprire la canonica distanza dei 42 chilometri e 195 metri. La partenza è stata data alle 17,20 di mercoledì 1 settembre 2010 ai Giardini Iblei di Ragusa Ibla, e questa insolita maratona rientrava in un progetto di solidarietà a favore del Centro Risvegli Ibleo. Dei tre ardimentosi che si son presentati al via di questa particolare gara, solo due alla fine sono riusciti a portarla a termine: Enzo Taranto di Vittoria è stato costretto al ritiro da sopravvenuti problemi alle ginocchia, dopo appena 870 giri di corsa e quasi otto chilometri di percorrenza. La difficoltà oggettiva della "Maratona più assurda del mondo" era proprio questa: riuscire a completare senza danni lo sforzo, visto che di ritmi gara, proiezioni, frequenza cardiaca e affini, proprio non si doveva tener conto. Una specialità tutta a parte, con 19788 curve da superare. Ad ogni modo per la modicana-tedesca Inge Hack (Modipa) e l'acatese Lorenzo Sanzone (No al doping Ibla), si è trattato di una bella soddifazione: riuscire ad arrivare sino in fondo, ed iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro dell'edizione zero di questa gara dall'alto coefficiente di difficoltà psicologica e muscolare. I concorrenti hanno fatto le loro infinite girate su una superficie in erba naturale che ha attenuato di molto i fastidi muscolari, e buona è stata l'affluenza di pubblico che ha accolto positivamente questo abbinamento tra sport estremo e messaggio solidale

Insomma, si tratta dello sviluppo sino alle estreme conseguenze di una maratona su circuito da ripetere più volte, con un circuito davvero minimale (di meno non si potrebbero fare nemmeno dei passi di corsa e bisognerebbe saltellare sul posto).
Inoltre, l'idea del tavolo da ping pong attorno a cui girare è straordinaria, perché, oltre a fungere campo di gara, da circuito e da giro di boa (una maratona esclusivamente fatta di giri di boa: ma ci pensate?), diventa anche anche tavolo permanente dei ristori.
Indubbiamente, assieme al divertimento che ne scaturisce, si tratta d'una soluzione multifunzionale che consente di ridurre al minimo i costi di gestione di una maratona.
Se su quel tavolo fosse stato messo anche il modellino di un'Ambulanza, il gioco sarebbe stato perfetto.
Questo dispositivo, ancora, azzera praticamente il rischio di "tagli sartoriali" cui alcuni maratoneti truffaldini sono avvezzi, a meno che non si passi sotto il tavolo o lo si salti piè pari, cosa che sotto l'occhio vigile del Giudice di Gara sarebbe pressoché impossibile.

Ultramaratone, Maratone e Dintorni (Magazine FB)

Condividi post
Repost0
11 settembre 2015 5 11 /09 /settembre /2015 09:14

Forse non lo sapete, ma tra il 12 e il 13 settembre 2015 si disputerà a Bergamo la 6^ edizione del Campionato del Mondo di Nascondino (Nascondino World Championship)!

I partecipanti sono tutti adulti (e con l'occasione, almeno in spirito, ritornano tutti bambini e appagano la nostalgia dei giochi perduti dell'infanzia)...
C'è un pubblico prevalentemente di adulti (ma anche di bambini al seguito).

Il campo di gioco si sviluppa in un'area di oltre 9000 metri quadrati.
La location, come detto, è nei pressi di Bergamo
La manifestazione è nata quasi per gioco, con un suo sottofondo etico...

Le regole, poche ed essenziali, ma buone...
1. Squadre. 45 squadre / 5 giocatori per squadra / Ogni squadra indossa una maglietta di colore diverso fornita all'iscrizione / Ogni partecipante gioca almeno 1 manche / Ogni partita dura 10 minuti

2. Cercatori. I cercatori di Nascondino World Championship sono Il team LIONS football di Bergamo. / Sono esterni a qualsiasi squadra. / Riconosceranno i partecipanti chiamando alla toppa il colore della maglia identificata.

3. Punteggio & Penalità. ll primo giocatore che "si libera" realizzerà 15 punti, il secondo 14, il terzo 13, e così via! / Chi viene preso o non esce dal nascondiglio entro la fine del tempo non raccoglie nessun punto. 
Nell'ultima partita (finalissima) i punti realizzati valgono doppio.
NB: Chi suggerisce azzera il punteggio alla sua squadra?
A stabilire le penalità sono, ovviamente, gli arbitri durante lo svolgimento delle gare.

 

Condividi post
Repost0
29 luglio 2015 3 29 /07 /luglio /2015 06:04
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori

Ogni anno, tra il 7 e il 14 luglio, in occasione della Festa di San Firmino, una delle più celebri e popolari feste religiose (e non solo) nel mondo, le strade di Pamplona si riempiono di migliaia di persone armate di coraggio, disposte a correre davanti ai tori. Abitanti della città, corridori esperti, insieme a migliaia di turisti di ogni parte del mondo si preparano a condurre i tori dal recinto dove hanno passato la notte fino alla Plaza de Toros: 825 metri di viette lastricate, che vengono percorse in un tempo medio inferiore ai tre minuti. Alcuni partecipanti sono raggiunti dai tori e può capitare che vengano feriti da cornate o calpestate o schiacciate dai tori. Il pericolo viene principalmente dal disattendere le indicazioni molto ben conosciute dagli esperti o dal correre senza essere nelle giuste condizioni, dato che molti, turisti e non, si apprestano a correre senza aver dormito, alcuni dopo aver passato la notte tra bevute interminabili.

Comunque, con la quantità di gente presente sono aumentati i rischi anche per i corridori più esperti.
In realtà sono pochi quelli che, a colpi di giornale, guidano i tori; la maggior parte dei corridori, specie gli esordienti, corrono a una certa distanza. Ogni giorno la corsa è ripresa e trasmessa in diretta da TVE.

Malgrado la popolarità, durante la corsa dei tori si sono verificano sempre degli incidenti cruenti dovuti sia alla temerarietà dei corridori, sia agli imprevisti: dopo tutto gli scalmanati e gli ardimentosi hanno a che fare con dei tori dalle corna acuminati e con una massa corporea possente. E, nello stesso tempo, la conclusione della corsa dei Tori è sempre cruenta, poichè i sei tori che corrono ogni mattina verranno sacrificati il pomeriggio nella corrida.
Per questo motivo, soprattutto negli ultimi anni delle Associazioni animaliste si sono mobilitate con spettacolari manifestazioni tendenti ad intralciare la corsa dei tori, con gesti altamente simbolici, tentando di attivare negli spettatori e nei protagonisti, sottoposti all'incanto di una tradizione secolare, una maggiore sensibilizzazione, in linea con l'evoluzione della cultura animalista e di rispetto di ogni forma di vita.

Animalisti contro la corrida a Pamplona
Origini. L'origine medioevale è dovuta ai pastori navarri che portavano i tori dalle praterie della Navarra fino alla Plaza Mayor, che faceva da antecedente alla plaza de toros. Trascorrevano la notte precedente la corrida accampati vicino alla città, e all'alba entravano circondati dai tori e accompagnati da gente che, a cavallo o a piedi, aiutava con pali e grida a chiuderli nei recinti all'aperto. Con il passare del tempo, verso la fine del secolo XIX, si passò da correre dietro di essi per aiutare a rinchiuderli, a correre davanti, e il tutto cominciò a convertirsi in costume popolare.
Percorso. Il percorso si snoda lungo le strade della parte vecchia della città, per una una lunghezza di circa 850 metri. Inizia dai recinti degli animali, alla base della salita di Santo Domingo, salendo verso la Plaza Consistorial (Piazza del municipio) e girando verso via Mercaderes, per accedere a calle Estafeta che conduce infine per il tratto di Telefonica fino alla strettoia (Callejon), che porta alla Plaza de Toros. L'itinerario originale terminava nella Plaza del Castillo, ed è cambiato nella storia, dato che fu nel 1856 la prima volta che si corse lungo la via chiamata Estafeta. L'angolo tra Mercaderes ed Estafeta è un luogo molto conosciuto ed ambito dai fotografi, in quanto i tori tendono a scivolare lungo l'esterno della curva e da sotto lo steccato di protezione o dai balconi vengono scattate fotografie degne di nota. La via Estafeta è il tratto retto più lungo dell'encierro.
La mandria compie il percorso completo in media in quattro minuti, a circa 25 km/h, ed è composta da sei tori e otto buoi, seguiti da dei giovani che fanno da pastori in caso che i tori o i buoi restino indietro o addirittura invertano il senso di marcia. I tori tendono a seguire i buoi e gli altri tori, e se lasciati indietro dal gruppo aumenta notevolmente la loro pericolosità per chi corre. La mandria cambia ogni giorno, in quanto i tori verranno probabilmente uccisi nella corrida del pomeriggio e partecipano pertanto 8 mandrie e corrispondenti allevatori durante i Sanfermines.
Prima dell'encierro. Qualunque persona che abbia compiuto i 18 anni può correre nell'encierro, semplicemente entrando sul percorso recintato prima dell'inizio. Il numero di corridori va dai più di 2.000 di un giorno normale a più di 3.500 durante i fine settimana, e cresce con gli anni. Le misure di sicurezza comprendono il divieto di entrare ubriaco, di portare macchine fotografiche o telecamere e altri oggetti che possano ostacolare o mettere in pericolo la sicurezza dei corridori. Prima di ogni encierro la polizia forma cordoni di sicurezza per pulire il fondo stradale teatro della lunga baldoria notturna, e per evitare che si formino agglomerazioni, e che così i giovani (corridori dell'encierro) si distribuiscano più o meno uniformemente lungo il percorso. Durante gli 8 giorni in cui si corre l'encierro, nei minuti precedenti la corsa, i partecipanti chiedono aiuto a San Firmino intonando per tre volte - alle 7:55, 7:57 e 7:59 - una breve canzone a una piccola immagine di San Firmino che si colloca ogni mattina in una cavità della salita di Santo Domingo:
«A San Fermín pedimos, por ser nuestro patrón, nos guíe en el encierro dándonos su bendición. Entzun, arren, San Fermin, zu zaitugu patroi, zuzendu gure oinak entzierro hontan otoi».
«A San Firmino, il nostro patrono, chiediamo che ci guidi nell'encierro dandoci la sua benedizione. A San Firmino, il nostro patrono, chiediamo che ci guidi nell'encierro dandoci la sua benedizione».
Dal 2009 si canta sia in castigliano sia in basco.
Alle 8 viene lanciato un razzo, che indica l'apertura dei recinti, seguito da un secondo che indica che i tori sono già usciti.
Durante l'encierro. L'encierro si può osservare dagli steccati di legno che vengono installati lungo le strade, sebbene per potersi sedere in posizione utile sia necessario posizionarsi prima delle sei nei luoghi adeguati, in quanto la gente si accoda prima ancora che vengano montati. Le alternative sono i balconi privati a prezzi abbastanza alti, oppure la plaza de toros, dove ci sarà da pagare un modico prezzo i giorni festivi ed il fine settimana, e l'ingresso è gratuito per il resto della settimana. L'unico altro modo per vedere i tori durante la corsa è correre. In tal modo, se si riesce ad arrivare alla plaza de toros prima che vengano chiuse le porte, cioè prima che arrivino i tori, è anche possibile entrare insieme al fiume di gente che li precede. Le persone che entrano decisamente prima che arrivino i tori vengono fischiate dal pubblico, che li indica così come codardi. I tori che corrono sono sei e sono destinati ad arrivare nella plaza de toros dove si terrà la corrida. Ci sono certe norme di sicurezza per correre l'encierro che tutti dovrebbero conoscere. Queste includono non alzarsi immediatamente in caso di caduta e coprirsi la testa con le braccia in posizione fetale, pena il rischio di cornata grave da parte dei tori. È anche importante prendere per l'interno la curva di Mercaderes con Estafeta, dato che se i tori arrivano molto rapidamente o se il suolo è scivoloso, è probabile che colpiscano con tutto il loro peso lo steccato di protezione all'esterno
Dopo l'encierro. I servizi sanitari prestano i loro servigi gratuitamente a tutte le persone ferite durante l'evento. Dopo l'encierro, quando la mandria è entrata nei recinti della Plaza de Toros, si lasciano libere giovani vacche (vaquillas), di modo che i mozos si divertano correndo con loro e toreandole. In questa occasione chi si prende gioco del bovino toccandolo o disturbandolo oltre misura viene sollenemente fischiato. Durante questo tempo di circa mezz'ora i bovini sono circondati da una moltitudine di persone, ma le seppur minime protezioni che vengono poste intorno alle loro corna fanno sì che quest'attività sia molto meno pericolosa della corsa che avviene in precedenza.
Curiosità. L'encierro più lungo della storia documentata avvenne l'11 luglio 1959, durò la bellezza di 30 minuti, invece il più rapido il 14 luglio 2015 terminò in solo 2 minuti e 5 secondi, tuttavia l'11 luglio 1997 un toro chiamato Huraño, impiegò appena 1 minuto e 45 secondi per compiere l'intero percorso. Tra il 1922 e il 2009 ci sono state 15 vittime, spesso causate dagli animali, ma in paio di occasioni due persone sono state uccise nello stesso giorno da parte del medesimo toro; accadde il 10 luglio 1947 ad opera di Semillero ed il 13 luglio 1980 per colpa di Antioquio. L'ultima tragedia è del 10 luglio 2009, protagonista Capuchino.
Altri tori sicuri responsabili di incidenti mortali furono: Reprochado nel 1969, Palmello nel 1974, Navarrico nel 1975, Silletero nel 1977, Castellano nel 1995 e Castillero nel 2003.
Il 12 luglio 2004 e lo stesso giorno del 2007, ben otto persone vennero incornate, infine il 9 luglio 1994 si contò il numero record di feriti anche se lievi (107).
La festa di San Firmino (Fiestas de San Fermín o Sanfermines in spagnolo, Sanferminak in basco) viene celebrata ogni anno a Pamplona, capitale della regione spagnola di Navarra.
Il 6 luglio, a mezzogiorno, nella piazza del municipio cominciano i festeggiamenti con il lancio del chupinazo, o txupinazo, come scrivono i baschi: il razzo che annuncia le feste. Poco prima di quell'ora il sindaco o un consigliere esce dal balcone del municipio. Sotto, nella piazza, migliaia di persone aspettano il momento e l'ansia collettiva sale mano a mano che si avvicina l'ora. Si stappano centinaia di bottiglie di vino spumante e non solo, dividendole in parti uguali tra lo stomaco e i vestiti propri e dei vicini. La ressa è notevole e per chi arriva tardi è molto difficile avvicinarsi. Palloni gonfiabili di grandi dimensioni rimbalzano tra la folla. Quando la persona incaricata dello sparo si avvicina al razzo, si ode un ruggito generale della popolazione. Con ilrumore presente si può appena udire il grido rituale:
"Pamploneses. Viva San Fermín, Gora San Fermin!".
Quindi c'è una specie di attacco di pazzia collettiva e tutta la città cambia in un istante: comincia la festa generale e una ubriacatura mattutina degna di tale nome.
Una delle attività più famose dei Sanfermines è l'“Encierro”, che consiste in una corsa di circa 800 metri davanti ai tori, che ha come punto di arrivo la Plaza de Toros.
L'encierro avviene ogni giorno tra il 7 e il 14 luglio alle otto del mattino, con una durata media tra i tre e i quattro minuti.
Tutto ha termine il 14 luglio a mezzanotte quando un nutrito gruppo di pamplonesi e turisti si riunisce nella piazza del municipio per dare l'arrivederci ai sanfermines dopo 8 giorni di baldoria senza freni. Il sindaco esce dal balcone del municipio e ringrazia gli assistenti per la partecipazione ai festeggiamenti in onore del Santo Patrono, e allo stesso tempo li invita ad essere presenti l'anno seguente. Il momento culminante è costituito da una salva finale lanciata dalla vicina plaza de los Burgos, mentre i presenti portano candele accese e intonano il breve canto finale che recita:
«Pobre de mí, pobre de mí, que se han acabado las fiestas de San Fermín. Pobre de mí, pobre de mí, que se han acabado las fiestas de San Fermín».
«Povero me, povero me, che sono finite le feste di San Firmino. Povero me, povero me, che sono finite le feste di San Firmino».

Pamplona Bull RunLa festa ha un'origine che risale a vari secoli fa, sebbene la sua forma attuale sia un fenomeno recente, data la singolarità della festa, che senza dubbio è l'evento per il quale più si conosce Pamplona nel mondo. La sua fisionomia attuale, affollata e cosmopolita, è il risultato di una lenta evoluzione che risale al Medioevo.
Tre celebrazioni indipendenti stanno all'origine della festa: gli atti religiosi in onore di San Firmino, anteriori al XII secolo, le feste commerciali e la corrida, entrambe documentate a partire dal XIV secolo. In più, i pamplonesi celebrano il patrono della loro città San Saturnino, il 29 di novembre. Stanchi dell'inclemenza del clima autunnale i cittadini decisero nel 1591 di spostare la festa al giorno del co-patrono di Navarra, San Firmino, il 7 luglio. La coincidenza della festività religiosa, del clamore suscitato dalla festa, e della corsa dei tori danno alla festa l'aspetto che la contraddistingue ai giorni nostri. Il patrono della città, San Saturnino, continua ad essere commemorato con una festa molto più modesta il 29 di novembre. Per molti visitatori questo fatto porta alla convinzione errata che San Firmino sia il patrono della città.
Lo scrittore statunitense Ernest Hemingway fu tra le persone che contribuirono a pubblicizzare l'evento mediante il suo libro Fiesta.

L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei toriL'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
L'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei toriL'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei toriL'Encierro di Pamplona. 850 metri di corsa davanti alla carica dei tori
Condividi post
Repost0
30 aprile 2015 4 30 /04 /aprile /2015 06:25
Alla partenza d'una maratona i subdoli artiglieri sono tra noi
Alla partenza d'una maratona i subdoli artiglieri sono tra noi
Alla partenza d'una maratona i subdoli artiglieri sono tra noi
Alla partenza d'una maratona i subdoli artiglieri sono tra noi

Sono riuscito a recuperare questo mio articolo pubblicato su podisti.net, il 1° marzo 2006. Lo ripropongo qui, anche perchè in una delle tante riformattazioni della piattaforma operativa di podisti.net, il testo ha subito delle perdite di formattazione che ne rendono la lettura fastidiosa. Lo ripropongo, quindi, tentando di recuperarne la formattazione originaria.
Ricordo che mi diverti davvero tanto, quando lo scrissi.

(Maurizio Crispi) Mentre la maratona è una gara individuale (in linea di massima, ognuno si confronta da solo con la sua fatica), quando si avvicina il momento del fatidico sparo (o colpo di cannone che sia, come a New York) si sta tutti ammassati in uno spazio ristretto (formando una massa umana che, nelle grandi maratone, assume proporzioni quasi bibliche, quelle - per intenderci - "over-10.000" partenti).

Si sta compressi in uno spazio limitato, tanti corpi a stretto contatto l'uno dell'altro, a volte impilati come sardine.

Questo è  un grande vantaggio nelle giornate particolarmente fredde: il calore animale che si sprigiona da tutti questi corpi e dai respiri che immettono aria calda e umida crea una cappa di temperatura confortevole che spiega perché tanti possono starsene tranquillamente in canotta e pantaloncini senza battere ciglio.

Nello stesso tempo, nei minuti d'attesa, bisogna confrontarsi con una miriade di sensazioni olfattive: dai buoni odori di bucato ancora fresco dei panni da jogging indossati puliti, a quello di deodorante, di acque di colonia e lozioni dopobarba applicati a profusione, alle molteplici puzze di sudorazioni più o meno stantie, all'afrore di corpi non sempre ben lavati, all'odore forte e stucchevole di olio canforato e di tutte quelle creme, unguenti e lozioni che i podisti amano applicarsi alle gambe e alle cosce prima di una gara lunga.

A volte, a questi odori, si mescola il sentore più ammoniacale dell'urina, quando - soprattutto nelle maratone "giganti" (tipo New York) - molti distillano le loro ultime gocce di piscio direttamente sul posto, a volte sulla felpa buttata via per evitare schizzi molesti sulle scarpe dei vicini (bontà  loro...).

I maschietti sono in genere i più disinvolti in queste procedure d'emergenze; le donne, più pudiche, si arrangiano prima come possono, ma non mi è mai capitato di osservare che una podista in mezzo alla folla dei partenti provvedesse ad una pipì d'emergenza...).

Su questa dissonante "sinfonia" odorosa che funge - per così dire - da "base musicale" in un immaginario karaoke olfattivo, s'innestano a volte miasmi fetidi e pestilenziali che ammorbano l'aria tutt'attorno, impestando irrimediabilmente i panni che uno ha addosso: e non c'é niente da fare, in questi casi. Si può solo subire, facendo buon viso a cattivo gioco: non ci sono finestre o porte che si possano spalancare, non una ventola aspirante da mettere in funzione, non lenzuola e coperte da sventolare e nemmeno si può andar via alla ricerca d'una boccata d'aria pura.

Quando ciò accade si vivono terribili momenti d'autentica ansia claustrofobica, mentre ci sembra di soffocare.

Analogamente, può accadere che, già  in gara, ci si trovi ad attraversare un'invisibile nuvola fetida, rimasta dopo il passaggio di qualcuno davanti a noi: ma in questi casi, il danno é decisamente di minore entità. E' sufficiente trattenere il respiro per pochi secondi e il fetore ce lo siamo già  lasciato alle spalle.

Mentre siamo ammassati in attesa della partenza, quello che ci tormenta é una particolare figura di podista che potremmo definire il "subdolo artigliere" che colpisce con le sue "bombe" silenziose nel più completo anonimato. Si verifica esattamente la stessa situazione che ci si può trovare a sperimentare su di un mezzo pubblico affollato: all'improvviso l'aria si fa mefitica, tutti sgranano e roteano gli occhi, prendendo a guardare con sospetto o con espressione torva le persone più vicine, mentre al contempo cercano di trattenere il respiro il più a lungo possibile. In questi casi, si potrebbe ipotizzare che colui che ha colpito, cioè il "subdolo artigliere" di turno, se ne stia lì a recitare anche lui una solerte sceneggiata, mettendosi nei panni di chi ha subito la grave "offesa" olfattiva. In questi casi, il peto che arriva silenzioso non solo ha un potere ammorbante, ma ingenera immediatamente anche una velenosa atmosfera di sospetti reciproci: non v'é dubbio che, considerando che nessuno alzerà mai il braccio per dichiararsi il responsabile, ciascuno dei presenti potrebbe essere stato il colpevole. Ognuno scruta l'altro alla ricerca di un segno qualsiasi che tradisca il giuda, un'involontaria dichiarazione di colpevolezza, una qualche espressione di autocompiacimento. Ma veramente di rado accade che il responsabile possa essere beccato.

Ma chi é il "subdolo artigliere"?

Ve lo spiego subito.

I subdoli artiglieri sono come i franchi tiratori della flatulenza, ma sono anche come coloro che lanciano un sasso nascondendo subito dopo la mano che l'ha lanciato (anzi, senza nemmeno farla apparire). Un tizio (che ha voluto rimanere nel più rigoroso anonimato, proprio come i subdoli artiglieri di cui disquisisce) si é dato la pena di scrivere un'interessante e divertente trattatello dal titolo, L'arte di petare, ovvero il manuale del subdolo artigliere (ES Edizioni, 1998). Al titolo d'aggiunta, per la verità, la seguente dizione: "A cura del Conte de la Trompette, Medico del Cavallo di Bronzo, ad uso delle persone costipate". Scrive l'anonimo autore del piccolo e originale saggio, pubblicato in Francia nel 1964, irresistibile ed interessante (su cui meditare, ma anche da leggere in compagnia):

"Petare è un arte, dunque una cosa utile alla vita, come sostengono Luciano, Ermogene, Quintiliano e molti altri ancora. In effetti, saper petare correttamente é più importante di quanto solitamente si ritenga. Infine, si può petare con metodo e con gusto, come saprò dimostrarvi in questa trattazione. Non esito dunque a render pubbliche le mie ricerche e le mie scoperte su di un'Arte di cui é impossibile trovare alcunché di soddisfacente financo nei più ponderosi dizionari nei quali, incredibile a dirsi, il peto sovente non é neppure considerato degno d'esser menzionato. Mi accingo così a offrire i principi di quest'arte a ogni lettore desideroso di ficcarci il naso".

Sembra voler suggerire il nostro Autore che "petare" sia un'arte che può raggiungere in alcuni casi vette sublimi, nonché un'attività  pregevole per mantenersi in una condizione di buona salute. Ma, secondo le tesi dell'autore, oltre alla meticolosa nomenclatura classificatoria delle diverse morfologie del "vero" peto si affiancano altre due forme di ventosità  fastidiose e nefaste che screditano la buona reputazione di cui dovrebbe godere il peto "vero" e "puro".

Ammonisce, dunque, il nostro Autore:

"Il vero peto [o chiaro] è privo di odore, o ne ha così poco da non aver la forza di oltrepassare lo spazio che separa il varco da cui esce al naso dei presenti. Lo stesso nome latino del peto crepitus indica un rumore privo d'odore, e il malinteso nasce probabilmente dal fatto che in genere si confonde il peto con altre due ventosità, queste due funeste. La prima offende l'odorato e si chiama volgarmente loffia o, se si preferisce, peto muto o peto femmineo. La seconda, quella che offre lo spettacolo più odioso, viene chiamata peto spesso o correggia del manovale. La loffia caricata unicamente di quel che ha saccheggiato in precedenza, guadagna l'uscita senza far rumore ma in cambio offende nel modo più funesto l'odorato" (ib., pp. 20-22).

Sorvolando, invece, per decoro, sulla descrizione del peto spesso (che è quello che in dialetto siciliano viene definito come  piritu cu giummo (espressione idiomatica di cui, sempre per decoro, vi risparmio la traduzione), la loffia, cioè la ventosità  silenziosa (che arriva senza essere stato annunciata prima da alcun rumoreggiamento e, dunque, definibile come un "lampo" olfattivo, non seguito da alcun tuono). Le scorregge, quelle rumorose (di cui l'autore citato fornisce una minuziosa classificazione) e tanto amate da Christian De Sica nella serie cinematografica dei cinepanettoni, sono ben poca cosa rispetto alle funeste sofisticherie della loffia che ammorba l'aria: gli effetti sonori tanto emblematici della cultura goliardica e carnascialesca, pur essendo pertinenti con l'arte sublime del petare decantata dall'Autore non consentono in alcun modo di accedere alla proditoria abilità  del subdolo artigliere cultore della “loffia”.

Dunque, sempre secondo i principi esposti ne L'arte di petareJoseph Pujol (1847-1945), il famoso "Petomane" (e impersonato egregiamente da Ugo Tognazzi, in uno dei suoi ultimi film) era un vero artista del peto "petardo"  (quello rumoroso e senza odori) o anche di quello – anomalo – silenzioso, ma senza odori (derivante quest’ultimo dalla sua capacità di introdurre nell’intestino grandi quantità d’aria con l’esercizio di un’innata attitudine, che fu peraltro oggetto di studi da parte di alcuni fisiologi del tempo), in quanto esercitava la sua arte rimanendo nel range della percezione uditiva (articolare frasi, parole, arie musicali) e della “performance” (spegnere una candela alla distanza di un metro, per esempio), senza mai porsi nei panni del "subdolo artigliere" (cioè di “ammorbatore” dell’aria comune). 

Sembrerebbe suggerire, infine, l'autore del piccolo saggio che il "subdolo artigliere" abbia una sovrastima narcisistica della sua attività  e che goda sottilmente nell'osservare gli effetti che la sua sulfurea attività  provoca agli altri. Volendo guardare la cosa sotto questo profilo, dunque, il subdolo artigliere non è un solitario e deve necessariamente poter contare su di un suo pubblico, anche se non potrà  mai uscire dall’anonimato.

Il fatto di dover rimanere celato nell’ombra, il più delle volte accresce il sottile piacere dell’esercizio della sue funeste ventosità .

Le loffie, per questo motivo, hanno una forte rilevanza sociale, perché determinano effetti anche cospicui all'interno della comunità  in cui sono disseminate. In questo senso, il subdolo artigliere potrebbe anche essere un’emblematica figura dei consessi umani: è colui che inquina e ammorba rimanendo celato e che non si cela per vergogna ma perché gode del suo molesto anonimato.

Molti, pur avendo la tempra del subdolo artigliere, non hanno la stoffa psicologica per poterlo essere sino a in fondo e, scivolando su di un eccesso di mal riposta sincerità  e lealtà , si espongono ingenuamente al pubblico ludibrio.

Al tal riguardo voglio raccontarvi un episodio dei tempi della scuola.

 

Al Liceo avevo un compagno che qui voglio chiamare De Fartis (lasciando il suo vero nome nell’anonimato). De Fartis era uno di quei personaggi che finiscono con il diventare presto una macchietta: era un tipo allampanato, con gli occhiali dalle lenti spesse, cerchiate in una goffa montatura, ma si presentava anche con un aspetto perennemente polveroso e con abiti che, pur puliti e decorosi, parevano sempre irrimediabilmente stantii. De Fartis stava seduto nella fila centrale di banchi, quasi in fondo all'aula, perché era piuttosto alto. Alla sua sinistra si trovava due grandi finestre che davano luce all’aula. Avrebbe potuto essere un ottimo subdolo artigliere: per costituzione o per preferenze alimentari della sua famiglia, aveva sempre una sovrabbondante produzione di gas intestinali ricchi di amine odorose. Pur possedendo le risorse per poter essere un subdolo artigliere, per un eccesso di cortesia e di educazione (forse oggi si direbbe di political correctness) si tradiva regolarmente. Di tanto in tanto, perfino nelle più fredde giornate d’inverno, lo si vedeva improvvisamente schizzare in piedi nel bel mezzo della lezione per dirigersi con fare deciso e repentino verso il finestrone più vicino che, senza proferire verbo, spalancava immantinente. Alla sua azione facevano seguito le irate proteste di tutti noi che, in coro, gli gridavamo: Ma cosa fai De Fartis? Sei impazzito? Non vedi che così moriamo tutti di freddo!. De Fartis, schiacciato dal peso delle vibrate proteste, ubbidiente, richiudeva la finestra, riprendendo posto al suo banco: sempre senza proferire parola. A finestra chiusa, nemmeno era passato un istante, che l’intera aula era sommersa da un odore pestilenziale. Il coro era di nuovo unanime: De Fartis, cosa hai combinato! De Fartis, schifoso! Sempre lo stesso sei!

Anche in questa seconda fase del suo ineluttabile destino, De Fartis se ne rimaneva silente.

Lo stesso copione si ripeteva puntualmente, con minime variazioni da un giorno all’altro, tanto che ad un certo punto il povero De Fartis divenne il capro espiatorio delle proditorie attività  dei subdoli artiglieri, quelli veri che - come in ogni consesso umano -  nella nostra classe non mancavano e che agivano celati nell’ombra. Malgrado ciò, De Fartis si mantenne sempre fedele alla sua linea di condotta, e, ogni volta che si rendeva conto d’essere stato il responsabile di un qualsivoglia inquinamento olfattivo, agiva in modo conforme al principio della sincerità (si potrebbe dire con espressione moderna che faceva “coming out” della sua condizione di peteggiatore silente). Non volendo o non essendo capace di farsi subdolo, De Fartis finì¬ con l’assumere l’identità  del candido ed ingenuo artigliere, pronto a dichiararsi disseminatore di loffie e, dunque, esponendosi in nome dell'onestà  alla pubblica esecrazione. Fu così che, al minimo sentore di una puzza, tutti si trovassero a gridare contro il povero De Fartis che, da allora, si portò cucita addosso la nomea di irriducibile puzzone.

Dobbiamo dunque accettare che anche tra noi, alla partenza di una maratona si nascondano i subdoli artiglieri che, nell’assembramento, colpiscono con determinazione e con intimo godimento.

Come fare per prevenire le moleste azioni dei subdoli artiglieri? Temo che non ci sia alcuna soluzione possibile.

Potremmo soltanto chiedere ai subdoli artiglieri che si troveranno a leggere questo scritto, in nome della passione che ci accomuna, di essere cortesi, limitando il più possibile la disseminazione delle proprie loffie oppure, se l’impulso a liberarsene fosse talmente irrefrenabile - di cercare di variare opportunamente la loro dieta-base all’approssimarsi d’una maratona riducendo drasticamente legumi, broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles, krauti, scalogno, cipolle e cipollotti e tutti i cibi feculenti e flatulenti.

Forse, soltanto così potremo respirare un’aria più salubre, in attesa dello start e non dovremo più sentirci ammorbati.

Ma, in fondo, cosa importa?

Ribaltando la questione, potremmo invece ringraziare i subdoli artiglieri perché con le loro flatulenze, ci riportano indietro ai nostalgici tempi della scuola.

 

Vedi anche il seguente post

 

Condividi post
Repost0
28 aprile 2015 2 28 /04 /aprile /2015 06:03
Virgin Money London Marathon 2015 (35^ ed.). Spidy Spiderman e gli altri 33 che hanno conquistato sul campo il certificato Guinness World Records

In occasione della Virgin Money London Marathon che si è disputata, alla sua 35^ edizione, il 26 aprile 2015, sono stati 33 i nuovi primati registrati come Guinness World Record.

Il migliore di tutti, quanto a crono realizzato è stato Paul Martelletti che è divenuto il più veloce Spiderman che abbia mai corso la Maratona di Londra, con il crono di 2h30'12.

Ma accanto a lui ci sono stati runner che hanno corso la maratona con i travestimenti più fantasiosi, alcuni anche "collettivi", coinvolgenti interi gruppi (che ovviamente hanno dovuto procedere di conserva per portare avanti la propria messinscena).

Si è registrato anche il record realizzato da Jerry Knox, registrato come l'uomo più veloce a correre la Maratona di Londra, palleggiando contemporaneamente con due palloni da Basket, oppure la più veloce maratona corsa a tre gambe da parte di una coppia di donne (con le due gambe vicine legate).
Di seguito l'elenco dei 33 che si sono conquistati sul campo il famoso certificato Guinness.

 

 

Speedy Spider-Man is best of the record-breakers

(26/04/2015) Paul Martelletti became the fastest marathon-running Spider-Man at the Virgin Money London Marathon today as 33 Guinness World Records fell at the 35th anniversary edition of the event where a Leprechaun, a whoopee cushion and a telephone box were among those who earned the famous certificate.

Martelletti recorded the speediest time of all the record-breakers as he crossed the line in his superhero costume in 2:30:12, while Jerry Knox broke the record for fastest man dribbling two basketballs, and records fell for the fastest in a three-person costume and the fastest three-legged marathon by a female duo.

The following is a full list of Guinness World Records set today:

  1. The fastest marathon dressed as a three dimensional bird is 5:50:08 was achieved by Bob Johnson. (New record category)
  2. The fastest marathon in a four-person costume is 6:23:03 and was achieved by Andy Newman, David Newman, Ian Newman and Neil Hendy. (Previous record 6:29:44)
  3. The fastest marathon in a bomb disposal suit is 6:28:06 and was achieved by Iain Church. (Previous record 6:55:59)
  4. The fastest marathon carrying an 80-lb pack is 5:53:20 and was achieved by Marc Jenner. (Previous record 5:58:58)
  5. The fastest marathon dressed as a musical instrument is 4:26:12 and was achieved by Thomas Jones, dressed as a guitar. (Previous record 4:39:12)
  6. The fastest marathon dressed as a telephone box is 4:33:56 and was achieved by Ric Nardi. (Previous record 5:54:52)
  7. The fastest marathon carrying a 40-lb pack (female) is 4:34:42 and was achieved by Eva Clarke. (New record category)
  8. The fastest marathon three-legged (female) is 4:45:21 and was achieved by Debbie Leeland and Paula Marshall. (New record category)
  9. The fastest marathon dressed as a chef is 4:47:51 and was achieved by Stephen Roach. (Previous record 5:00:00)
  10. The fastest marathon dressed as a fruit, as a strawberry is 4:13:24 and was achieved by Elizabeth King. (Previous record 4:32:28)
  11. The fastest marathon in a three-person costume is 4:56:24 and was achieved by Andy Church, Laura Jones and Heather Smith. (Previous record 5:45:00)
  12. The fastest marathon dressed as a superhero is 2:30:12 and was achieved by Paul Martelletti as Spider-Man. (Previous record 2:33:00)
  13. The fastest marathon in a nurse’s uniform is 2:46:48 and was achieved by Neil Casey. (Previous record 2:48:24)
  14. The fastest marathon dressed as a lifeguard is 2:55:54 and was achieved by Terry Midgley. (Previous record 3:01:00)
  15. The fastest marathon carrying a 20lb pack is 2:56:39 and was achieved by Lee Ryan. (Previous record 3:12:29)
  16. The fastest marathon dressed as a leprechaun is 2:59:30 and was achieved by Adam Jones. (Previous record 3:09:40)
  17. The fastest marathon dressed as a boxer is 3:08:00 was achieved by Joe Elliott. (Previous record 3:35:34)
  18. The fastest marathon dressed in a nurse’s uniform (female) is 3:08:54 and was achieved by Sarah Dudgeon. (Previous record 3:13:58)
  19. The fastest marathon dressed as a videogame character is 3:09:28, and was achieved by Neil Light as Sonic the Hedgehog. (Previous record 3:29:41)
  20. The fastest marathon dressed as a doctor is 3:13:23 and was achieved by Victoria Carter. (Previous record 3:54:06)
  21. The fastest marathon in a cricket uniform is 3:20:46 and was achieved by Subhashis Basu. (Previous record 4:16:21)
  22. The fastest marathon dressed in a graduation gown is 3:32:08 and was achieved by Kelly Murphy. (New record category)
  23. The fastest marathon wearing a wetsuit is 3:19:41 and was achieved by Chris Taylor. (Previous record 3:25)
  24. The fastest marathon dressed as a crustacean is 3:34:23 and was achieved by Giles Lock. (Previous record 3:55:13)
  25. The fastest marathon dressed as a whoopee cushion is 3:38:15 and was achieved by David Smith. (New record category)
  26. The fastest marathon dressed as a mascot is 3:42:12 and was achieved by Andy Nice. (Previous record 3:51:50)
  27. The fastest marathon dressed as a monk is 3:27:17 and was achieved by Ian Young. (Previous record 3:29:32)
  28. The fastest marathon dressed as a plant is 3:47:55 and was achieved by Andrew Smith. (New record category)
  29. The fastest marathon dressed as a love heart is 3:18:23 and was achieved by Jennifer Sangster. (New record category)
  30. The fastest marathon dressed as a tool is 3:49:45 and was achieved by Terry Bradbury as a tape measure. (New record category)
  31. The fastest marathon dressed as an elf is 3:54:05 and was achieved by Andrew Shenton. (New record category)
  32. The fastest marathon dressed as a playing card is 4:05:30 and was achieved by Karen Irons-McLean. (Previous record 4:23:57)
  33. The fastest marathon dribbling two basketballs is 4:10:44 and was achieved by Jerry Knox. (Previous record: 4:39:12)
Condividi post
Repost0
17 aprile 2015 5 17 /04 /aprile /2015 05:25
Virgin Money London Marathon 2015 (35^ ed.). Coppia inglese celebrerà il matrimonio durante la maratona

I britannici Laura Harvey e Paul Eliott, in occasione della Virgin Money London Marathon 2015, il prossimo 26 aprile, coroneranno la loro storia d'amore, celebrando il matrimonio proprio durante la maratona: uniti nell'amore, dunque, ma anche nella passione della corsa e, in più, sostenuti dal desiderio di far del bene. Infatti, si sono impegnati a raccogliere fondi a favore della Ricerca contro il Cancro, nella misura di almeno 5000 sterline.

Non sarà, tuttavia, un matrimonio volante, come si potrebbe pensare: infatti, ci carà una cerimonia nuziale con tutti i crismi, all'incirca a metà gara.

I due futuri sposi, infatti, hanno prenotato per la cerimonia nuziale, una cappella nei pressi di Saint Katharine Docks, dove sosteranno per 45 minuti, il tempo necessario per celebrare il matrimonio e, quindi, riprenderanno la loro corsa come marito e moglie, per poi reincontrasi con amici e parenti, soltanto dopo la fine della loro corsa.
Ma non sono i primi ad averlo fatto. La tradizione è stata avviata nel 1999 da Mick Gambrill e Barbara Cole.

Auguri sentiti a Laura Harvey e a Paul Eliott!

(Testo inglese) For many, planning a wedding and training to complete the Virgin Money London Marathon would be too much to even contemplate doing at the same time. But that is exactly the challenge that Laura Harvey and Paul Elliott are undertaking, as they plan to marry during the race on Sunday 26 April.

The London couple, who are running to raise money for Cancer Research UK, are set to tie the knot around halfway through the race, with their ceremony booked at a licensed venue at St Katharine Docks for 12:45. This means the pair must cover the first 12.5 miles or so in under two hours 35 minutes, with the mass race beginning at 10:10.

After a 45-minute service, Laura, a physiotherapist, and Paul, a HR adviser, will hit the road again while their guests tuck in to lunch and watch the newly-weds run past again at the 22-mile mark. Once they cross the Finish Line in front of Buckingham Palace, the pair will head off to enjoy their wedding reception.

Paul, 41, says, “Everyone thinks it’s a bit mad, but we’re both sporty and wanted to do something different. My mum’s a bit worried as to whether I’ll firstly get to halfway and then to the Finish Line. Hopefully they won’t be waiting for too long.”

The couple are aiming to raise £5,000 for Cancer Research UK, the 2015 Virgin Money London Marathon’s official charity, in honour of Paul’s father Mark, who died of bowel cancer in 1996.

In a bid to prevent their legs seizing up after stopping mid-marathon, the duo have been practising running 13 miles before stopping at Starbucks for an hour then continuing.

Laura will complete the race wearing a tennis dress gown while Paul will don a suit top, leggings and top hat.

The 34-year-old bride-to-be says, “We both love the London Marathon and wanted to do something different for our wedding. We thought it would be amazing to combine the two! We got engaged last May and are very grateful to Cancer Research UK and the London Marathon for helping us make this happen”.

Laura and Paul form part of Cancer Research UK’s largest ever marathon team, who are aiming to raise £2.5 million in order to help build The Francis Crick Institute, a world leading centre of biomedical research due for completion later this year.

The first couple to get married during the London Marathon were Mick Gambrill and Barbara Cole in 1999.

Condividi post
Repost0
9 aprile 2015 4 09 /04 /aprile /2015 15:45
Un Sorso e Via di alcuni fa allo Stadio di Atletica di Palermo "Vito Schifani" (ex "Delle Palme), edizione 2005

Un Sorso e Via di alcuni fa allo Stadio di Atletica di Palermo "Vito Schifani" (ex "Delle Palme), edizione 2005

Chi assiste chi. Interessante duetto tra lo psichiatra-atleta (Crispi) e lo Psicologo con l'ombrello (Travaglino)... Una bella ed esplosiva combinazione, nello scenario dell'ultima edizione disputata a Palermo di "Un Sorso e via".
"Un Sorso e Via", la storica manifestazione "eno-podistica" con rifornimento alcoolico obbligatorio, voluta dalla Polisportiva Europa e di cui si sono celebrate otto edizioni aveva il pregio di interpretare il running con un forte spirito dissacrante, con tanta ironia e nello stesso di promuovere delle cause socialmente rilevanti, come quella di Emergency oppure dell'Associazione Libera.
Il messaggio che si voleva trasmettere era che, ogni tanto, anzichè correre con determinazione e con seriosità, ci si può rilassare e divertire, imbastendo un vero e proprio spettacolo "sociale", capace di attrarre tanti spettatori.

E non mancavano le mascherate, le batterie speciale di atleti vestiti in modo tematico ed anche spettacolazioni varie, per finire con il lancio di ortaggi e frutta marcia verso la platea assiepata nella gradinata, nonchè una serie di scoppiettanti ed esilaranti invenzioni, provenienti dalla mente fertile e teatrale di Aldo Siragusa.
Non sono nemmeno mancati - nel corso della storia breve, ma densa, di questo evento - degli attacchi forse proprio a causa di questo spirito fortemente dissacrante che lo impregava:

Un "Sorso e Via" chiuse i battenti: quella del 2005 fu l'ultima edizione.

Causa una cerca nostalgia venata di malinconia vedere i video con le belle immagini di questa manifestazione, vivace e colorata, anche perché nelle foto di allora comapre il volto di qualcuno che non c'è più.

Penso all'amico Mario Ferrara, prematuramente scomparso. Ma questo è un bel modo di ricordarlo: nel momento della gioia e della condivisione amicale.

Un Sorso e Via! tornerà?

Lo speriamo vivamente!

E, forse a giudicare dall'evento appositamente varato su FB (vedi il link inclus sotto), è più sì che no, anche se ancora non ne è stata resa nota la data.

Sì. é proprio vero che le cose buone a volte ritornano!

Condividi post
Repost0

Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
  • Contatti

About

  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


Ricerca

Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

banner tre rifugi Val Pellice 194x109

IAU logo 01
  NatureRace header
BannerRunnerMania.JPG
 banner-pubblicitario-djd.gif
VeniceUltramarathonFestival
supermaratonadelletna.jpg
LogoBlog 01
runlovers
atletica-notizie-01.jpg


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pagine

Gli articoli più letti negli ultimi 30 giorni

 

ultrasportheader950.gif

 

 

Gli articoli più visti dal 24/03/2014 al 24/04/2014
Mobile Virgin Money London Marathon 2014 (33^ ed.). L'evento è stato… 2 303
Articolo Virgin Money London Marathon 2014 (33^ ed.). L'evento è stato… 1 728
Home Ultramaratone, maratone e dintorni 579
Mobile Maratona del Lamone 2014. Podisti fanatici e ignoranti affermano: Ti… 247
Articolo Ciao, Carmelo! Il commiato di Elena Cifali - Ultramaratone, maratone… 241
Articolo Corsa, fatalità e senso di responsabilità - Ultramaratone, maratone e… 236
Mobile Ciao, Carmelo! Il commiato di Elena Cifali - Ultramaratone, maratone… 223
Mobile UltraMilano-Sanremo 2014 (1^ ed.). Il sapore della sfida, a pochi… 206
Articolo UltraMilano-Sanremo 2014 (1^ ed.). Il sapore della sfida, a pochi… 196
Mobile Virgin Money London Marathon 2014 (34^ ed.). L'evento è stato… 134
Articolo Maratona del Lamone 2014. Podisti fanatici e ignoranti affermano: Ti… 118
Mobile A 98 anni suonati Giuseppe Ottaviani fa incetta di Ori a Campionati… 104
Mobile Corsa, fatalità e senso di responsabilità - Ultramaratone, maratone e… 103
Articolo A 98 anni suonati Giuseppe Ottaviani fa incetta di Ori a Campionati… 102

 

Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
Iscritti alla Newsletter 148
Articoli pubblicati 4259


Categorie

I collaboratori

Lara arrivo pisa marathon 2012  arrivo attilio siracusa 2012
            Lara La Pera    Attilio Licciardi
 Elena Cifali all'arrivo della Maratona di Ragusa 2013  Eleonora Suizzo alla Supermaratona dell'Etna 2013 (Foto di Maurizio Crispi)
            Elena Cifali   Eleonora Suizzo
   
   
   
   
   
   

ShinyStat

Statistiche