I racconti “a caldo” forniscono quasi sempre dei quadri distorti o incompleti della realtà: nel senso che rischiano di finire con l'essere scontati o stereotipati, sopratutto quando si attivano critiche o risentimenti di vario genere.
A volte però é proprio questa distorsione a rendere la narrazione unica, altre a privarla del suo senso più profondo, offrendo un ritratto sfuocato dei fatti".
Ecco di seguito una citazione tratta dall'epicrisi scritta a caldo da Tommaso de Mottoni (titolare del blog "Sent1eroUno") e il link che porta al suo bell'articolo.
Non vi mancherà l’occasione di leggere centinaia di resoconti di martirio ed eroismo al Tor des Geants 2015. Neve, freddo, pioggia, nebbia fittissima e gelo. Condizioni dure. Spesso durissime. Ma non eccezionali: in montagna a metà settembre capita spesso di trovarle! Io ho passato la notte di martedì al calduccio, al bivacco Reboulaz a sentire snocciolare i numeri di pettorale degli abbandoni, quasi fossero delle litanie, nomi già reduci dall’ecatombe della notte di domenica, la radio da un lato, i racconti dei primi in classifica in arrivo in quei momenti dall’altro. Tanti ritiri. Forse troppi. Diciamo fin da subito che é vero, é stato un Tor duro e molto impegnativo, ma é altrettanto vero che queste condizioni in alta montagna a settembre sono comuni come angurie e vuccuprá sulle spiagge emiliane ad agosto. Quindi complimenti e pacche sulla spalla a chi ha affrontato tali avversità, ma non andiamo oltre.
Un po di contegno, e meno sensazionalismo. Non si esaltino troppo i finisher. Questa é la montagna, questo é quello per cui pagate.
Non intendo poi iniziare l’ennesima polemica sulla sicurezza, anche se di cose ne avrei da dire molte. Dico solo che io non avrei interrotto la gara, ma questo avrebbe voluto dire prestare il fianco ai soliti “finti garantisti della sicurezza”, ed evidentemente gli organizzatori hanno ritenuto più opportuno prendere una decisione che fosse popolare sul mercato, più che coerente con quello che è la montagna a settembre.
Il senso di questo pezzo é ben lontano dalle considerazioni tecniche sul TDG.
Voglio svelarvi un tesoro nascosto al Tor des Geants.
Voglio raccontarvi come un’esperienza, con il passare del tempo e il progredire degli eventi possa mutare di significato rivelando cose che rischiamo di non vedere. Il destino da senso e forma ad un mosaico che sovente ci troviamo davanti agli occhi ma che non vediamo.
Così, allo stesso modo, chi ha abbandonato quest’anno o è stato fermato non potendo finire, magari, ripensandoci e rileggendo l’esperienza può lasciarsi alle spalle la delusione e la tristezza facendo posto alla felicità per aver percorso un sentiero con dei tesori inaspettati.
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