Daniele Baranzini con i suoi "concept Run" si propone di portare avanti la corsa di lunga durata come impegno, come sfida con se stessi, come esperienza, spogliandola in parte dell'agonismo spinto, come non necessario e futile rispetto al nocciolo più interno dell'endurance che si può assaporare, correndo in solitaria, come lui ha fatto e lontano dalle luci della ribalta. In questo senso Daniele Baranzini sta alla corsa di lunga durata un po' come Henry David Thoreau, uno dei maestri del pensiero liberatario americano, diede i fondamenti di pensiero - con il suo Walden ovvero la vita nei boschi a personaggi intrepidi e avventurosi come Jack London ed Ernest Hemingway.
Se Daniele Baranzini con i suoi concept run, propone l'idea della corsa di endurance come avventura solitaria, nello stesso vuole lanciare il messaggio di uno sport pulito che, nell'afforntare imprese estreme, ma sostenibili, rifugge dal fare ricorso ad aiuti chimici di ogni genere.
Ecco, di seguito, alcune confidenze di Daniele Baranzini, qualche giorno dopo la conclusione del suo Concept Run Ultramaggiore.
Fra due settimane, Daniele incontrerà Dean Karnazes a Milano e, in quest'occasione, gli farà solo una domanda: "How was your longest run? everybody knows that it was the longest distance that was run no-stop by a human being until now....".
Siamo sicuri che, in seguito - ad incontro avvenuto - Daniele vorrà raccontarci il perchè di questa domande e dirci quali saranno state le risposte di Karnazes, oltre alle sue impressioni dirette sul personaggio e lo sportivo.
Alla prossima!