Ho casualmente scoperto dell'esistenza del "Bottom Running" di cui Andrea Furlanetto fu uno dei fondatori ed ispiratori: un movimento podistico spontaneo che però crebbe e si coagulò attorno ad un vero e proprio "manifesto" e si dotò di un suo decalogo (o meglio: nonalogo) di norme che contraddistinguevano i padri fondatori del gruppo dei Bottom Runner e dell'affine "Brigata tapasciona". che fu originariamente una colonna di podisti lombardi, mediamente ascrivibili alla categoria - appunto - "tapascionica", con poche eccezioni.
Il bottom running è sto - ed è - un movimento indipendente, di cui Andrea Furlanetto è il teorico e l'ideologo. Agivano in modo informale e trasversalmente rispetto a podisti.net e al suo "verbo" serioso" (per quanto spesso venato da inutili e velenose polemiche), qualificandoci come BR e tentando di portare alla loro causa altri podisti, ma senza un'organizzazione o una connotazione territoriale. Il nucleo originario decise, poi, di aderire alla Brigata Tapasciona in quanto vi erano tra i due gruppi affinità di motivazioni podistiche e in questa "fusione" si scorse l'opportunità di fare massa critica.
Il movimento "Bottom Running" è stato casualmente recuperato dalle nebbie dell'oblio dallo stesso Andrea Furlanetto, proprio in questi giorni, in occasione della maratona di crevalcore dello scorso 6 gennaio ed è interessante leggerlo oggi, per accorgersi di quanto fresche siano ancora le sue intenzione del movimento BR.
Io stesso, mi sento molto vicino a questo movimento, poichè nell'ultimo periodo in cui corsi maratone ed ultra meritai a pieno titolo l'appellativo di "Il filosofo delle retrovie", anche se mi muovevo in modo indipendente da quel lupo solitario che sono...
(Andrea Furlanetto) Gli eventi degli ultimi giorni, ruotati attorno alla maratona di Crevalcore, da me chiusa - non senza sacrificio - nel poco commendevole tempo di 4 ore e 30 minuti, hanno riportato alla ribalta il Bottom Running. Essendo uno dei fondatori del movimento, nonché il teorico e l'ideologo dello stesso, ritengo opportuno redigere questa nota, al fine di tramandare ai posteri la verità sul tema, evitando distorsioni e dispersioni così comuni in questo proteiforme contenitore che è il web.
Innanzitutto, è di fondamentale importanza affermare qui che il bottom running nacque come movimento indipendente, senza un'organizzazione o una connotazione territoriale. Era un movimento anarchico, acefalo, nel quale - non a caso - il fuoco d'interesse non era la testa, bensì il culo. Il nucleo originario di poche unità agiva in modo informale, trasversalmente al sito podisti.net.
Ci qualificavamo individualmente come Bottom Runners nel forum e tentavamo di portare alla nostra causa altri podisti, con l'arma dell'inquinamento ridanciano e vagamente dadaista dei post semiseri (ciò che tecnicamente si definiva 'svaccamento'). Il moderato progresso e il sostanziale disinteresse per un'escalation dalla guerriglia dialettica alla campagna di reclutamento, fece sì che ci fosse una naturale trasmigrazione nell'alveo della Brigata Tapasciona di cui noi Bottom Runner condividevamo molte motivazioni podistiche e con la quale si scorse l'opportunità di fare massa critica. In qualche modo, il nucleo eminentemente nord-milanese della Brigata Tapasciona accolse la sparuta e variegata pattuglia di bottom runner e tuttora ci lega una forte relazione di affetto.
A differenza dei commendevoli Podisti da Marte, che hanno consacrato la loro corsa a finalità sociali, la Brigata Tapasciona traeva il suo fondamento nella convivialità e nella gioia di passare del tempo assieme con la scusa della corsa. Anche se possiamo occasionalmente impegnarci in qualcosa di più alto, oppure aderire a iniziative di solidarietà, noi Bottom Runner rivendichiamo la nostra intima natura di cazzari cui piace guardare il culo delle podiste o dei podisti che ci precedono, a seconda del nostro gusto estetico ed orientamento sessuale.
Riporto di seguito una versione lievemente adattata del nonalogo dei Bottom Runner, rispondendo al quale ognuno può valutare il suo grado di aderenza a ideologia, teoria e prassi del movimento.
- Corro per stare meglio, inspiro aria fresca ed espiro preoccupazioni, pensieri, fastidi.
- Non mangio meglio per correre di più, bensì corro meglio per mangiare di più.
- Sono il mio unico avversario, ma sono anche uno sportivo e - rispettando l'avversario - rispetto anche i miei limiti.
- Non mi fermo, ma rallento prima di stare male.
- Se inizio una gara, la porto a termine, ma senza eroismi.
- Nessuno mi paga per correre e nessuno si lamenterà se arrivo più tardi.
- Delle gare ricordo la compagnia, i panorami... e anche i tempi.
- Le corse più belle sono quelle oltre i 25 km, perché è scientificamente provato che la fatica ammorbidisce i caratteri più superbi. Chiunque accetterà un incoraggiamento e financo un puerile complimento dal 25° km in poi.
- Ciò è fondamentale, perché come Bottom Runner traggo motivazione anche osservando il culo degli atleti del sesso che risponde ai miei gusti.
Per un approfondimento sulle origini del movimento vai al seguente link: