Ci sono libri che si portano addosso pesanti etichette, e le etichette non sono mai belle, specie se fatte in modo da relegare un libro all'interno di un'asfittica definizione di "genere".
Zanna Bianca di Jack London si porta appresso l’etichetta di essere soltanto un libro per ragazzi e, soprattutto nel quadro della cultura italiana affiitta dai cascami crociani, è rimasto da sempre relegato negli scaffali della letteratura "per l'infanzia e la fanciullezza".
Da ragazzo l'ho letto, grazie a mio padre e a mia madre che, frequentemente, mi proponevano delle letture che ritenevano adatte alla mia età, assieme a correlato "Il Richiamo della Foresta": entrambi i romanzi fanno parte dell'affresco londoniana dedicata al "Grande Nord" e ispirato alle sue personali esperienze di cercatore d'oro nella valle dello Yukon in Alaska.
E' recente l'uscita nelle librerie del capolavoro londoniano di un'edizione Feltrinelli con una nuova traduzione, messa a punto dal giornalista, scrittore e viaggiatore Davide Sapienza (sua anche la postfazione) che con le sue parole non edulcorate e diretta fa rivivere a pieno le emozioni della Wilderness, i suoi dilemmi e le sue significazioni allegoriche.
Zanna Bianca è indubbiamente un grande libro che suscita grandi emozioni: Jack London non fu un "pennivendolo da quattro soldi", come alcune teste d'uovo della letteratura italiane volero far credere, ma è stato un spiratore per molte generazioni di giovani e maestro letterario nordamericano (si pensi ad Hemingway, ad esempio, che trasse gran parte della linfa vitale delle sue ispirazioni e delle sue scelte di vita, proprio dall'esempio vivente offerto da Jack London e dalle sue prove letterarie).
Ora appare chiaro a tutti che Jack London è un grande scrittore, a cui rendere omaggio (e Marco Paolini lo ha fatto di recente, con un bellissimo spettacolo a teatro, con il titolo "Ballata di uomini e cani").
Zanna Bianca (White Fang) è un libro sulla Wilderness, la natura selvaggia. È un libro sul rapporto uomo-natura. Sul rapporto vita-morte, e certe volte la vita è allontanamento dallo stato selvaggio, è addomesticamento. Le metafore di London, per esempio quella sull’essere lupi, essere cani, essere metà lupi e metà cani, riguardano tutti noi. È un libro anche faticoso: difficile accettare le ingiustizie e le violenze a cui Zanna bianca viene sottoposto.
Un plauso a Davide Sapienza, che ci dona una traduzione eccelsa, credo poco adatta ai ragazzi, ma precisa e rispettosa del grande scrittore di cui lui è il massimo esperto in Italia.
Chi ama la natura, chi ama ascoltarla e viverla in profondità, non può non leggere Jack London, uno dei grandi maestri della wilderness. Ecco, il compito di oggi è questo: leggetevi (e rileggetevi) Zanna bianca, per ascoltarvi in profondità e vedere che emozioni vi suscita.
Zanna Bianca (pubblicato la prima volta a puntate tra il maggio e l'ottobre del 1906) è uno dei più famosi romanzi dello scrittore statunitense Jack London. Il romanzo può essere considerato uno dei classici della letteratura per ragazzi [ma non solo, ovviamente].
Il libro racconta la vita di un lupo con un quarto di sangue di cane, che nasce nel territorio canadese dello Yukon alla fine del XIX secolo e la sua ambientazione è ricavata dalle esperienze avute da London nel Klondike, come cercatore d'oro.
Zanna Bianca ha una trama speculare all'altro famoso romanzo di London "Il richiamo della foresta", del quale è "il libro compagno, non il seguito", come scrisse lo stesso autore all'editore Macmillan in una lettera nel quale gli annunciava la composizione del romanzo.
Il romanzo è fedele alla prosa precisa dello stile di London e presenta un uso innovativo della prospettiva narrativa: la maggior parte del romanzo è scritto dal punto di vista degli animali, descrivendo il modo in cui London ritiene che essi vedano il loro mondo a loro circostante e soprattutto gli uomini.
Viene descritto dettagliatamente il violento mondo selvaggio, in cui vige la "legge del bastone e della zanna", affiancato subito all'altrettanto violento mondo della cosiddetta civiltà umana.
Zanna Bianca è stato tradotto in moltissime lingue ed ha avuto anche numerose trasposizioni cinematografiche, l'ultima nel 1994.
(Dalla quarta di copertina) "Zanna Bianca, il protagonista del romanzo, è l'unico di quattro cuccioli che riesce a sopravvivere in una grotta dello Yukon, sopra un torrente, lontano da ovunque. Dentro la tana inaccessibile, il piccolo lupo viene al mondo generato da colei che viene semplicemente presentata come 'la lupa' e la prima parte del libro lascia in questa sospensione il lettore per condurlo sulla pista dei valori 'primordiali', senza nomi e cognomi. È come se London volesse sfruttare un archetipo e i suoi simboli; solo in seguito scopriamo che 'la lupa' è Kiche, figlia di un lupo e di un cane, una femmina agguerrita e astuta, già di proprietà del capotribù Castoro Grigio. [...] Zanna Bianca nasce nel Wild e nasce lupo con dentro il codice genetico del cane: quest'altro archetipo alla fine prevarrà dopo una lunga storia formativa fatta di durezza e amore, rinuncia e crudeltà. Anche il padre di Zanna Bianca è un archetipo, ma il vecchio lupo grigio Occhio Solo, sopravvissuto a mille battaglie e alla furia della natura selvaggia, diventa il simbolo della vita che sopravvive a se stessa, del Wild che scorre dalle generazioni che lo hanno preceduto a quelle future." (Dalla Postfazione di Davide Sapienza)
Jack London (curato da davide sapienza), “Zanna Bianca”, Feltrinelli 2014.
Intervista con Davide sapienza sulla nuova traduzione di Zanna Bianca