Come l'etiope Abebe Bikila o come la sudafricana Zola Budd (specialista di mezzofondo e corse campestri a piedi scalzi) o come Ken Saxton conosciuto come "The Guru of Shoeless", l'atleta, Gianni Rubini (classe 1958) correrà scalzo (a piedi ignudi), sfidando il freddo e le asperità del fondo stradale, l'impegnativa 6° Mezza Maratona Monte dello Scudo di km 21,097 con il pettorale 437, il prossimo 8 dicembre.
Ma giusto perchè Rubini non venga preso per un eccentrico che vuole fare la corsa "strana" o in modo tale da essere attenzionato come un originale, riportiamo qui di seguito un articolo di approfondimento sui benefici della corsa a piedi scalzi.
Sempre di più si fanno strada autorevoli opinioni per sottolineare come l'uso delle scarpe superprotettive ci sta, a poco a poco, facendo disimparare un corretto appoggio del piede sul suolo e, soprattutto, riducendo le afferenze cinestesiche e propriocettive, scaturenti dall'impatto diretto del piede a terra senza intercapedini di sorta, ci sta privando della sensibilità ancestrale nel contatto diretto tra il nostro corpo e il suolo che calpestiamo (e in via generale la Terra nella sua interezza).
Quello che riportiamo è solo uno tra i tanti comparsi di recente che esaminano i vantaggi della corsa a piedi scalzi o con calzature minimaliste (five fingers).
Anche se non mancano articoli in cui si nega che correre a piedi scalzi non sia produttivo ai fini del miglioramento del gesto atletico e della sua effcienza, come quello comparso sul sito Albanesi.it.
Senza voler essere fondamentalisti del piede ignudo (alla maniera di Ken Saxton, per intenderci), quel che è certo è che bisogna camminare tutte le volte che ciò sia possibile a piedi scalzi, tenere i piedi a riposo liberida qualsisi calzatura, corricchiare anche se le superfici lo consentono senza farsi del male: sicuramente se ne ricaveranno grandi vantaggi posturali ed anche un miglioramento del gesto atletico della corsa in virtà di un accresciuta sensibilità propriocetttiva e cinestesica del piede, assieme ad una riduzione degli infortuni in questo sensibile distretto del corpo, per via del rafforzamento delle arcate plantari.
L'articolo riportato è comparso sulla Stampa.it con il titolo "La corsa a piedi nudi, la migliore per la salute")
[lm&sdp] Indossare scarpe può nuocere alla salute del piede e, di riflesso, a quella del corpo in generale. Meglio correre a piedi nudi o con qualcosa che non impedisca il corretto movimento del piede e della gamba
A piedi nudi nel parco è il titolo di un vecchio film con Robert Redford e Jane Fonda che potrebbe fare anche da titolo alla ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di Harward, la quale afferma che correre a piedi nudi sia più salutare che non con le scarpe.
E se l’idea non ci sconfinfera più di tanto, ci vengono in soccorso sempre i ricercatori che hanno voluto studiare un tipo di suola che aderisce al piede come un guanto, proteggendo la pianta e assecondando il naturale movimento – cosa che verrebbe impedita da una normale scarpa da jogging, per quanto ammortizzata.
La dottoressa Irene Davis dell'American College of Sports Medicine ha esposto i risultati del suo studio alla 2011 Australasian Podiatry Conference a Melbourne, così come riportato da ABC Science. Qui, insieme alla collega Catherine Worthingham della American Physical Therapy Association, ha mostrato come agiscono queste innovative calzature che restituiscono al piede l’intera gamma di movimenti naturali ma, al tempo stesso, proteggono la pianta dai sassi o dalle temperature di superficie estreme.
Prima, e per arrivare a ideare questo genere di calzatura, le ricercatrici hanno studiato i corridori keniani, noti per essere eccellenti podisti a piedi nudi.
«Quando si poggia a terra il tallone si finisce con l’aumenta molto rapidamente il picco della forza di cui fa esperienza il corpo. Ciò va completamente via quando si esegue a piedi nudi perché si poggia il metatarso al suolo», ha spiegato Davis.
L’analisi di queste suole/guanto confrontate ai movimenti del piede di chi corre a piedi nudi ha permesso di notare come questi movimenti naturali non fossero impediti. La prima cosa che si è notata durante i test è che le persone che le indossavano lamentavano dolori ai muscoli del piede.
Questo, secondo gli scienziati, è normale perché i tendini, i muscoli del piede, della caviglia, del polpaccio e della coscia iniziano per la prima volta a fare il lavoro per cui sono programmati.
Utilizzando scarpe convenzionali, questi tendini e muscoli non lavorano come dovrebbero. Così, correndo a piedi nudi, ecco arrivare i dolori che, tuttavia, scompaiono dopo un po’ di tempo.
Tra gli altri vantaggi offerti dal correre a piedi nudi – o con qualcosa che ne imiti la modalità – c’è l’aiuto che ricevono le persone con piedi piatti nel rafforzare e aumentare l’ampiezza gli archi plantari, fanno notare le ricercatrici.
Bene, da domani, tutti a piedi nudi nel parco… facendo attenzione ai cocci di vetro, mozziconi ancora accesi, chiodi e compagnia bella.
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