Ecco di seguito una piccola estemporanea riflessione di Elena Cifali.
L'ho letta e mi è piaciuta.
Mi ha ricordato di un articolo che scrissi tanto tempo fa all'esordio delle mie gare podistiche (pubblicato nel mitico periodico "Corrisicilia") nel quale, a partire da una mia considerazione (accompagnato da una forte ed intensa emozione), scaturita mentre arrancavo su una delle vie pedemontane etnee, durante una delle altrettanto mitiche edizioni del "Giro podistico dell'Etna", organizzato dal compianto Giuffrida, e mi imbattei in un graffito vergato rozzamente su di muretto di che delimitava la sede stradale. La scritta nella sua schiettezza era di una semplicità lapidaria e, francamente, aveva il potere di mettere in crisi chiunque la leggesse, qualunque stesse facendo in quell'istante: "Perchè?" - diceva, vergata a carattere cubitali, in vernice nera ormai un po' sbiadita sullo sfondo grigiastro del cemento.
Già, gli interrogativi che periodicamente mi sono posto da allora e che mi ha indotto a più di una riflessione (alcune delle quali si sono poi trasformate in piccoli articoli) appunto "Perchè lo fanno?" oppure "Perchè lo facciamo?".
E' un interrogativo che ogni tanto fa bene rispolverare: in fondo la corsa sulle lunghe distanze, oltre ad essere un'attività fisica è anche occasione per coinvolgere la mente e lo spirito, poichè da alimento sia ai nostri pensieri sia alla nostra voglia incoffessata di assoluto e di ricerca di un qualcosa che sia trascendente. E ciò accade, spesso, senza che se ne abbia una chiara consapevolezza.
Le risposte possibili sono molteplici, con alcune tanti possono identificarsi, altre sono più astruse, a volte metafisiche, in alcuni casi assolutamente personali.
Ma delle risposte si possono trovare sempre.
E quindi, ogni tanto, è bene confrontarsi con interrogativi come quelli che ci pone Elena Cifali, poichè riconducono la corsa ad una delle sue più importanti radici interiori.
Ad esempio, perchè ai runner piace sudare come le bestie, soffrire come sotto tortura, soffiarsi il naso con le mani e poi asciugarsele sui pantaloncini, battere e ribattere i piedi sull'asfalto sentendo dolore in ogni dove ?
Perchè noi runner ci ostiniamo a correre sotto il sole, anche quando non abbiamo freddo, o col gelo, quando non abbiamo caldo ?
Perchè i podisti si imbottiscono, a volte, di antinfiammatori e fanno finta di essere in ottima forma, dicendo ad amici e parenti di stare benissimo anche se la mattina a stento riescono ad alzarsi dal letto tra grida di dolore a piedi e ginocchia ?
Perché guardano con ammirazione - e tante volte espongono - le loro unghie nere o dita devastate senza unghie oppure le loro vesciche ai piedi, come fossero trofei di caccia?
Perchè arrivano a spendere più di ciò che guadagnano in scarpe, indumenti tecnici, gadget varie e trasferte?
Chissà!
Misteri della corsa!