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10 ottobre 2016 1 10 /10 /ottobre /2016 20:03
100 km delle Alpi 2016 (8^ ed.). La vittoria al biellese Stefano Velatta e qualche polemica sugli aspetti logistico-organizzativi

Il biellese Stefano Velatta ha trionfato alla 8^ edizione della 100 chilometri delle Alpi, corsa su strada partita la mattina dell'8 ottobre da Torino alle 10.00 e organizzata dalla ASD Giro d’Italia Run: sono stati circa 160 gli iscritti,  ma solo 130 i partenti che si sono avviati da Torino per arrivare al traguardo di Saint Vincent, in una 100 km che connette le Regioni Val d'Aosta e Piemonte.

Il portacolori del Gaglianico 74 ha tagliato il traguardo posto nel centro storico di Saint Vincent in Valle d’Aosta dopo 7 ore 50 minuti e 36 secondi, un tempo di tutto rispetto in senso assoluto.

Una gara tatticamente perfetta” - come l’ha lui stesso definita poco dopo l’arrivo, festeggiato da numerosi amici e compagni di squadra: Velatta, che già aveva partecipato a questa massacrante gara due anni fa chiudendo secondo, ha impostato una condotta di gara prudente, senza farsi prendere dall’euforia di strafare, ma tuttaviaconvinto delle proprie potenzialità.

Stefano Velatta, biellese, vincitore della 100 km delle Alpi 2016 (8 ottobre 2016)Nei primi chilometri ha lasciato andare via un paio di avversari che poi, pian piano, hanno perso terreno. Intorno al 40° chilometro il runner biellese era già al comando della corsa con un centinaio di metri sul più immediato inseguitore. Lo strappo è arrivato qualche chilometro prima di entrare in terra valdostana: a Carema Velatta aveva già accumulato venti minuti di vantaggio sul secondo, il ligure Denis Capillo da Arma di Taggia, arrivato al traguardo un’ora dopo in 8 ore e 47 minuti, mentre terzo assoluto si è piazzato il siciliano Santo Monaco. fresco vincitore della 1^ edizione della Etna Extreme - 100 km del Vulcano che si è disputata lo scorso 11 settembre, e chiuse allora con il crono di 10h22'54.

Intorno al 60° km, un inizio di crampi lo ha preoccupato, ma passata la lieve crisi Velatta ha ripreso a macinare chilometri a velocità sostenuta: all’85°km  il vantaggio era lievitato a oltre 30 minuti, un buonissimo bottino in vista dell’ultima temibile salita, il Mont Jovet.
Nell’ultima rampa il capolavoro finale sorretto dalle urla di incitamento dei suoi compagni di squadra del Gaglianico 74 (che si sono presentati con una maglietta dedicata all’evento) e dei suoi amici che hanno fatto la spola lungo il percorso per incitarlo e dargli il supporto morale necessario.

Al traguardo è arrivato a braccia alzate, scoppiando poi in un pianto liberatorio alla vista di tutte le persone che lo stavano attendendo per festeggiarlo: l’abbraccio più emozionante con la figlia Noemi che gli è stata vicino per tutto il percorso, accompagnata in auto dall’amico Antonello (anche lui ultramaratoneta) e dalla figlia Francesca che lo hanno seguito come un ombra per tutti e 100 i chilometri.

E’ una gara che mi piace molto, per i paesaggi che attraversi e per la tipologia di percorso. Volevo stare sotto le otto ore - ha dichiarato Velatta - volevo vincerla e ce l’ho fatta: è una grandissima soddisfazione personale e per tutte le persone che mi vogliono bene e che mi sono vicine nelle cose che faccio. Un ringraziamento particolare alla mia allenatrice Clelia Zola e a tutti gli amici che mi hanno seguito voglio solo dire che sono stati fantastici". 
Luisa Betty, finisher della 100 km delle Alpi 2016Intervistato dalla Rai regionale valdostana Velatta ha confidato i suoi segreti: "La forza è la mia famiglia, poi non ho altro segreto se non tante e tante ore di allenamento duro che forzatamente devo conciliare anche con la mia attività lavorativa. Facendo i turni in fabbrica sono sicuramente agevolato rispetto a chi fa giornata, ma non mi pongo problemi se devo allenarmi al mattino presto o alla sera".

Ma si sa che la gara dei primi non collima mai nella percezione che si raccoglie di esse con le impressioni che, alla fine, raccolgono tutti coloro che seguono e che si collocano al traguardo tra i primissimi e lo scoccare del tempo massimo regolamentare.
Ed ecco che così vogliamo dare spazio al punto di vista di Luisa Betty con oltre 180 gare concluse tra maratone e ultra al suo attivo, non ultimissima classificata, che esprime una serie di critiche serrate all'organizzazione sia per quanto concerne l'assistenza in gara agli atleti, sia per quanto concerne la logistica dei serivizi resi nel dopo gara.
Seguendo il parere di Luisa Betty, alla 100 km delle Alpi dovrebbe essere attribuito un punteggio assai basso.
Ma vediamo le sue parole... che, naturalmente, vengono riportate, in attesa di eventuali smentite oppure di pareri discordanti che saremo lieti di pubblicare in questo magazine.
I punti dolenti segnalati da Luisa Betty - perlomeno quelli riscontrati in corso di gara - sono legati al fatto che in una 100 km in linea con relativamente pochi partecipanti  i posti di ristoro sono difficilmente gestibili stante la rarefazione dei passaggi degli atleti, una volta superato il 30° km. I problemi relativi alla sicurezza degli atleti (soprattutto per la massa dei partecipanti, esclusi i top runner) peraltro si pongono anche in altre più blasonate 100 km, solo che in queste - prenendo come parametro di riferimento la 100 km del Passatore (peraltro citata dalla Betty) vale l'effetto massa critica, stante il numero elevato dei partecipanti, anche se di quando in quando qualche incidente si verifica.
E, assumendo che le parole di Luisa Betty, puntino effettivamente il dito su qualche aspetto organizzativo ancora traballante ed incerto, c'è da sperare che sortiscano l'effetto di critica costruttiva che impegni gli organizzatori a cercare di far meglio ad una prossima edizione.

"E come l'Artista tenta di riprodurre sulle proprie tele un'immagine o una sensazione per come l'ha vista e vissuta...così l'Atleta, attraverso le gare che corre, esprime se stesso, finalizza i suoi sacrifici, si realizza sia come sportivo che come Uomo."
Ho scelto, non a caso, questa splendida e veritiera citazione per commentare la deludente "100 km delle Alpi" da Torino a S.Vincent (i quali in realtà si sono poi rivelati essere 102), la mia 188^ fra maratone ed ultra, che purtroppo sono costretta ad archiviare come la peggiore 100 km che abbia mai corso finora: sia per l'estremo squallore e pericolosità del percorso (in particolare i 35 km iniziali di noiosissimo "piattume", per non parlare dei vari tratti in notturna completamente al buio con le auto che ci sfrecciavano accanto alla massima velocità), ma soprattutto per la veramente PESSIMA organizzazione e la più totale mancanza di interesse e riguardo verso gli Atleti.
Qualche esempio di ciò: ristori completamente sfasati, segnalazione errata del percorso (riscontrata da tutti i partecipanti) superiore di 2 km, medaglia per soli 25 atleti su 126 iscritti (io stessa sono rimasta senza), pasta-party inesistente, palestra che in teoria avrebbe dovuto essere "riscaldata" e dove invece si battevano i denti dal freddo, con i poveri atleti costretti a coricarsi su misere brandine senza uno straccio di coperta, incredibile cafonaggine e maleducazione da parte di giudici e assistenti di gara, e potrei elencarne ancora tante altre di pecche e mancanze di rispetto nei confronti di chi correva. Insomma una delusione totale sotto quasi ogni punto di vista, ed e' un vero peccato poiché si tratta pur sempre della 100 km più antica d'Italia [non come numero di edizioni, ma per quanto concerne l'anno di inizio. Ndr] e non merita di andare a morire per colpa di gente inetta, cafona e incompetente che di sport non ne sa e non ne capisce un bel nulla. Purtroppo temo che questa sara' la sua inevitabile fine, dato che la gente non paga di certo per tornare dove sa di venir presa a pesci in faccia (giustamente). Organizzare una qualsiasi gara non e' di per se' facile, figuriamoci una 100 km: non e' un gioco ne' uno scherzo, specie quando viene messa a rischio l'incolumità dei partecipanti, e se non si e' sicuri di riuscire a garantire un'organizzazione quasi impeccabile...Be', allora é decisamente meglio STAR FERMI e dedicarsi ad altro, prima di combinare danni ben più gravi!
Questo é il mio modesto parere e chi mi conosce sa che scrivo ed espongo sempre ciò che penso senza peli sulla lingua (né sulla penna).
L'unica nota positiva e' stata il correrla a passo tranquillissimo assieme a due compagni di avventura straordinari come la "talebana" Sara Ultrarunner Paganucci e il "Forrest Gump" italiano Costanzo Michelangelo, che fra chiacchiere e risate sono riusciti a rendere piacevole persino una gara disastrosa come questa. Proprio vero che "l'Unione fa sempre la Forza", ed il mio ringraziamento più sincero oggi va solo ai miei due straordinari Amici, poiché senza di loro forse stavolta avrei gettato la spugna, troppo presa dalla rabbia e dallo sconforto.
Invece, grazie a loro sono FINISHER anche stavolta e sono pure stata premiata come prima assoluta di categoria, dopo aver corso 96 km appena due settimane fa, quindi cercherò di tenere solo i ricordi positivi come questo e di dimenticare tutto il resto...ma certo e' che alla Torino-S. Vincent la sottoscritta non ce la vedranno MAI piu'!
E la sconsiglio vivamente anche a tutti voi...
Meglio spendere soldi per le 100 km "serie" come Asolo e Passatore, dove perlomeno si è sicuri di trovare un'organizzazione all'altezza delle aspettative, datemi retta!
Perdonate lo "sfogo", ma mi pareva giusto e corretto denunciare tutto ciò e mettervene al corrente (anche e soprattutto per mettervi in guardia).
Alla prossima... sperando che sia migliore di questa!

Luisa Betty

Altri mometi della performance di Stefano Velatta. E, in una foto di Maurizio Crispi, l'arrivo di Santo Monaco alla Etna Extreme 100 km del Vulcano.
Altri mometi della performance di Stefano Velatta. E, in una foto di Maurizio Crispi, l'arrivo di Santo Monaco alla Etna Extreme 100 km del Vulcano.
Altri mometi della performance di Stefano Velatta. E, in una foto di Maurizio Crispi, l'arrivo di Santo Monaco alla Etna Extreme 100 km del Vulcano.
Altri mometi della performance di Stefano Velatta. E, in una foto di Maurizio Crispi, l'arrivo di Santo Monaco alla Etna Extreme 100 km del Vulcano.

Altri mometi della performance di Stefano Velatta. E, in una foto di Maurizio Crispi, l'arrivo di Santo Monaco alla Etna Extreme 100 km del Vulcano.

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commenti

C
Io non penso nulla tanto è vero che sei stato tu a chiedere informazioni su di me...rileggi i messaggj e vedrai. Tutti qui. Andro a leggere con attenzione i tuoi articoli perché essendo.un amante della corsa mi fa piacere che una gara aumenti.di interesse che invece vada a morire. E le mie critiche sono al fine di migliorare non certo di creare polemica. Tutto qui.<br /> Ma dirmi che devo pagarmi il ristoto finale questo non ko accetto.
Rispondi
U
Io non ti ho detto che ti devi pagare il ristoro finale. Ma in altre nazioni - e questa è una realtà - la pensano diversamente. Tutto qui.<br /> Avevo apprezzato ciò che hai scritto e, infatti, ti chiedevo nella mia prima replica se mi davi l'autorizzazione per utilizzare ciò che hai scritto come commento per un articolo a se stante. Ma, a questo fine, dovresti inviarmi una tua foto di corsa, per corredare il testo e qualche breve notizia podistica su di te (è mia consuetudine presentare l'autore di un testo in modo congruo).
U
Caro Christian, mi dispiace che tu abbia pensato che io mi nasconda dietro un'etichetta anonima, ma rispondo come "Ultramaratone Maratone e Dintorni", semplicemente perchè sono il gestore /e creatore) di questo magazine online. E puoi trovare tutte le informazioni su di me nella colonna a destra.<br /> Comunque, in breve, mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner (oggi ex runner, non nel senso che non corro più, ma piuttosto nel senso che non partecipo più come runner anche se spesso sono rpesente in veste di fotografo e giornalista) che ha nel suo curriculum oltre 200 tra maratone e ultra: Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questo magazine pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
Rispondi
C
Che io alla fine di una gara mi devo pagare una tazza di the ma che diavolo stai dicendo? ? ? Ma scrivi in quanto pensi o scrivi e parli senza cognizione di causa? <br /> Vuoi fare quello che sa tirando.in balloil passatore.<br /> All origine la gara era piu lunga perche si diceva che univa le due piazze piu belle d Italia. Poi si è deciso di fare 100 km spostando la partenza in via dei calzaiuoli.<br /> Per la precisione.
Rispondi
U
Per la precisione la 100 del Passatore è partita sempre da Piazza della Signoria, proprio all'inizio di Via de' Calzaioli. Poi, con l'aumentare del numero degli iscritti hanno spostato la linea di partenza alcune centinaia di metri più avanti.<br /> La riduzione della distanza è stata operata a Borgo San Lorenzo: lo so perchè ho fatto la gara con il percorso originario in cui si girava attornoa Borgo San Lorenzo, anziché tirare dritto attraverso il paese.<br /> Mi hai frainteso: non intendevo dire che tu ti debba pagare una tazza di the caldo alla fine della tua fatica, assolutamente. Stavo solo dicendo che esistono anche altre realtà, come nel Regno Unito (Gran Bretagna)appunto, in cui in sostanza nulla viene elargito ai partecipanti, all'infuori dei posti dei ristoro, se sono previsti, altrimenti se il regolamento non li prevede si va in autosufficienza. Ho girato parecchio e quindi parlo a ragion veduta.<br /> In ogni caso, questo è un luogo per scambiarsi delle opinione e non c'è nessuna ragione di scaldarsi o diventare offensivi.
U
Ho partecipato a 15 edizione della 100 km del Passatore e sono stato finisher di 8. Quindi conosco perfettamente ciò di cui parlo.<br /> Ho partecipato anche a svariate altre 100 km in diverse location.<br /> Mi era sfuggito che avevi concluso la 100 delle Alpi. Scusami. Mi ero concentrato maggiormente sui tuoi commenti.
C
Invece per rispondere all utente ultramaratone e dintorni dico il mio commento ha un nome e cognome. <br /> Ho detto che ho partecipato e ho concluso la gara in 9 37 e mi chiedi se ho fatto la gara o faccio parte dell organizzazione? <br /> Mah...
Rispondi
C
Massimo ho detto espressamente che non paragono gare al contrario lo hai fatto tu.<br /> In quanto alla copertina o al garmin sono inezze. Ho elencato diversi punti di quelli che io mi aspetto di trovare da un organizzazione . Dalle critiche si migliora.
Rispondi
U
Non c'è dubbio che attraverso le critiche si migliora.
M
ho partecipato anch'io alla gara e lo faccio da 5 edizioni, spiace sentire critiche così pesanti e di una durezza totalmente ingiustificata, le dimensioni organizzative e le risorse non sono certo paragonabili a gare come il passatore con oltre 3000 partecipanti,quindi bisognerebbe avere un po' piu' di rispetto per l'organizzazione e lo sforzo dei volontari. Certo quest'anno ci sono state alcune carenze che spero che in futuro non si ripetano, ma lamentarsi perchè non c'è il pasta party o perchè manca la copertina o addirittura la sciocchezza dei 2km non è da ultrarunner.Ciao
Rispondi
U
Direi che alcune critiche lasciano il tempo che trovano. Ora con il Garmin sono tutti bravi a mettersi in cattedra e a sanzionare errori di misurazione del percorso in questa o quella gara. <br /> Vorrei ricordare che, sino ad epoca relativamente recente, la Cento chilometri del Passatore si correva su di una distanza superiore (di circa 102 km), sino a quando venne effettuata una dirimente e definitiva misurazione del percorso che stabili l'attuale distanza e operò un piccolo taglio in corrispondenza di Borgo San Lorenzo. <br /> In ogni caso va considerato che il Garmin di ciascun podista che ne è dotato può dare una misurazione differente, poiché la misurazione ufficiale e del percorso è fatta seguendo una traiettoria specifica che, quasi mai, viene rispettata in corso di gara, anche perché le regolamentazioni stradali italiane non consentono di tracciare con vernice colorata la traiettoria sull'asfalto.<br /> Quelli che si lamentano così tanto di presunte carenze organizzative dovrebbero andare in altre nazioni europee dove le 100 km, ma soprattutto (specie in UK) le 100 miglia sono molto in voga e popolari. In questi luoghi l'organizzazione è decisamente spartana e molti trasecolerebbero a sentire le critiche dei runner italiani (l^ il pasta-party è pura utopia, chi vuole un ristoro al termine della gara, una tazza di the caldo se la deve pagare, a prezzi politici ovviamente, ma nemmeno tanto).Ritengo che con gli organizzatori - salvo che non si ravvisino gli estremi di un comportamento omissivo a fini di lucro o delle smaccate negligenze per ciò che concerne la sicurezza degli atleti e la tutela della loro salute fisica - occorre sempre essere clementi, cercando di mettersi nei loro panni.
U
Grazie per il prezioso contributo! <br /> Sarei dell'idea, se mi dai una tua autorizzazione a pubblicare questo commento in un articolo a parte. <br /> Mi devi dare qualche indicazione su di te, tuttavia, per capire se scrivi in quanto runner che ha fatto l'esperienza della gara o in quanto persona facente parte dello staff organizzativo (o vicino ad esso).<br /> Sino pienamente d'accordo con te peraltro, sul fatto che nessuna 100 km può essere equiparata ad un altra.<br /> Ed è sempre un discorso diverso parlare di una "piccola" 100 km, anzichè di una con numeri grandi come è quella del Passatore.<br /> Io ho partecipato ad un'edizione della 100 km delle Alpi, un tentativo di ripresa da parte della figlia dell'organizzatore della storica Torino-Saint Vincent.<br /> fummo un centinaio a partire: le condizioni di corsa negli ultimi 30 km furono davvero terribili. Buio, mancanza di assistenza, inesistenza dei posti di ristoro o quasi.<br /> Ed eravamo tutti ampiamenti sperimentati nella 100 per via di precedenti partecipazioni alla 100 km del Passatore.<br /> Tuttavia, di quella gara realizzata in assoluta economia, nessuno si lamentò.<br /> Prevalse lo stato d'animo di totale appagamento di chi ha compiuto un'impresa, ancora più audace proprio per via delle difficili condizioni di corsa.<br /> E non aggiungo altro.
Rispondi
C
Non mi interessa fare critiche o elogi dico soltanto che chi corre 100 km vorrebbe:<br /> 1 Assistenza in termini di ristori<br /> 2 Essere al sicuro per l'intera corsa<br /> 3 I km segnati siano quellli effettivi e almeno gli ultimi 5 segnati tutti<br /> 4 Non perdersi<br /> 5 Volontari o forze dell'ordine lungo il percorso<br /> 6 Rispetto per la gara<br /> 7 Un arrivo che sia la conclusione della sua fatica<br /> 8 premio che è la medaglia<br /> 9 Doccia calda <br /> 10 un posto dove riposare in attesa di ripartire.<br /> <br /> Penso che questo è quello che un amatore/professionista/amante della corsa si auspica in qualsiasi gara.<br /> <br /> 1° punto Assistenza in termini di Ristori: I ristori c'erano. <br /> Bevande (acqua naturale, coca cola, succhi di frutta, the caldo raffreddato) <br /> Cibo (biscotti, wafer, fette biscottate, formaggio, salame)<br /> A mio avviso un po miseri ma c'erano.<br /> Tra un ristoro e l'altro passavano piu dei 5 km come da regolamento<br /> 2° punto: sicurezza sul percorso. Non mi sono mai sentito al sicuro perchè il traffico era sostenuto e le auto andavano a elevata velocità facendo il pelo ai corridori.<br /> 3°punto : I km segnati erano a caso. ogni 5 km ma a caso. <br /> E poi 95 96 97 98 99 100 devono essere segnati.<br /> 4°punto Non perdersi: Se arrivavi di giorno quindi facendo una gara sotto le 8 ore non c'erano grossi problemi. Ma dato che il tempo limite era di 20 ore si doveva pensare anche a segnaletiche visibili al Buio. Io per esempio ho conlcuso la gara in 9 ore 37 minuti quindi quasi senza problemi di luce. Ma tante volte ho dovuto cercare le indicazioni e non sempre erano visibili.<br /> 5° punto volontari e forze dell'ordine lungo il percorso: Tanti incroci con o senza semafori e tante rotonde erano sprovvisti di volontari o forze dell ordine. Dall 80 esimo km non ho piu trovato nessun segnalatore. Per fortuna sono arrivato presto.<br /> 6° punto : rispetto per la gara. Nessuno o pochissima gente sapeva che c'era la gara. La testimonianza che ti chiedevano mentre correvi che gara fosse. Il giorno prima a Saint Vincent nessuno era a conoscenza della gara e da dove sarebbe partita la Navetta.<br /> Se magari i paesi fossero stati avvisati con striscioni, volantini lasciati nei posti pubblici ecc ecc non dico che ci avrebbero fatto il tifo ma magari sostenuti e anche i conducenti di autovetture magari più prudenti.<br /> 7° arrivo : Vogliamo parlare di arrivo che si intende sotto un gonfiabile con timer luminoso per poter avere una foto ricordo come si deve o un arrivo con due transenne al buio, senza una dicitura arrivo e senza uno stralcio di tempo, ma calpestando solo un tappetino...<br /> dopo aver corso 100 km ci si aspetta un bel ristoro. C'era peccato su un tavolino da campeggio self service.<br /> 8°punto il premio(medaglia). A mio avviso due persone che ti avessero messo al collo una medaglia non faceva proprio schifo, e poi 3 cm di diametro mi sembra un po misera con un adesivo messo su. Sembra una medaglia in esubero di altre gare con appiccicato un bollino.<br /> 9°punto doccia calda. Personalmente la doccia era calda, pulita e niente da dire.<br /> 10°posto dove riposare: C'erano 15 brandine mi pare. senza coperte e senza nulla in una zona di palestra molto fredda e umida.<br /> <br /> Detto questo non voglio paragonare questa a nessuna gara altrimenti sarebbe un gioco al Massacro.<br /> Vorrei solo che i punti elencati sono quelli che un runner si aspetta quando si iscrive e partecipa ad una competizione.<br /> Penso di essere stato chiaro e obiettivo.<br /> A voi le conclusioni.
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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
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Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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