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12 luglio 2015 7 12 /07 /luglio /2015 21:37
Muore a Mondello (Palermo) mentre sta correndo

Si è verificata una tragedia dello sport nella mattina del 12 luglio 2015, a Mondello (Palermo). William Rizzitelli di 43 anni, si é accasciato a terra ed è morto, mentre stava correndo blandamente per strada in compagnia della fidanzata.
Secondo una prima ricostruzione l'uomo stava procedendo lungo viale Margherita di Savoia, la strada alberata che collega il Parco della Favorita alla spiaggia di Mondello e, ad un certo punto, avrebbe avvertito un malore che non gli ha dato scampo.
Gli uomini del 118, allertati dalla donna che si trovava con Rizzitelli, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Alla famiglia di William Rizzitelli le più sentite condoglianze da parte dello staff di Ultramaratone Maratone Dintorni.

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21 maggio 2015 4 21 /05 /maggio /2015 20:30
A lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita SidotiA lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita Sidoti
A lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita Sidoti
A lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita SidotiA lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita Sidoti

Il mondo dell'Atletica e dello sport italiano è a lutto. Ci ha lasciato il 21 maggio 2015, a soli 45 anni, Annarita Sidoti, una delle più grandi atlete azzurre del recente passato, specialista nella Marcia (un titolo mondiale e 3 europei), che con le sue vittorie ha inorgoglito l’atletica azzurra.

Tre figli e tanto coraggio, non ce l’ha fatta a vincere un male incurabile contro cui stava combattendo da anni.

A lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita SidotiA lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita Sidoti
A lutto il mondo dell'Atletica e dello Sport per la morte di Annarita Sidoti

Ho saputo di avere il cancro nel 2009, quando ero al settimo mese di gravidanza di Alberto. Mi sentivo gonfia sotto le ascelle, erano già metastasi. Mi hanno subito operata, pochi giorni dopo il parto mi sono fatta operare anche al seno, da dove è partito tutto.
E’ nel mio destino che non mi possa mai rilassare. Mio marito Pietro dice che la mia lotta è ormai diventata un lavoro. Fra esami, controlli e cure e con tre figli da seguire tutto va programmato bene. Sì, rilassarmi…
Nel 2011 sono stata operata per una recidiva ancora sotto l’ascella e nel settembre 2012 al cervelletto.
Ora il fegato….
Ma so che non sono guarita, è rispuntato qualcosa al cervelletto ed ho rifiutato la radioterapia.
La forza me la dà la mia famiglia, mio marito Pietro che è medico ed è più preoccupato di me, i miei figli. Sono piccoli, devono crescere, hanno bisogno della mamma”.
Sì, questo me lo ha proprio insegnato lo sport. A non mollare mai, a credere che la sconfitta non è definitiva sino a quando tu non ti arrendi. Ho scoperto lotte più grandi di quando ero atleta, ora ho davanti un avversario che non molla mai, che può ucciderti prima l’anima del corpo.
Ma questa battaglia non la vincerà”

Anna Rita Sidoti

Biografia. Nata a Gioiosa Marea in provincia di Messina, era alta 1,50 m. ha fatto parte della nazionale italiana di atletica leggera per 47 volte. Il suo allenatore fu sempre Salvatorino Coletta.

Vinse la medaglia d'oro ai Mondiali di Atene 1997 nella 10 km di marcia.

La Sidoti girò un film (Le complici) con la regista Emanuela Piovano, interpretando il ruolo di una ragazza da marciapiede.

È morta il 21 maggio 2015, all'età di 45 anni, dopo aver combattuto per oltre cinque anni contro le metastasi di un tumore della mammella che, in fase terminale, ha interessato anche l'encefalo. Lascia il marito Pietro e i tre figli Federico, Edoardo e Alberto.

Palmarés 

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1988 Mondiali juniores Canada Sudbury Marcia 5 000 m 22'36"47  
1990 Europei indoor Regno Unito Glasgow Marcia 3 000 m Bronzo Bronzo 12'27"94  
Europei Jugoslavia Spalato Marcia 10 km Oro Oro 44'00"  
1991 Mondiali indoor Spagna Siviglia Marcia 3 000 m Finale sq  
Universiadi Stati Uniti Buffalo Marcia 10 km Bronzo Bronzo 45'10"  
Mondiali Giappone Tokyo Marcia 10 km 44'18"  
1992 Europei indoor Italia Genova Marcia 3 000 m 12'04"51  
Giochi olimpici Spagna Barcellona Marcia 10 km 45'23"  
1993 Mondiali indoor Canada Toronto Marcia 3 000 m 12'04"16  
Mondiali Germania Stoccarda Marcia 10 km 44'13"  
1994 Europei indoor Francia Parigi Marcia 3 000 m Oro Oro 11'54"32 Record personale
Europei Finlandia Helsinki Marcia 10 km Argento Argento 42'43"  
1995 Universiadi Giappone Fukuoka Marcia 10 km Oro Oro 43'22"  
Mondiali Svezia Göteborg Marcia 10 km 13ª 44'06"  
1996 Giochi olimpici Stati Uniti Atlanta Marcia 10 km 11ª 43'57"  
1997 Giochi del
Mediterraneo
Italia Bari Marcia 10 km Argento Argento 45'35"  
Mondiali Grecia Atene Marcia 10 000 m Oro Oro 42'55"49 Record mondiale stagionale
Universiadi Italia Sicilia Marcia 10 km Bronzo Bronzo 44'38"  
1998 Europei Ungheria Budapest Marcia 10 km Oro Oro 42'49"  
1999 Mondiali Spagna Siviglia Marcia 20 km nf  
2000 Giochi olimpici Australia Sydney Marcia 20 km nf  
2001 Mondiali Canada Edmonton Marcia 20 km 1h31'40" Record personale stagionale
2002 Europei Germania Monaco Marcia 20 km 1h31'19"  

Campionati nazionali

  • 1 volta campionessa nazionale assoluta di marcia 5 km (1995)
  • 1 volta campionessa nazionale assoluta di marcia 10 km (1991)
  • 4 volte campionessa nazionale assoluta di marcia 20 km (1992, 1995, 2000, 2002)
  • 4 volte campionessa nazionale assoluta indoor di marcia 3 000 metri (1991, 1994, 2001, 2002)

Questo è il momento forse culminante dell’intera vita sportiva di Annarita Sidoti: il titolo mondiale sui 10 km in pista ai Campionati Mondiali di Atletica di Atene del 1997. Qui sotto il video della sua esaltante prestazione, lei piccolo “scricciolo” di 1,50 davanti a campionesse blasonate e il cui solo nome metteva paura. Il commento è di Franco Bragagna.

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25 febbraio 2015 3 25 /02 /febbraio /2015 18:59

Ciao a tutti, as a tribute to Simone Grassi, a great man and a Connemarathon legend, many of his friends are going to take part in this year’s race on 12th April. Simone won the Connemarathon twice, in 2008 and 2009, and among all the races he ran, he remembered this one as ‘a piece of life’. Simone died in February2013 after fighting against lung cancer for over two years.
To celebrate his life, we are going back to his Connemara to continue the work he had started in 2012, by raising money for Cancer Care West, a charity that supports cancer patients and their families (www.cancercarewest.ie).
We are honoured to be running in his name and we appreciate your support/donation, to remember him in the way he would have loved best - helping others!
Any donation, no matter how small, is hugely appreciated.
GO, Simone, GO!
Many thanks in advance for your support,
ASG - A s s o c i a z i o n e S i m o n e G r a s s i

Ciao a tutti, Come tributo a Simone Grassi, un grande uomo ed una leggenda per la Connemarathon, molti dei suoi amici prenderanno parte all'edizione del prossimo 12 Aprile.
Simone ha vinto la Connemarthon due volte, nel 2008 e nel 2009, tra tutte le gare che ha corso ha sempre ricordato questa come 'parte della sua vita'.
Simone ci ha lasciati a febbraio 2013 dopo aver lottato per oltre due anni contro un cancro ai polmoni.
Per celebrare la sua vita, torneremo nella sua Connemara per continuare il lavoro che ha iniziato nel 2012, raccogliendo fondi per Cancer Care West, un'organizzazione a sostegno dei malati oncologici e delle loro famiglie (www.cancercarewest.ie).
Siamo onorati di correre in suo nome ed vi ringraziamo per le vostre donazioni, cosi' da ricordarlo nel modo che lui stesso avrebbe scelto, aiutando gli altri!
GO, Simone, GO!
Many thanks in advance for your support,
ASG - A s s o c i a z i o n e S i m o n e G r a s s i

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22 febbraio 2015 7 22 /02 /febbraio /2015 17:51

(fonte: www.today.it) La promessa del Biathlon russo, Alina Yakimkina, aveva solo 21 anni ed è morta durante la fase finale della Coppa nazionale in corso a Tjumen, in Siberia.“

Studentessa dell’Accademia sportiva di Izhevsk, nata il 12 novembre 1993, si è accasciata al suolo quando ormai il traguardo della fase finale della 15 km era vicino.

In un comunicato, la Federazione russa di Biathlon ha spiegato che “il cuore della Yakimkina si è fermato durante la gara” e che “...i medici sono intervenuti prontamente, ma non sono stati in grado di salvare la vita all’atleta”.
Ma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non si sa nulla di più.

 

 

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27 gennaio 2015 2 27 /01 /gennaio /2015 14:20
Leandro Guarnieri alla 6 ore putignanese del 2013, valevole come Campionati italiano IUTA di specialità assoluti e master

Leandro Guarnieri alla 6 ore putignanese del 2013, valevole come Campionati italiano IUTA di specialità assoluti e master

Un infarto nella prima mattinata di oggi 27 gennaio 2015 ha strappato improvvisamente alla vita, all'età di 51 anni, Leandro Guarnieri, podista master catanzarese di livello nazionale, tesserato per il sodalizio Hobby Marathon Catanzaro.  

Quello per la corsa su strada, sia sulle distanze oridinarie, sia sulle ultradistanze, è stato un interesse, nato, condiviso e coltivato assieme alla moglie Loredana Scorza insieme alla quale aveva gareggiato più volte.

Nel marzo 2013 i due coniugi erano anche riusciti a salire insieme sul podio, primi classificati nelle rispettive categorie, al Campionati italiano IUTA 6 ore su strada, a Putignano (Puglia), lui medaglia d’oro lei medaglia d’argento.
Per i suoi risultati ma soprattutto il suo amore per lo sport in maniera genuina era stato premiato nel maggio del 2013 dall'Amministrazione comunale di Catanzaro dall’allora assessore allo Sport Giampaolo Mungo.
Anche in quella occasione, accanto a lui, era presente la sua Loredana compagna di vita e allenamento.
A lei e al resto della famiglia di Leandro,  tutti, la redazione di Ultramaratone Maratone e Dintorni, assieme a tutti gli atleti che lo hanno conosciuto personalmente e non, si stringono per un abbraccio in un questo terribile momento. 

Leandro Guarnieri riceve un riconoscimente per le sue imprese sportive, da parte dell'Amministrazione comunale di Catanzaro

Leandro Guarnieri riceve un riconoscimente per le sue imprese sportive, da parte dell'Amministrazione comunale di Catanzaro

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12 gennaio 2015 1 12 /01 /gennaio /2015 13:47
Se ne è andato Giuseppe Monetti, anima agonistica della Lupatotissima

Giuseppe Monetti, per tutti gli associati del GSD Mombocar ed il mondo sportivo del Veronese, conosciuto come il BEPPE, Direttore tecnico del GP Tencarola ed anima agonistica della Lupatotissima, nella quale  in un arco di tempo pluridecennale si era sempre prodigato per la realizzazione della Staffetta 24X1 ora, il giorno 11 gennaio scorso ha lasciato questo mondo terreno. Una di quelle notizie che non si vorrebbero mai ricevere, né dover divulgare.A premiare l'impegno e la passione profusi nell'organizzazione della gara a staffetta nella Lupatotissima gli era stato conferito, in occasione della Lupatotissima 2014, il trofeo "Lupetto d'Oro". 

 

Già durante le feste natalizie le sue condizioni di salute si erano aggravate, dopo che nell'estate scorsa gli era stato diagnosticato un mle che non perdona.

Le esequie si svolgeranno probabilmente mercoledì.

 

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20 dicembre 2014 6 20 /12 /dicembre /2014 18:46

Se ne andato Lino Dalmazi, pioniere dell'ultramaratona italiana. Ecco come lo ricorda Claudio Sterpin(dal sito web della IUTA- Italian Ultrarunning Trail Association) Mercoledì 17 dicembre 2014 si sono svolti i funerali di Lino Dalmazi (nato a Cordenons nel 1933), uno dei pionieri della 24 ore, che ha scritto in passato alcune tra le più belle "pagine" della storia dell'ultramaratona italiana tra le quali una grande prestazione di 211,008 km a San Vito al Tagliamento realizzata nel marzo del 1982 (e negli anni più tardi alcune straordinarie partecipazioni alla 100 km del Passatore, ancora brillanti benchè egli fosse già ottantenne ed oltre). Claudio Sterpin, suo amico affezionato e compagno di molte imprese, lo ricorda così, raccontando con dettagli tecnici e tanto "cuore" l'uomo e l'atleta Lino Dalmazi, ma anche il suo ispiratore.

Lino Dalmazi "Razza Piave" - Claudio Sterpin lo ricorda così. Ho conosciuto Lino Dalmazi nel 1978, giungendo secondo dietro a Lui nell’edizione di quell’anno della “ S.Marco “, gara di Marcia agonistica di 78 Km che allora univa le due Piazze San Marco di Venezia e Pordenone.  Già dalle prime “chiacchiere dopo gara” s'è instaurato fra noi un senso di amichevole complicità nello scoprire reciproco interesse per le medesime “avventure” sportive.

Io avevo già concluso un paio di “24 ore” di corsa ed una mezza dozzina di “100 km” mentre Egli, di qualche anno più anziano di me, vantava già risultati di prestigio sulle lunghe distanze della marcia agonistica, sebbene si fosse avvicinato da pochi anni alla specialità.
Oltre a vincere anche l’edizione precedente della stessa “S. Marco”, aveva già migliorato anche il limite nazionale delle “24 ore di Marcia su pista” già detenuto dal milanese Osvaldo Biava, portandolo ben oltre i 190 KM. Mi aveva manifestato l’intenzione di partecipare l’anno successivo alla “Strasburgo-Parigi”, marcia no-stop di oltre 500 Km (della quale avevo avuto qualche sentore senza però sapere ancora nulla sulle sue specificità).
In me era già scattata la molla che ci avrebbe indissolubilmente unito per il quadriennio seguente.
Nell’anno successivo gli sono stato accanto sia nel riuscito tentativo di superare il suo stesso record nazionale, portato ad oltre 205 km, che nella sua prima partecipazione a quella Strasburgo-Parigi che ormai aveva stregato entrambi.
Solamente l’inesperienza gli ha impedito di concludere la prova già al primo tentativo.
Infatti, quando mancavano una cinquantina di chilometri alla fine, la malaugurata idea di fermarsi pochi minuti per farsi massaggiare lo ha invece completamente bloccato impedendogli di muovere letteralmente passo non appena ridisceso dal camper e causandone l’inaspettato ritiro.
L’insuccesso però, lungi dall’abbattere il nostro morale, era servito a convincerci di preparare caparbiamente una successiva partecipazione di entrambi.
Nell’autunno di quel 1979 abbiamo affrontato con successo sia una 100 km su pista a Sacile che i 50 km del Campionato italiano di marcia ad Ostia e, nella successiva primavera, dapprima la “200 km di marcia di Lagny” (sobborgo orientale di Parigi) e poi la “ 200 km di Vallorbe” (cittadina svizzera al confine con la Francia, sede di una numerosa colonia di italiani, da anni colà emigrati con le famiglie per lavoro, i quali ci hanno riservato un’emozionante e trionfale accoglienza nel loro Circolo in seguito al nostro inaspettato risultato in gara, dove abbiamo occupato le due prime posizioni).
Questi risultati inoltre avevano qualificato entrambi a partecipare alla successiva “Strasburgo-Parigi”, destinata a rimanere l’ultima edizione di quella serie.
Lino, alla sua seconda partecipazione, terminava la sua prova cogliendo un lusinghiero quinto posto mentre io pagavo il “quasi inevitabile scotto della prima volta” venendo arrestato dalla giuria poco prima dei 350 Km, in ventiduesima posizione ma considerato troppo attardato rispetto al primo.
Il 18 settembre successivo nuovo tentativo di record (da parte sua…) sulle “24 Ore di marcia in pista” a Pordenone.
Stavolta però il limite prescelto da superare era un record mondiale “ufficioso” di 217 km (mentre invece solo successivamente si sarebbe appurato che questo non era stato stabilito su pista, mentre il record mondiale su pista allora considerato dalle federazioni internazionali corrispondeva ai 214,058 km stabiliti dall’inglese Hew Neilson il 14/15 ottobre 1960…!).
Io, partito naturalmente assieme a Lui, gli facevo compagnia in pista “da lontano” venendone doppiato ogni quarantina di minuti. Successe che verso la sedicesima ore di gara il suo stomaco ha iniziato ad andare “in subbuglio”, facendogli rimettere qualsiasi cosa intendesse introdurvi.
Dopo che alcune soste, anche di diverse decine di minuti, si erano rivelate inutili, aveva preferito arrestarsi abbandonando definitivamente il suo tentativo.
Contemporaneamente, però, aveva incitato me a proseguire nella mia azione, che secondo le mie intenzioni iniziali doveva portarmi a superare appena i 200 km, per poter essere presa in considerazione dalla Federazione francese per la graduatoria della stagione successiva.
Quando mancavano meno di tre ore alla conclusione però, la giuria mi informava che, aumentando la mia andatura in modo da recuperare poco più di una decina di secondi al giro avrei avvicinato o superato il limite di Dalmazi.
Ricordo nitidamente come, incitato anche e soprattutto dallo stesso Lino,  in pista parzialmente ristabilito ma ormai irrimediabilmente attardato dalle troppe ore si sosta, dopo un paio di tentativi infruttuosi, nelle ultime due ore sono riuscito ad impostare e mantenere un ritmo tale da superare alla fine - assolutamente inaspettatamente per me - il Suo record per un paio di giri e portarlo ai 206,463 Km.
Nel seguente 1981 ci siamo qualificati agevolmente entrambi per partecipare alla prima edizione della “Parigi-Colmar”, tutt’ora in vigore (anche se, ormai da quasi dieci anni, la sua lunghezza si è stabilizzata sugli attuali 445 km, distanza molto più “umana” ed enormemente più accessibile rispetto ai precedenti percorsi, tutti attorno ai 520 km….).
Comunque anche in quella, per me seconda e per Lui terza (ma anche ultima purtroppo) partecipazione, entrambi siamo stati arrestati dalla giuria attorno ai 400 km, nuovamente perché troppo attardati rispetto al leader e, soprattutto, nell’impossibilità di giungere al traguardo nelle 74 ore concesse …
Probabilmente anche queste decisioni Lo hanno portato a desistere di preparare ulteriori partecipazioni alla prova, mentre io avevo manifestato l’intenzione di ritentare ancora di portarla a termine. In Lui però era rimasta aperta quella sfida al record mondiale delle 24 Ore.
Il tentativo, effettuato stavolta senza il mio supporto poiché nello stesso Week-end io ero impegnato nella “200 km di Bar Le Duc”, quale prima prova di selezione per la prossima Paris-Colmar, sebbene ancora lontano dal record mondiale, Lo aveva portato a superare abbondantissimamente i nostri limiti precedenti ed il record italiano era salito addirittura a 211,008 Km, risultato comunque strepitoso ma “canto del cigno” di Lino Dalmazi agonista!
Un mese dopo, esattamente com’era successo due anni prima, esclusivamente per risparmiare un viaggio in terra di Francia, alla ricerca di una prova selettiva per qualificarmi alla partecipazione della prossima Paris-Colmar, mi sono riorganizzato una “24 Ore di marcia su pista” nello stadio comunale di Muggia (TS) gentilmente messo a disposizione “a titolo gratuito” dall’amministrazione comunale.
Ebbene, esattamente come nella precedente occasione, anche stavolta il ritmo imposto fin dall’inizio è risultato tale da poter superare, alla fine, il record recentemente stabilito da Dalmazi.
I tempi di passaggio fatti registrare ai 100, 150 e 200 km confermavano ampiamente tale possibilità (lo stesso Lino, passando per Muggia sulla strada di una visita turistica in Istria quando mancavano poche ore alla fine del tentativo, aveva previsto in anticipo il successo…) ed infatti alla fine, nuovamente in maniera assolutamente inaspettata alla vigilia, il limite stabilito da Dalmazi veniva nuovamente superato e portato ai 215,143 km, considerati anch’essi solamente record italiano per quasi un decennio successivo…
Da allora sono trascorsi oltre trent’anni. Con Lino ci siamo risentiti e rivisti diverse volte (alcuni anni fa, a S. Giovanni Lupatoto la IUTA ha voluto unirci nella premiazione dei “Pionieri Italiani dell’Ultramaratona”) ma mai abbiamo sfiorato, nel discorso, questi avvenimenti come “rivali”, anzi!
Porterò sempre nel cuore il ricordo di Lino Dalmazi come colui che mi ha “spinto” a fare le cose che Lui già faceva e, sicuramente, senza la sua figura Claudio Sterpin non avrebbe percorso la strada che ha percorso.
Da tanti anni Lino trascorreva buona parte dell’anno nella sua casa in Sicilia.
Mi ci aveva invitato per farci ancora qualche camminata assieme, purtroppo non è successo ma chissà? ... Forse… prima o poi…
Ciao Lino….
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17 dicembre 2014 3 17 /12 /dicembre /2014 07:01

PisaMarathon 2014 (16^ ed.). In un modo speciale si ricorderà Luigi Ocone, il runner deceduto al 41° km della Firenze MarathonAlla 16^ edizione della PisaMarathon (in programma per il prossimo 21 dicembre) si respirerà un’atmosfera particolare al ristoro del 40° km chee sarà gestito dal gruppo sportivo ‘Il Ponte di San Miniato’, società presso la quale era tesserato Luigi Ocone il maratoneta che è venuto a mancare, poche settimane addietro, al 41° chilometro  alla Firenze Marathon, svoltasi il 30 novembre 2014. 
I suoi amici, il suo presidente, hanno voluto ricordarlo così, assumendosi l'onere di presenziare e gestire il ristoro, ubicato nelle vicinanze del km di gara dove è avvenuto l’incidente
.

La morte di Luigi Ocone è una delle tante che si verificano nel corso di Maratone e di gare di lunga durata. 

Si aggiunge ad un lungo elenco, probabilente destinato ad allungarsi: ma - torno a ripetere - si muore perchè si deve morire e quando si deve morire.
Fa clamore sentire che qualcuno muoia nel corso dell'esecuzione della sua attività preferita che, sostanzialmente, é l'ooposto del morire, perché è celebrazione della vita. E l'idea stessa - che provoca intense emozioni - si rifiuta: che si possa morire mentre si celebra la vita e la vitalità e proprio e mentre si è traboccanti di energie.
Eppure succede e succederà sempre, malgrado i controlli medici per l'idoneità alle attività sportive agonistiche abbiano dato segnale verde.
Nella morte c'è sempre un elemento imponderabile e non prevedibile.
E non è detto che, se sono state escluse tutte le possibili in-idoneità accertabili, si sia poi al sicuro al cento per cento.  Eppure è frequente sentire la domanda: "Com'è possibile che sia morto, malgrado i controlli per l'idoneità òòe attiivtà spostivo-agonistiche fossero a posto?".
Ma questa domanda è un modo per sfuggire all'assurdità e all'incomprensibilità di una morte e il tentativo di trovare delle giustificazioni razionali di fornte all'imporvvisa irruzione di un elemento irrazionale non controllabile.
In alcuni casi - ma è faticoso accettare questo modo di vedere - é stata solo una concomitanza di cause ed effetti a mettersi in moto, con eventi imprevisti ed imprevedibili che possono cumularsi l'uno all'altro sino a determinare quell'evento che sempre vorremmo evitare, ma che è pur sempre incombente nelle nostre vite.
E' chiaro che un evento di morte si possa verificare, statiscamente parlando, all'interno d'un grande assembramento di persone: quindi, tanto più affollate sono le manifestazioni sportive, tanto più è probabile che una morte improvvisa possa aver luogo.
Quando ciò si verifica, dobbiamo meditare e pregare: quando la campana suona a morto, suona per ciascuno di noi.
 

(Da internet) Un malore è stato fatale a Luigi Ocone, 38 anni, di Fucecchio, che aveva corso con un gruppo podistico di Ponte a Cappiano. L'uomo, che non era alla prima maratona ed era un grande appassionato, è morto a un chilometro dal traguardo da piazza Santa Croce. Vani i tentativi di rianimarlo. Era uno dei 9.438 corridori sui 10.777 iscritti al via della Firenze Marathon.
È accaduto tra viale Giovine Italia e via dell'Agnolo. Il podista ha detto a un amico: "Non ce la faccio più". Subito dopo si è accasciato a terra. Soccorso da un medico che era in gara, Stefano Grazzini, aiutato in breve tempo dai soccorsi al seguito della corsa con il cardiologo di Santa Maria Nuova.
Ma non c'è stato nulla da fare. Era originario di Pozzuoli (Napoli), ma abitava in Toscana da circa due anni. Tesserato per la società Podismo Il Ponte di San Miniato (Pisa), il 26 ottobre scorso ha chiuso la Maratona di Lucca al 15° posto assoluto e si proponeva di correre a Firenze intorno alle 2 ore e 45'.
I familiari, si legge in una nota della Firenze marathon, "...hanno appreso praticamente in tempo reale la notizia, dal momento che lo attendevano all'arrivo e si sono immediatamente spostati, avvertiti da un altro maratoneta che stava correndo nel frattempo arrivava al traguardo, sul luogo della disgrazia, e hanno assistito alle operazioni di soccorso".
Il sostituto procuratore Filippo Focardi ha deciso che venga effettuata l'autopsia per stabilire la causa della morte: l'esame potrebbe svolgersi già domani o, al più tardi, martedì.
Anche il Comitato organizzatore di Firenze Marathon e il suo presidente Giancarlo Romiti "...sono vicini alla famiglia e ai conoscenti del podista, tesserato per la società Podismo Il Ponte di San Miniato, che ha avuto un tragico malore durante la gara".

Com'è possibile che gli sia stata rilasciata l'idoneità e poi è morto? La Firenze Marathon specifica che "...per ognuno degli atleti partecipanti richiede espressamente, al momento dell'iscrizione, oltre al tesserino agonistico, che già prevede implicitamente che l'atleta sia in regola con la visita sportiva, anche la copia del certificato medico sportivo agonistico in regola e non scaduto. Il certificato del podista deceduto, che, da quello che si è ricostruito, si proponeva di correre la gara intorno alle 2 ore e 45', è stato subito recuperato dagli archivi della segreteria del Comitato organizzatore in viale Manfredo Fanti e consegnato al delegato tecnico e medico della Fidal, presente all'arrivo. E' risultato in regola con il tesseramento, con scadenza maggio 2015".
Luigi Ocone, benchè neofita della corsa, se ne è appassionato sin dall'inizio. "Era sempre sotto controllo, periodicamente veniva sottoposto alle visite mediche sportive e non risulta che avesse mai avuto problemi". Lo ha affermato la società sportiva Il Ponte di San Miniato (Pisa), tramite il suo consigliere Alessandro Baggiani, sulla morte di Luigi Occone. 
"Lo ricorderemo come una grande persona, speciale, nonostante lo conoscessimo da solo due anni"ha aggiunto il dirigente sportivo. Da un paio di anni l'atleta si era trasferito con la moglie in Toscana dove lavorava come operaio edile in un'azienda di Vinci. Era un grande appassionato di podismo, sport che da un anno aveva iniziato a praticare in maniera continua. Tra i risultati recenti, il 26 ottobre ha chiuso la Maratona di Lucca al 15° posto assoluto".
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9 settembre 2014 2 09 /09 /settembre /2014 13:01

n ricordo di Manfredi Salemme nelle parole di Elena Cifali

L'8 settembre 2014, si è spento, dopo lunga e sofferta malattia, affrontata coraggiosamente, Manfredi Salemme, per molti maestro di vita.
Quello che segue è il ricordo accorato dell'amica Elena Cifali

(Elena CifaliQui è già notte, ma voglio pensare che lì dove sei tu adesso ci sia sempre Luce.

È stato un lungo giorno, e tra poco sará trascorso.

"Non mollare mai!"

Me lo hai detto mille volte e io mille volte ti ho ascoltato.

Il tuo parlare così diverso dal mio, il tuo accento, il tuo modo unico di imitare il mio dialetto.

Il conforto di quell'incontro, di quell'unico abbraccio.

Il pranzo insieme e poi le nostre lettere, tante, lunghe, piene, stupende.

In una di queste mi scrivesti che io e te eravamo molto simili. Quelle parole rimasero scolpite nella mia mente e oggi, più che mai acquistano un senso:

“… credo che non si debba essere egoisti, che la nostra esperienza, la nostra filosofia di vita debba essere di dominio pubblico. Nel mio caso, ora che sono malato di cancro, credo che trasmettere a quelli che si trovano nella mia stessa situazione la forza, l’energia, la lotta, la passione, le motivazioni, la grinta e la serenità sia meglio che trasmettere rassegnazione, pianto, sconcerto e SPERANZA!"

In particolare la speranza. Alle persone che mi hanno detto: "Pregherò per te", sai cosa ho risposto? No, grazie, prega per i deboli, per quelli che sperano e stanno fermi, prega per quelli che si piangono addosso. Io vado da solo! Ho una mia teoria, abbiamo tutti una "data di scadenza", non possiamo cambiarla, quando arriva arriva. Il cancro? l'ho consegnato ai medici, loro se ne devono occupare, io ho altro da fare!".

E così ieri, senza avvisarmi te ne sei andato.

Non mi hai salutata, Manfredi!

Avevamo tanti progetti, e abbiamo fatto in tempo a realizzarne solo uno.

Hai curato la pubblicazione del mio libro e te ne sarò sempre riconoscente. Ti avrei chiamato questo stesso giorno per raccontarti del mio Cammino di Santiago e per chiederti come si fa a sopravvivere a così tanta gioia e dolore mischiati insieme.

Sono sicura che tu avresti avuto quelle risposte che adesso mi mancano e che mi tormentano da giorni.

Invece, te ne sei andato, lasciandomi tra la dolcezza del ricordo e l'amarezza del tempo che scorre senza fine.

Manfredi, caro ragazzo mio, amico impareggiabile, padre affettuoso, guida e maestro. Tutto questo e molto altro sei stato e resterai sempre per me.

Ti devo tanto: l'amore, l'affetto, la passione con la quale mi hai insegnato mille cose.

Vorrei solo urlare il mio dolore, la mia rabbia ... ma a che servirebbe.

Ti feci una promessa e la manterrò a qualsiasi costo.

Lavorerò per ADMO e anche da lassù resterai sempre orgoglioso di me.

Tu non mi lascerai mai... Non te ne dimenticare.

Ti voglio bene!

Ciao Manfredi, ragazzo mio.

 


Manfredi Salemme è nato a Portovenere il 10 luglio 1947. Viveva a Cogorno con la sua famiglia.
E' divenuto Testimone dell'ADMO.
E' stato un grandissimo camminatore, portando a termine numerosi cammini in Italia tra i quali:
Nel 2005 -L'Alta via dei Monti Liguri
Nel 2008 - Il sentiero Italia
Nel 2009 - La via alpina
Ha scritto dei libri che possono essere ordinati online dal suo blog.
 
Il suo blog che ha tenuto aggiornato anche durante l'evolversi della sua malattia
 
Profilo di Marcello Salemme su Facdebook

 
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11 agosto 2014 1 11 /08 /agosto /2014 20:17

Muore Giancarlo Corà, organizzatore della Ferrara Marathon. Le esequie saranno mercoledì 13 agostoNel pomeriggio del 7 agosto 2014 è deceduto Giancarlo Corà, personaggio noto sul territorio  di Ferrara per essere l'organizzatore di molte manifestazioni podistiche tra cui la CorriFerrara e la Ferrara Marathon.

E' morto mentre faceva jogging. Il decesso è avvenuto poco prima delle 14.00: inutili i soccorsi. Sono intervenuti l'emergenza sanitaria e i carabinieri.

Giancarlo Corà aveva compiuto 68 anni lo scorso giugno e abitava a Quartesana, in provincia di Ferrara. La sua passione per lo sport lo aveva portato a organizzare numerosi eventi podistici coinvolgendo anche personaggi famosi e tra questi anche il cantante Gianni Morandi. "La causa del decesso dovuto ad un probabile malore purtroppo è avvenuta in una tratto di strada sterrato dove il passaggio di persone e auto è molto raro, ora - scrive Michele Marescalchi in un comunicato che esprime il lutto dell'Atletica CorriFerrara - saranno gli accertamenti da parte delle autorità competenti a capire le cause di questo improvviso decesso, a noi non rimane altro che ricordarlo con grande amicizia e rispetto, ma sono anche sicuro che la sua verve abituale andrà a contagiare anche chi troverà a fargli compagnia dove si trova ora".

La famiglia di Giancarlo Corà e la sua società l’Atletica Corriferrara, a soli da due giorni dalla sua scomparsa, ringraziano di cuore tutti coloro che direttamente o tramite altri hanno voluto essere partecipi di questo grande dolore, ma anche doverosi di dare un corretta informazione sul futuro delle iniziative che erano condotte da Giancarlo, onde evitare errate comunicazioni e poco condivisibili interpretazioni.
Quindi si riportano integralmente le dichiarazioni ufficiali della famiglia Cora e dell’Atletica Corriferrara.



La famiglia Corà,nelle figura dei figli Massimo e Michela e della moglie Silvana e l'Atletica Corriferrara ASD ringraziano tutte le persone che hanno dimostrato il loro affetto in questo momento di immenso dolore.

La morte di Giancarlo lascia un profondo vuoto affettivo, ma non organizzativo.

Gli eventi Diecimiglia e Ferrara Marathon continueranno come sempre sostenuti dai famigliari, dall'Atletica Corriferrara ASD, dal Comitato Organizzatore e dagli Sponsor che sempre hanno creduto in queste manifestazioni.

In merito alle esequie. La famiglia di Giancarlo Corà, informa quanti volessero essere partecipi che le esequie del loro congiunto, si svolgeranno mercoledì 13 agosto con partenza alle ore 10,30 dalla Camera Mortuaria di Via Fossato di Mortara, sita presso ex Arcispedale S.Anna, mentre il rito funebre sarà officiato presso la Chiesa e parrocchia di S.Agostino di Ferrara sita in Via Krasnodar. 

 La Famiglia ringrazia anticipatamente chi vorrà e potrà essere presente, ma anche coloro che non potranno farlo dato il periodo cosi a ridosso del Ferragosto e di possibili ferie, ma che hanno manifestato in tanti modi un ricordo e l’affetto per Giancarlo.


Massimo e Michela Corà
Silvana Furini
Atletica Corriferrara ASD
 

 

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
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Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
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