Gerlando Lo Cicero ha partecipato, l'8 febbraio 2015, alla prima edizione del Cofano Trail, valevole come 1^ tappa del circuito Ecotrail Sicilia 2015). Ecco il racconto della sua esperienza.
(Gerlando Lo Cicero) Trovarsi a correre in uno scenario di straordinaria bellezza, su sentieri che portano da una paesino in provincia di Trapani su per ripide salite sul fianco di un monte e giù veloci quasi a toccare il mare in burrasca, quel mare tanto famoso che poco più in là bagna la rinomata località di San Vito Lo Capo!
E poi, improvvisamente, mentre arranchi in una di quelle tante salite, sbuffando e sentendo il tuo cuore che batte quasi impazzito, ti accorgi che il sentiero finalmente cambia inclinazione e via via diventa più dolce e meno cattivo, per poi sparire come per magia dentro una roccia tanto che, ancora a qualche metro di distanza ti viene da domandarti dove andrà mai quella traccia del sentiero!
E, infine, con assoluta meraviglia ti accorgi che il sentiero non sparisce ma entra dentro una galleria nella roccia e ti ritrovi proiettato in una vera e propria finestra scavata dal vento e dalla pioggia nei millenni, ed entrando in quel buco carsico naturale ti senti investire dal soffio violento del vento!
Ed è come sentire che la tua anima vive d'una vita che non ti saresti mai aspettata, li, in quel luogo, in quel momento, su quella montagna!
Il bellissimo trail di Monte Cofano, a Custonaci, ci ha regalato anche questa piccola ma intensa sensazione unica nel suo genere, come una sorpresa messa li apposta dalle mani invisibili della natura per ricompensarci della nostra sofferta fatica di trailer!
Sono entrato dentro quella galleria che già il sentiero cominciava a scendere verso il mare, e sono stato investito in piena faccia da un vento gelato e fortissimo (che s'incanalava naturalmente dentro quella finestra rendendo più intensa la sua forza) ma che mi ha letteralmente scrollato di dosso tutta la fatica che ce voluta per salire fin lassu seguendo il tortuoso sentiero, correndo!
Una sensazione straordinaria e sorprendente!
Il cielo sopra la provinacia trapanese è ostaggio dei capricci del meteo, questa mattina dell’8 febbraio! È in preda del vento, delle nubi, della pioggia che investe Custonaci per tutta la notte, come ci raccontano alcuni amici che sono sopraggiunti la sera prima!
La mattina, invece, si risveglia con timidi squarci di sole, con il cielo che sembra un infinito puzzle fatto di ombre, luci, sole e nuvole!
L’appuntamento è quello con la prima tappa del circuito trail siciliano, che si corre su e attorno al Monte Cofano, quella maestosa montagna che monta la guardia allo splendido mare di Custonaci, insieme all’altra sentinella poco più avanti, il Monte Monaco, che fa da guardia all’incantevole quanto famosa spiaggia di San Vito lo Capo!
Sono un ambiente e un panorama di intensa bellezza, quelli che ci accompagnano lungo i 22 chilometri di corsa sui sentieri di questa riserva naturale orientata!
Inizio la mia gara insieme ad altri 220 atleti, dalla piazza centrale di Custonaci!
Immediatamente è uno scorrere nervoso lungo le viuzze di pietra e asfalto del centro cittadino, le prime centinaia di metri di corsa sono rese nervose dal continuo salire e scendere di quelle vie!
Poi un’ultima strada in salita mi proietta tra i primi paesaggi immersi nella natura, e ben presto mi lascio alle spalle le case basse di quel paesino!
Sono già stanco! Guardo il mio GPS allacciato sul polso, ho percorso ancora solamente 2 chilometri! E sono già incredibilmente stanco!
Mi consolo! So che è cosi! Ormai ho capito che io soffro terribilmente queste partenze di gara subito e direttamente in salita, e in forte salita! Non ci sono abituato, non sono allenato a questo genere di gare, da poco mi son dato ai trail ma ormai ho ben capito che le salite sono la caratteristica fondamentale di queste avventure di corsa! Tutto diverso dalla corsa su strada, dove la dimensione orizzontale del nero nastro di asfalto è la costante principale!
Nei trail si corre in montagna, e si sa che le montagne son alte e per correrci su e arrivare in alto occorre salire e soffrire!
Mentre in strada devi saper correre bene e forte, impostando un ritmo e devi aver resistenza nel tener quel ritmo più a lungo possibile, in un trail entrano in gioco tantissime variabili in più! Devi aver gambe capaci di sopportare la salita e devi avere capacita di tenere come resistenza quelle temute salite! Devi aver piedi veloci in discesa con i riflessi e l’istinto sempre all’erta per saper riconoscere, in frazioni velocissime di secondi, dove poggiare il piede con sicurezza e saper riconoscere invece il sasso instabile e saperlo evitare! Devi aver brillantezza nelle gambe nei tratti di falsopiano dove si riesce a correre quasi normalmente!
Ma - sopra ogni cosa - oltre al fiato e alle gambe, devi avere la tua anima cosi libera e cosi in festa che deve esser capace di godere in ogni istante della tua corsa di queste immense fatiche, di queste straordinarie faccende che il cuore sa sentire e la mente sa dominare e poi accettare!
Già, il trail è tutto questo e ancora di più! Mi rendo conto che, ogni volta che corro in montagna, torno ad essere un po’ bambino e mi scopro di esser veramente felice, in quei momenti!
A volte maledico la stanchezza, lo ammetto, ma quando poi sono in alto e vedo il cielo cosi vicino, ringrazio Dio per avermi permesso di arrivare sin lassù! E di esserci arrivato correndo!
Le forti e lunghe salite si intervallano nel frattempo a veloci discese su single track, resi insidiosi e scivolosi per l’acqua e il fango che la pioggia della notte ha portato! I miei piedi tendono a pattinare sul sentiero in discesa, ma - come se fossi del tutto inconsciente - non ci penso e vado giu piu veloce che posso!
Ho il pensiero fisso nel tentativo di recuperare quanti piu minuti sul cronometro e quante più posizioni possibili in classifica proprio nelle discese, visto che oggi sto soffrendo tantissimo e molto più del solito le salite!
Ho corso la maratona di Ragusa appena un mese fa, l’11 gennaio, e forse le mie gambe non hanno ancora del tutto smaltito la stanchezza dei 42,195 km sulle strade ragusane.
Infatti, ad ogni nuova salita, mi vedo superare da tantissimi runner, che riescono ad avere una buona resistenza di gamba!
Poi, però, ad ogni discesa i ruoli si invertono e riesco a superare nuovamente le stesse persone che mi avevano affiancato in salita e le vedevo ogni volta andare via!
In discesa so correre abbastanza bene, la mia dose di temerarietà mi aiuta e insieme mi dice che rischio di farmi male, ma a me piace cosi, almeno per ora, almeno finché non prenderò una nuova storta a una delle caviglie!
Pure una donna escursionista, che ho superato scendendo e che, per un soffio, è riuscita a scostarsi di lato sul sentiero per evitare che la travolgessi, mi urla dietro le mie spalle “Piano, vai piano che se ruzzoli non ti fermi piu e ti fai un gran male”! Non la sento, o forse non voglio ascoltarla, non voglio che le sue parole possano mettermi paura e frenare la mia discesa! Devo recuperare quanto più tempo possibile!
Arrivo alla finestra piena di vento, la mia faccia quasi si gela per quell’improvviso impeto di vento freddissimo, mi stupisco e resto meravigliato di quella sorpresa, continuo a scendere!
Il sentiero poi costeggia per un lunghissimo tratto la scogliera frastagliata! Questo è un sentiero quasi tutto pianeggiante e le mie gambe finalmente si risvegliano e riescono a portarmi avanti con un bel ritmo! Sento il mare urlare e sbattere contro le rocce li, a pochissimi metri da me, mi giro di tanto in tanto e lo osservo!
Mi piace il mare in burrasca! Mi parla d'una forza immensa e mi fa capire quanto piccoli davvero siamo, in realtà, noi uomini!
Il sentiero ricomincia a salire, torna ad esser cattivo, il mio respiro torna pesante e a tratti anche affannoso! Rallento, in molti tratti sono costretto a camminare, recupero un po di forze ed energie e ogni volta che quella traccia scivolosa torna a esser meno ripida riprendo a correre, anche se molto lentamente!
Ed è sempre cosi, fino alla fine, un alternarsi quasi continuo di salite e discese, finche le mie scarpe cariche di fango e acqua calpestano nuovamente l’asfalto in discesa che mi porta verso il paese!
Un ultimo sforzo, una breve scalinata anch’essa in salita, la supero quasi morendo di fatica, poi sbuco sulla piazza, vedo la gente scattare fotografie, bambini urlare pieni di gioia e giocare, sento la voce di Aldo Sirtagusa parlare al microfono, e capisco allora che la montagna per oggi è finita e insieme ad essa è quasi finita la mia corsa!
Supero l'arco gonfiabile color arancio, chiedo se è quello il traguardo, son stanchissimo e quasi non capisco di esser arrivato, qualcuno mi dice che posso fermarmi!
Mi fermo, ansimando fortemente, ma so di esser arrivato e mi sento maledettamente e fortissimamente vivo!
Chiudo la mia gara - lunga 22 km - in 2h24’, arrivando 29° assoluto su 219 partecipanti e 6° di categoria MM45!
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