Le 6 ore podistiche, più di altre ultramaratone, rappresentano il trait d'union, tra la classica distanza della maratona e il variegato mondo delle Ultra. E, in effetti, rappresentano un'ottimo modo di sperimentarsi oltre il limite dei 42,195 km.
Innanzitutto perché possono essere bene il trampolino di lancio nel territorio sconosciuto di ciò che si trova al di là del 43° km, in una situazione rassicurante: nel senso che non si è lanciati in un percorso in linea (come accade con la 100 km del Passatore) o in un circuito con partenza ed arrivo nello stesso punto (com'è il caso, ad esempio, della classica 50 km di Romagna), ma si gareggia su di un circuito di lunghezza variabile tra 1000 e 2500 metri (il più delle volte è così, con delle rare eccezioni in cui detto circuito potrebbe anche sfiorare i 5000 metri), con posto di ristoro unico e facile accesso alla cosiddetta "zona di neutralizzazione" dove il podista in gara può riporre tutta la sua attrezzatura, i suoi ricambi, le scarpe di riserva, e i ristori personalizzati.
In altri termini, nelle 6 ore ci si può testare nelle proprie competenze per un'eventuale ultra in una situazione "protetta", quasi da laboratorio: senza troppe incognite, se non quella legata alla necessità di macinare nelle 6 ore una distanza superiore a quella della maratona (questa è la regola-base di una 6 ore: se no che ultra sarebbe?).
La gara su circuito da ripetere più volte è inoltre rassicurante, poichè per tutta la durata della gara ci si vede gli uni con gli altri e i più forti sono in gara esattamente per lo stesso tempo dei più lenti (con la differenza che nel periodo di tempo dato macinano più chilometri), però si ha la sensazione di vivere un'impresa condivisa e non si è oberati dalla schiacciante superiorità dei più esperti e dei più forti, come può capitare in un'ultramaratona in linea, mettiamo una 100 km, in cui il podista con la capacità di correre i 100 km in 13-14 ore che arriva a metà percorso potrebbe essere schiacciato dal pensiero che i primi sono già arrivati al traguardo.
Nel contesto protetto di una 6 ore, ci si può affacciare timidamente nel paesaggio delle Ultra e cominciare a sperimentare le sensazioni che ti aspettano oltre il 43° km, avendo l'opportunità di capire anche quanto si vale potenzialmente su distanze classiche di Ultra, come una 50 km oppure una 100: e, alla luce di questa esperienza, si può cominciare ad impostare, seppure in modo embrionario, una propria strategia di condotta di gara.
Le 6 ore podistiche rappresentano a tutti gli effetti un contest di incubazione per lo sviluppo di futuri ultrarunner e, proprio per questi motivi, l'organizzazione di nuove 6 ore in un dato territorio rappresenta un valido indicatore della crescita locale del movimento delle Ultramaratone.
Per altri che si sono già cimentati nelle Ultramaratone, le 6 ore podistiche rappresentano un'ottima occasione per un allenamento lungo, in cui si è in un certo senso "forzati" a da re il meglio di sé, visto che si indossa un pettorale.
A partire dall'esperienza in crescita di runner siciliani di ultima generazione che si sono lanciati nella sperimentazione di ultramaratone, sia "a tempo", sia su distanze prefissate (siano esse in linea oppure su circuito), la Sicilia sta vedendo un rigoglio di iniziative connesse con l'Ultramaratona: ed è così che nei prossimi mesi vedranno la luce due nuove 6 ore podistiche, l'una in provincia di Catania (il prossimo 2 maggio), l'altra il 13 settembre nel Messinese.
Ma vediamo il commento di Elena Cifali, su queste due prossime manifestazioni
(Elena Cifali) Fino ad un paio di anni fa le ultramaratone erano una prerogativa di piccoli gruppi di persone sparse in tutta Italia. La maggior parte dei runner amatori era, e forse ancora oggi lo è, convinta che un paio di maratone l’anno fossero il limite massimo che si potesse sostenere senza farsi male.
In realtà le cose stanno cambiando velocemente, si insinua sempre di più la cultura delle ultradistanze e, proporzionalmente con l'incremento del numero di chilometri che si è dispsoti ad affrontare in un'unica sessione, sta crescendo anche il numero delle persone che si avvicinano a questa disciplina podistica “estrema”.
La Sicilia e i Siciliani hanno fatto fatica ad innamorarsi di queste genere di gare e, quando iniziai a frequentare il mondo delle Ultra, eravamo davvero pochissimi, meno che le dita di una mano.
Oggi, invece, grazie ad una buona pubblicizzazione e all’entusiasmo sempre crescente mio e di alcuni amici in tanti chiedono, si informano, si preparano e, infine, sfidano la distanza della maratona, andando oltre.
Ma si sa, il popolo siciliano è un popolo di gente che ama con tutto il cuore, caloroso e testardo. Un popolo che si innamora facilmente.
E così è avvenuto che due mie grandissime amiche Eleonora Suizzo e Cinzia Sonsogno si siano dapprima addentrate in questo fantastico itinerario, correndo con successo numerose ultra e finanche la 100 chilometri del Passatore: e che, sulla scorta del loro crescente entusiasmo, addirittura abbiano pensato di organizzare dciascuna una gara di 6 ore.
Il fascino delle ultramaratone le ha stregate e conquistate, ed è così che Eleonora prima (il 9 maggio) e Cinzia dopo (l’11 luglio) saranno le madrine rispettivamente della 6 Ore di San Gregorio (Catania) e della 6 Ore di Capo D’Orlando (inserita nel calendario IUTA).
Le ultramaratone siciliane sono donna!
Inutile dire che le correrò entrambe.
La 6 Ore di San Gregorio (2 maggio) mi servirà quale ultimo lungo in vista della 100 chilometri del Passatore e la 6 Ore di Capo D’Orlando come preparazione in vista della 100 chilometri del Vulcano del 13 settembre 2015.
Conoscendo la professionalità, la dedizione e l’impegno che Eleonora e Cinzia stanno mettendo nella preparazione di queste due gare sono certa che entrambe riscuoteranno successo e sono altrettanto certa che queste due edizioni saranno le prime di una lunghissima serie.
Ad entrambe le due organizzatrici va la mia stima e il mio più grande augurio affinché i loro progetti abbiano successo.
L’invito che faccio a tutti i miei amici è quello di venire a correre insieme a noi queste due gare 8che ritengo saranno ambedue splendide), quello di venire a visitare i meravigliosi posti che la nostra isola custodisce, quello di divertirsi insieme a noi.
Tanto più che in entrambe le gare è stata prevista la possibilità di correre in staffetta con altri partecipanti.
Nel panorama siciliano due figure come quelle di Eleonora e Cinzia si distinguono e arricchiscono l’Isola di persone volenterose e capaci.
In bocca al lupo ragazze!
Il regolamento della 6 ore di San Gregorio
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