La siciliana Lara La Pera, vincitrice della 9^ edizione della Supermaratona dell'Etna da 0 a 3000 (andata in scena il 13 giugno 2015 da Marina di Cottone all'Osservatorio Vulcanolgico) ci ha scritto un breve resoconto della sua gara, con le sue impressioni, sia rispetto agli aspetti organizzativi e logistici, sia in merito alla componente soggettiva della sua ottima perfomance. Anche se non lo scrive, perché il crono, rispetto all'esperienza, ha per lei un valore del tutto secondario, Lara La Pera è salita sul gradino più alto del podio, fermando il cronometro a 5h02'08.
(Lara La Pera) Forse sembrerò ripetitiva, ma per un siciliano scalare l’Etna con le proprie gambe e il proprio cuore ha un significato particolare. I suoi colori, i suoi profumi, la sua maestosità, la sua forza, sono la Sicilia.
Raggiungere dalla riva del mare quel pennacchio di fumo che sfiora il cielo è un’impresa titanica.
E questa edizione della 0-3000 è stata al 100% made in Sicily e gli organizzatori, Carmelo Santoro con lo splendido gruppo Etnatrail ASD, hanno dimostrato che anche noi Siciliani sappiamo fare le cose per bene….
Ho fatto tante gare in giro per l’Italia e per l’Europa, su strada e trail, e con immenso orgoglio dico che colloco la 9^ edizione della 0-3000 ai primi posti della mia classifica.
Ristori, assistenza, cordialità prima durante e dopo, pasta-party, premiazioni, pacco gara.
Tutto impeccabile.
Ma la cosa che mi ha colpita di più è stata la continua presenza di volontari sul percorso. Appena pensavi “ho sete”, come per magia ti si accostava qualche macchina dell’assistenza con bottigliette d’acqua fresca.
Persino sulla parte sterrata, dove sicuramente è più difficile organizzare i ristori, non mancava nulla.
Anche il soccorso medico è stato eccellente. Uno di noi ha avuto problemi sulla parte sterrata ed è stato soccorso dall’elicottero. E la sicurezza in queste gare estreme viene prima di ogni cosa.
E la 0-3000 è a tutti gli effetti una gara estrema che pone sotto grande stress il fisico anche degli atleti più allenati: si passa dal caldo estivo siculo (che non scherza) a temperature vicine allo zero, dal livello del mare a quasi 3000 metri di quota.
Molti di noi sono arrivati lassù in preda al vero e proprio mal di montagna, ma anche per questo c’erano i volontari pronti con bevande calde, frutta secca, coperte di lana pronti ad aiutarti.
Ottima la logistica dell’arrivo all’osservatorio: spogliatoi riscaldati, toilette e un vero e proprio buffet con tutto quello che un atleta stanco e infreddolito può desiderare.
Amo questa gara perché amo correre in salita, la salita mi esalta e non mi fa paura.
E alla 0-3000 tengo in modo particolare.
Ho cercato di recuperare Annecy riposandomi e non allenandomi (grande sacrificio!) e ieri non ho lasciato nulla al caso.
Conosco bene la gara e il percorso e avevo calcolato tutto, tranne che - dopo il 25à km - in preda ad una specie di delirio atletico ho mandato all’aria tutti i calcoli e ho accelerato un po’ rispetto alle previsioni, arrivando a piano Provenzana con circa 5 minuti di anticipo rispetto ai miei calcoli. Stavo bene e so che per molti la frazione sterrata è l’inferno….per me è il paradiso!
E così sono riuscita a compiere quello che per me è stato un piccolo miracolo.
Ogni volta che faccio questa gara, non so perché ma è come se avessi una marcia in più.
Come se una forza particolare mi conducesse fino al tetto della Sicilia. E poi l’esperienza aiuta tanto… imparare a gestire la fatica per tante ore, conoscere i propri limiti, in queste gare è fondamentale, tanto quanto l’allenamento.
Sono passate solo 24 ore dalla conclusione della nona edizione della 0-3000….ma già non vedo l’ora di correre la decima edizione!
Ieri, è stata una meravigliosa giornata di sport.
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