Emanuela Pagan si accinge a percorrere il Cammino di Santiago. Anche per lei è giunto il momento di andare.
Quello che segue è una anticipazione, come un piccolo capitolo d'esordio o anche una "soglia" al Cammino che avrà inizio il 25 luglio 2015.
(Emanuela Pagan) 25 Luglio 2015, Francia-Spagna. 700 e più chilometri a Santiago
“Arriva un momento nella vita in cui non rimane altro da fare che percorrere la propria strada fino in fondo.Quello è il momento d’inseguire i propri sogni, quello è il momento di prendere il largo forti delle proprie convinzioni”.
E’ una frase presa dal libro: “Il Delfino”, di S. Bambaren, un racconto a me caro.
Il momento di cui scrive l’autore è giunto anche per me, per questo parto.
Un viaggio che non è una fuga. Al contrario. E’ un andare incontro da sola alle proprie paure, per ritrovare un sorriso facendo i conti con i segni sulla pelle lasciati dal dolore. La forza di ogni passo sarà guidata dalla fede, perché nella vita la differenza la fa sempre ciò in cui si crede.
Ho riempito lo zaino di bei ricordi, soprattutto quelli lontani, i più preziosi al cuore. L’ho gonfiato con le risate fatte con gli amici veri, quelli che conoscono il significato delle parole ti voglio bene. Per chiuderlo ho usato gli abbracci delle persone che non mi hanno mai lasciato sola. In una tasca ho messo il sorriso di Amedeo. Lo chiamano diversamente abile, ma ha capito più lui della vita che tanti laureati. Quando sarò stanca penserò a chi non può camminare, ma non desiste dall’andare per il mondo.
Ho un quaderno con un girasole, me lo hanno regalato per ricordarmi che al sole devo sempre puntare.
Sono grata alla vita, perché è un dono che mi permette ogni giorno di amare. Non mi appartiene, è fugace. Si giustifica nella luce che si riesce a portare agli altri.
Lo scopo non è la destinazione, ma l’andare.
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