Ed ecco le ultime due tappe del viaggio di Emanuela Pagan verso Santiago de Compostela: la 31^ tappa e la 32^ ancora in fieri. Siamo così alle soglie di Santiago: ma il diario di Emanuela si ferma qui.
Non scriverà nulla del suo ingresso a Santiago de Compostela:per lei sarà un'esperienza troppo intima ed intensa per poterla consumare in poche parole che rischierebbero di banalizzare le sue emozioni e ridurle ad un'esteriorità ce non pertiene loro.
Chi sa, forse ne scriverà a distanza di tempo, ma non adesso.
L'ultimo tratto di viaggio è stato caratterizzato dalla difficile convivneza con quelli che Emanuela definisce i "turigrinos", cioè di coloro che percorrono soltanto gli ultimi 100 km, pur di avere l'attestato finale e che affollano il Cammino creando una gazzarra che altera il silenzio compunto di un'esperienza che va consumata da soli o, al massimo in compagnia di pochi con i quali parlare a bassa voce.
Giusto per la cronaca, Emanuela Pagan compirà l'ultima tappa che la separa da Santiago de Compostela con un giorno d'anticipo, rispetto a quanto aveva previsto.
Procedendocon prudenza e con l'assistenza del Cielo, delle Nuvole e delle Stelle, Emanuelaè arrivata alla fine della sua fatica: in spirito saremo accanto a lei, durante il compimento degli ultimi, emozionanti, chilometri.
E la fine è solo un inizio.
31^ tappa da Palas de Rei ad Arzùa (24 agosto 2015). Inizio dalla fine.
Sono seduta in un giardino con fontana. Case in pietra arredate come un castello. La campagna di fronte a me riposa pigramente come le mucche adagiate sull'erba. Le pale eoliche sopra il monte continuano a fare il loro lavoro. Un gatto, sicuramente un sir gatto, mi si avvicina iniziando a farmi le fusa.
Nuvole, disegnate da un pittore, riempiono il cielo.
Oggi sono state buone. Il vento non le ha spremute.
Tutti gli albergue erano completi. I turigrinos li hanno prenotati. C'è una difficile convivenza in questi ultimi chilometri tra chi ne ha camminato molte centinaia e coloro che percorrono il minimo per avere un attestato. Penso che il cammino di Santiago vada percorso per intero e in una sola volta. Altrimenti è come prendere i 42.195km e suddividerli in tappe. Alla fine la distanza percorsa è sempre quella, ma solo chi la compie in un fiato sa cosa sia la maratona.
Analogamente bisogna farla tutta la strada di questo cammino per capire la sua essenza. Portandosi la mochilla, dormendo negli ostelli, lavando la biancheria mentre si curano le vesciche. Mi sono concessa dopo circa 400 km le habitationes con bagno per motivi igienici.
Le tremende cinchas avevano iniziato a colpire. Il mio sistema immunitario era in difficoltà. Avevo fisicamente necessità di dormire. L'unico lusso. Per il resto ho lasciato a casa anche la crema idratante.
Ammiro la fontana di questo giardino. Per arrivarci ho percorso più di due chilometri fuori dal cammino. Ora mi sto godendo un attimo perfetto. Prima di Santiago. È l'ultima sera.
Oggi niente bucato. Per domani ho già pronta la maglietta. Sembra incredibile. Finisco con un giorno di anticipo rispetto alla data preventivata. Se tutto va bene. L'attenzione deve essere sempre massima. Il percorso è un continuo saliscendi nei boschi. Milioni di sassi pronti a storcere una caviglia. Pietre scivolose aiutano a passare accanto a piccoli ruscelli. Non è mai scontato il passo successivo.
Guardo l'acqua della fontana. Sono serena.
Santiago è lì, appena dietro quelle colline. Mi aspetta.
Il piccolo Monumento al Pellegrino, lungo la via principale di Arzùa
32^ tappa da Arzua a Santiago de Compostela (25 agosto 2015). Se la salute mi assiste domani sarò a Santiago.
Finisce qui il mio diario. Nella sera che precede l'alba. Non scriverò dopo l'eventuale arrivo. Non esistono parole in grado di contenere certe emozioni.
Ho percorso la mia strada per ringraziare Dio per la vita.
Ho imparato a respirare nel presente. Per un mese ho seguito una strada indicata da frecce gialle solcata nei secoli da migliaia di pellegrini. Nella vita non ci sono segnali da seguire per la via corretta. Penso che bisogna solo seguire cuore e fede.
Ho lasciato tutto per trovare me stessa.
Ho attraversato la Spagna a piedi.
Il coraggio non sta nel traguardo, ma nel partire.
Mi sono resa conto che molte persone hanno viaggiato insieme a me, anche a distanza di migliaia di chilometri. Non sono mai stata sola. Il loro affetto teneva compagnia a me e alla mia ombra.
Qui ho trovato un'amica e molte persone con cui ho condiviso un'esperienza unica.
La strada percorsa è impressa nel mio cuore. Una moltitudine di immagini unite da un filo: il tempo. Mentre tutto scorre, ho fermato in questo attimo la mia vita.
Ora sono serena. E felice.
Todo se compie. Per me, forse, sarà domani.
È giunta l'ora di vedere che forma ha un sogno nella realtà.
E poi... un tramonto non è una fine, è solo l'inizio di una nuova aurora.
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