Tor des Géants 2015 (6^ ed.). Dopo le difficoltà (e le polemiche) si chiude in festa l'edizione 2015
Cala il sipario con un giorno di anticipo, sulla tormentata 6^ edizione del Tor des Géants 2015 (13-20 settembre 2015). Solo sei hanno raggiunto il traguardo finale. Tutti coloro che erano giunti alla base di Gressoney nel tempo pre-fissato, sono stati dichiarati finisher con oltre 200 km percorsi. Non gli altri che, al momneto del blocco totale e definitivo della corsa, erano rimasti indietro. Comunque, malgrado tutto, la vittoria è degli organizzatori che, con determinazione, hanno preso le decisioni migliori, tese fondamentalmente a salvaguardare la sicurezza e l'incolumità dei partecipanti: e ha trionfato il buontempo, magrado il malumore espresso da alcune voci fuori dal coro.
Il 18 settembre 2015 è stata una giornata di strameritato riposo per i finisher del Tor des Géants 2015 rimasti a Courmayeur.
Poi il gruppone si è rimesso in moto alle 17.00 per la breve sfilata per le vie della città, passando finalmente sotto il traguardo.
Diventato simbolo di una corsa dura resa ancora più faticosa da quelle avverse condizioni del tempo che hanno costretto gli organizzatori a chiudere definitivamente la competizione prima del tempo.
Dopo il passaggio sul red carpet posto all’arrivo, gli atleti hanno proseguito fino al Palazzo dello Sport di Dolonne dove, su un altro tappeto posto sulla pista del ghiaccio, sono arrivati fino al podio, per la consegna dei trofei ai migliori classificati in assoluto e delle varie categorie e per ritirare le ambite maglie finisher, da sfoggiare poi per tutto l’inverno in attesa che, l’1° febbraio, aprano le iscrizioni per l’anno 2016.
Stasera in programma un “rinfresco” (a base di polenta e salsiccia) fuori programma offerto dagli organizzatori, poi i saluti, gli scambi di indirizzi con i nuovi amici conosciuti sulle strade del Tor e le promesse di incontrarsi negli appuntamenti successivi.
Del resto l’Arrancabirra è già alle porte, il 10/10 proprio per festeggiare i 10 anni, sempre con partenza e arrivo a Courmayeur.
Il podio maschile ha visto sul gradino più alto il piccolo Gigante francese Patrick Bohard, che ha chiuso l’intero tragitto in 80 ore e 20 minuti. Alle sue spalle il romagnolo imolese Gianluca Galeati, 80,44 quindi ancora un francese, il “solito” Christophe Le Saux
Rewind del Tor des Géants 2015 che ha visto al via, domenica 13 settembre, 750 partenti effettivi, sotto una pioggia che a metà della giornata in parte si smorza per poi riprendere fiato e ritmo nella salita del Deffeyes, il primo dei 18 rifugi, quasi tutti oltre i 2 mila metri di quota, disseminati lungo il tracciato di 330 chilometri, segnalato da 8 mila bandierine ben visibili anche di notte.
Rifugi alternati alle 6 grandi basi-vita dei paesi di fondovalle dove ogni concorrente ritrova le borse gialle (quasi un simbolo del Tor) con i sui bagagli, il proprio assistente e tutto quel che serve per riprendersi (docce, ristori e massaggiatori) e risposarsi (letti) prima di continuare la corsa. Alla prima di questa base vita passano per primi i concorrenti che poi finiranno sul podio definitivo, vale a dire il cinquantunenne Patrick Bohard, albergatore nel Massiccio del Jura, condiviso tra Francia e Svizzera, e runner d’alta quota da appena otto anni; il romagnolo Gianluca Galeati, 32 anni, e l’inossidabile Christophe Le Saux, detto “il giaguaro”, 43 anni e per la quarta volta sul podio di questa grande corsa valdostana. Tra i top runner si era notata, al via, l’assenza di Franco Collé, presente però come supporter di Galeati (sono amici oltre che componenti dello stessa stesso Team Tecnica). Collé, vincitore della passata edizione, ha dovuto dare forfait nella sua Valle per prendere il via alla gara finale spagnola di un circuito internazionale di cui conduce la classifica. Intorno al chilometro 70 le condizioni del tempo peggiorano provocando l’esondazione, poi rientrata, di un torrente, e facendo decidere uno stop di tre ore per permettere alle squadre di assistenza esterna di ricontrollare alcuni tratti dei sentieri.
Al nuovo start i concorrenti devono affrontare non solo le pendenze ma anche il freddo intenso e uno strato di neve fresca proprio sui colli più alti del percorso, vale a dire il Col Fenetre, il Col Entrelor e il Col Loson, quest’ultimo il più elevato del tracciato con i suoi 3.299 metri. In questo punto gli uomini della Forestale e le Guide Alpine provvedono a incidere ampi gradini e a cospargere tratti del percorso con la segatura, per ridurre il Partners rischio di scivoloni. Erano naturalmente state valutate anche possibili deviazioni su sentieri più bassi ma questi sono al momento “spariti” nelle nuvole basse, con visibilità vicina allo zero, e questo li rende più pericolosi dei sentieri in quota dove, seppur con prudenza, si può comunque procedere.
Tra le runner il duello rimane acceso, fin dalla partenza, tra la svizzera Denise Zimmermann, la padovana Lisa Borzani e la giovane valdostana di Donnas Sonia Locatelli, la prima del terzetto ad arrivare alla base vita di Cogne. Dove però deve ritirarsi per problemi di stomaco, forse per il freddo della notte, lasciando campo libero alle altre due che proseguono a stretta distanza una dall’altra.
A proposito di valdostani, sono in gara anche Augusto Rollandin, presidente della Regione, Bruno Brunod, l’idolo dei runner di tutta la Vallée, Giancarlo Anovazzi, il forte Forestale che ha messo in carnet tutte le edizioni del Tor, Abele Blanc, guida e alpinista che ha invece nel carnet tutte le 14 cime del mondo oltre gli 8 mila metri. Il meteo continua ad essere ballerino, a Cogne c’è il sole e cinque chilometri più a est la grandine. Diversi concorrenti cominciano a patire questa situazione e ci sono i primi ritiri consistenti. Nell’insieme saranno circa 285. Tutti gli altri arrivano a Donnas, 148,7 km, quasi al giro di boa e il punto più basso della valle. Da qui si riparte pere una lunga salita verso il rifugio Coda, su una montagna in territorio piemontese, affacciata su Biella.
Qui il maltempo si accanisce ancora di più; niente neve ma pioggia e soprattutto nuvole che limitano ancora la visibilità, specie nei punti più esposti. Questi vengono presidiati da guide e personale di soccorso che a volte devono lasciare la posizione per andare incontro a concorrenti in difficoltà e accompagnarli fino alle postazioni di sicurezza, per poi risalire, pronti a partire di nuovo.
Un lavoro immane e continuo, specie di notte, quando il freddo, la stanchezza e la solitudine maggiormente incidono sul fisico e sul morale. Un dato statistico sul soccorso è però decisamente confortante: nonostante tutto, i concorrenti accompagnati al pronto soccorso visitati e dimessi (quindi senza strascichi seri) sono stati una dozzina, molti meno che in passate edizioni. Dopo alcune ore di cambi di visibilità, temporali, nebbie vaganti e pressanti gli organizzatori decidono di interrompere la gara, fermando i concorrenti nei rifugi e nelle basi vita davanti a loro. Una interruzione lunga fino alle 8 del mattino, che rompe il ritmo del cammino ma permette ai runner un fuoriprogramma gradito per alimentarsi e riposare. Si scruta il meteo ufficiale, ma soprattutto il cielo, le temperature e il vento lungo il percorso ancora da fare, che danno il reale polso della situazione. Non c’è niente di buono per l’immediato futuro. Così, in osservanza alla regola numero uno, cioè la sicurezza dei concorrenti, la gara viene definitivamente chiusa.
Nel frattempo i concorrenti di testa hanno però scavalcato il Malatrà, l’ultimo passo, al di là dell’area “invisibile” per la nebbia.
Non c’è neve ai 2.936 metri di questo colle e la visibilità è discreta. Così i primi sei concorrenti - tre francesi, un italiano, un giapponese e uno spagnolo – arrivano fino al traguardo “vero” di Courmayeur.
Tutti gli altri, o meglio coloro che sono entrati alla base di Gressoney entro il tempo limite prefissato, sono dichiarati finisher, con 200 km comunque alle spalle.
In poche ore vengono accompagnati a valle e subito a Courmayeur. La premiazione è anticipata a venerdì. Mentre tutti si riposano, alcuni irriducibili, specie stranieri, continuano, come liberi runner, sui sentieri del Tor des Géants 2015.
Alle 17:00 di venerdì sfilata in centro, premiazioni e polenta e salsiccia finale. Con scambio di indirizzi per rivedersi l’anno prossimo.
E per tutti coloro che vogliono rivivere le emozioni del Tor, da non perdere i contenuti video creati durante queste indimenticabili giornate.
Per foto, statistiche, classifiche e curiosità: www.tordesgeants.it
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Tor des Géants 2015 - Daily Highlights - YouTube
TOR DES GEANTS 2015 - Daily HighLights from hour 31 to hour 55
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Dayly Highlights Tor des Gèants 2015
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More than just the toughest Endurance Trail. Tor des Géants and all the world around it. #TorSurrounding
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Tor Surrounding 2015
Focus Tor 2015
Alcuni momenti delle premiazioni
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