E siamo così al 6° capitolo della saga di Battista Marchesi che prosegue instancabilmente nel suo andare, osservando, parlando e immergendosi in lunghi silenzi. All'incirca una volta alla settimano Vitaliano "Diavolo Rosso" Grassi è con lui e lo accompagna con la bici, facendogli da supporter, da fotografo, da fedele cronista, da ascoltatore attento o da intrattenitore e, infine, anche da testimone. Vitaliano nel corso degli anni ha imparato a conoscere Tista: bisogna sepere capirlo, interoretando di volta in volta i suoi silenzi o le sue poche parole. A volte, Vitaliano per intrattenerlo oppure, a seconda dei casi, per tirare su il suo morale, in quei momenti in cui il buon umore e la naturale gioiosità di Tista sone messe a dura prova, gli legge i suoi resoconti pregressi e anche i commenti di cui sono stati corredati, come queste brevi prefazioni. Ed è così che l'impresa di Tista sta diventando anche, giorno dopo giorno, una "fabbrica di storie".
(Vitaliano "Diavolo Rosso" Grassi, 10 aprile 2012). Capitolo 6°: Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Non ha rispettato il vecchio proverbio: Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi. Infatti, Tista è rimasto con i ”suoi”. Non solo si è fatto la scorta di baci ed abbracci, ma anche di uova al cioccolato e colombe, quelle che non volano. Si è trovato pentito, ma solo della seconda scorta, ha rimediato subito, a Pasquetta ha voluto toccare -con i piedi- gli ottantadue chilometri. Mercoledì 11 aprile sarà l'ultimo giorno in Val Brembana, mentre giovedì si ripartirà sempre da Lovere.
Una settimana tranquilla, racconta Tista, “... le montagne che hanno accompagnato la mia infanzia mi hanno ridato la linfa necessaria per continuare con maggiore entusiasmo”.
“Utili e indispensabili risultano gli incontri sul percorso, perché mi fanno sentire meno solo”.
Non scorrono molte ore e “...a Stabello di Zogno, chi vado ad incontrare? Proprio il vecchio Bepi Zanchi, con cui abbiamo lavorato insieme per venti anni alla Unicalce, lui come minatore ed io come meccanico”.
L'abbraccio è d'obbligo e lui, armato solo del suo pentolino, dalla sorpresa sa solo dire: "Dai, Tista, vieni nella mia stalla, vado a mungere la mia Rosina: un bicchiere del suo latte, ti farà correre di più”.
Tista commosso risponde: "Bepi, ringrazio te e la tua mucca, ma non posso fermarmi, lo berrò un'altra volta".
Con passo incostante, si avvia alla sx orografica del Fiume Brembo lungo la ormai dismessa ex ferrovia”trasformata in ciclovia” che, sin dal lontano 1906, collegava Bergamo a Piazza Brembana. Causa impianti e mezzi obsoleti, purtroppo nel 1966 se ne decretava la fine. Proprio attraverso questa via si giunge a Cornello di Tasso che dista dalla capitale orobica una trentina di chilometri: questa sarà la meta più importante da raggiungere. Le rotaie non ci sono più, quel treno è rimasto nei libri di storia, mentre sono invece rimaste come testimoni irremovibili le gallerie. Sono gelide dentro, non amano essere percorse da nessuno, le loro pareti scalfite da picconate scomposte non invitano certo a fermarsi nemmeno per un attimo.
Quel Borgo. Cornello di Tasso, uno dei più splendidi borghi italiani,diventato famoso per la famiglia dei Tasso, che durante il XV-XVI secolo riuscì ad ottenere la prima gestione delle Poste italiane e in tutte le contrade d'Europa, compreso l'impero degli Asburgo. Gli esponenti di questa famiglia diventarono corrieri nella repubblica di Venezia e persino al servizio dei Papi di Roma. Sito sulla via Mercatarum, antica via utilizzata per il traffico dei mercanti. Arrivare al Borgo dalla ripidissima mulattiera non è agevole, ma Tista non vuole rinunciare, questa visita s’ha da fare.
Non era aperto il museo, di questo si è rammaricata una abitante di questo Borgo, Piera Galizzi, che ci ha ospitato nella sua cantina. “Proprio durante le festività dovevano chiudere? I turisti rimangono inebetiti come degli allocchi, vorrebbero entrare per conoscere la storia del posto, ma gli amministratori hanno deciso che quella porta deve rimanere chiusa”, borbotta la donna, mentre di fretta corre via.
Sulla via del ritorno, un ciclista lanciato a tutta velocità appena ci scorge arresta bruscamente il suo potente mezzo, toglie gli occhiali e scopre la sua carta di identità : Davide Milesi,campione Italiano di corsa con ciaspole, con una partecipazione alla maratona delle passate Olimpiadi di Atlanta. Una strada, un incontro di due campioni che si conoscono da anni, poche parole, un duplice sorriso per lasciarsi senza emozionarsi.
Prima di ripartire, si apparta un attimo, anche lui vuole la sua intimità, gli succede spesso durante la giornata, sicuramente colpevole è il freddo. Tista in fondo non è dispiaciuto,al contrario, approfitta per riposarsi un po'.
Anche stamattina, ennesimo collegamento al cellulare in diretta con Radio Alta, succede sempre dalle 9.00 alle 9,30: arrivano sempre molti sms - dicono -, in tanti vogliono sapere come va.
Se a volte il telefono può scocciare,oggi diventa un buon tramite per inviare gli auguri al figlio Roby, sono solo quarantasei, ma fatti per strada assumono un valore molto importante.
Il tempo d'una incensata e subito ritorna il Marchesi di sempre. Ci tiene molto a far sapere che dopo quaranta giorni è la prima volta che fa uso di un integratore."Sai, dice, non vorrei che l'uso abitudinario di queste sostanze che tra l'altro sono consigliate, possano provocarmi qualche disturbo”.
La sua momentanea riflessione è interrotta da uno squillo: un piatto di spaghetti alla carbonara è quasi pronto, una voce dice di accelerare. Lui obbediente esegue l'ordine, anche se l'ultimo tratto presenta una salita del 12 per cento, un chilometro, non è più la forza di volontà che gli imprime la carica, in realtà sono quegli spaghetti che la moglie ha preparato, il vero obiettivo.
Rinuncia a tutto, ma non ai suoi piedi. Tista non aspetta la Santa Pasqua per farsi lavare i piedi come ha fatto Gesù con i suoi discepoli. Lui lo fa tutti i giorni quando rientra e lo fa naturalmente a modo suo. Li immerge in una bacinella di acqua fredda, poi in acqua calda e termina sempre con l'ammollo in acqua fredda. “Solo così riesco a mitigare la loro stanchezza, mi sento veramente rinascere. Nel frattempo per dieci minuti due borse del ghiaccio le appoggio sulle ginocchia, un vero relax al naturale”. Precisa inoltre: “...sperimento su me stesso queste semplici operazioni e i risultati sono da vedere".
“Purtroppo il mio tempo è scaduto, devo andare in doccia, una doccia particolare che descriverò la prossima volta nel dettaglio, vi garantisco che fa rinascere un morto”.
Gli ultimi secondi li vorrei dedicare al fisioterapista loverese, Davide Gaioni che mi assiste e alla società cui appartengo dei Runenrs Bergamo per la sua vicinanza.
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