Tra le innovazioni del Circuito Ecotrail Sicilia 2012, che inizierà il 26 febbraio con l'Ecotrail della Contea di Butera (alla sua prima edizione) è stato varato l'abbinamento con un progetto di solidarietà promosso da Martino Lo Cascio e da Giorgio Maggioni per l'Associazione Narramondi.
Il progetto si chiama "Adotta un pousse pousse" ed è a favore di una particolare categoria di lavoratori malgasci (del Madagascar) che in circostanze difficili e con minimi margini di guadagna lavorano per molte ore al giorno tirando i locali riksciò (che vengono chiamati, appunto, pousse pousse), dipinti a colori vivaci come le barche dei pescatori del Mediterraneo. I lavoratori dei pousse pouse lavorano a tariffe davvero di fame, spesso a piedi scalzi, e, siccome non possono consentirsi di possedere un mezzo proprio, lo devono affittare giornalmente al proprietario (un piccolo imprenditore locale), per cui il loro già misero guadagno del giorno è decurtato dell'importo dell'affitto.
Il progetto, detto in breve, prevede per ogni gara che voglia farlo proprio la raccolta dei fondi necessari per l'acquisto di uno o più pousse pousse che poi verrebbero affidati ad un tiratore (il quale poi nel corso dei mesi successivi lo riscatterà, per divernirne finalmente proprietario).
Sembrerebbe una cosa da niente e, invece, nella risicatissima economia dei Malgasci, il piccolo guadagno giornaliero in più porterebbe ad un miglioramento delle condizioni economiche e di vita delle famiglie che dipendono da quel lavoratore e porterebbe all'attivazione di circuiti virtuosi con delle ricadute sociali positive, nel lungo termine.
L'Associazione Narramondi si occuperà di tutte le necessarie intermediazioni sino alla committenza locale per la costruzione dei pousse pousse e al loro affidamento ai lavoratori del posto.
In fase di costruzione, sul retro del mezzo, potranno essere dipinte delle scritte che menzionano l'organizzatore di evento podistico, L'associazione sportiva o l'Ente locale che ha partecipato al progetto di solidarietà e che hanno contribuito con la loro raccolta fondi all'acquisto del mezzo.
Già, l'Ecotrail Sicilia 2012 ha voluto far proprio il progetto. C'è da augurarsi che altri organizzatori di eventi podistici vogliano fare altrettanto.
D'altra parte, i tiratoir di pousse pousse non possono che suscitare le simpatie di chi corre sulle lunghe distanze e non, poichè essi hanno fatto della corsa una durissima fonte di sostentamento: e, per questo, vanno ammirati e, se possibile, anche aiutati.
Di seguito il progetto dettagliato, messo a punto dall'Associazione Narramondi.
(un progetto di Martino Lo Cascio e Giorgio Maggioni per l’Associazione Narramondi)
Premessa. Muoversi, spostarsi, correre, dislocarsi nello spazio sono le azioni più comuni e quotidiane per ciascuno di noi, a qualsiasi latitudine ci si trovi e per ogni cultura del mondo. Ogni luogo della terra ha sviluppato, d’altronde, modalità proprie e mezzi svariati per realizzare questo scopo vitale per ogni essere umano: si va in macchina, in moto, in bici, in treno, in tram, in metro, in funivia, in piroga, ecc.
Ad Antsirabe, al centro dell’altopiano malgascio, a 1400 metri d’altezza, in una città di circa 150.000 abitanti il mezzo di locomozione più utilizzato è il pousse pousse. Si tratta di un risciò costituito da una struttura interamente in legno che viene guidato e trainato da uomini con la sola forza delle braccia e con la potenza delle loro gambe smilze. Il pousse pousse ha una sua eleganza particolare e, sebbene inizialmente si possa restare turbati dall’immagine di uomini che trasportano altri uomini come fossero cavalli o buoi, ci si rende presto conto che è una funzione molto utile e che produce un’economia minimale, garantendo così la sopravvivenza e la sussistenza di strati estremamente poveri della popolazione. Superato dunque l’immancabile “shock culturale” si può osservare l’interessante viavai di pousse pousse per le vie della città. Si calcola che siano migliaia i tiratori di pousse pousse giornalieri.
Di certo è un lavoro faticoso e per la maggior parte svolto da uomini provenienti dalla campagna più povera di risorse; si sbarca il lunario e si raccolgono pochi denari per acquistare i beni di prima necessità, vagando per la città alla ricerca di clienti, i più gettonati dei quali sono ovviamente i turisti per la possibilità di arrotondare il compenso. Ci sono tiratori di pousse pousse che dormono all’addiaccio sulle tavole inclinate del loro risciò colorato.
Ogni pousse pousse ha un nome e una targa. Quasi tutti sono di proprietà di alcuni “imprenditori” facoltosi e, dunque, ogni giorno il nostro tiratore di pousse si reca in una rimessa per affittare il suo mezzo per poi riportarlo alla fine della giornata di lavoro. Per guidare il pousse pousse occorrono due documenti molto costosi, oltre ad un certificato medico che deve essere rilasciato da una struttura pubblica.
Proposta. La presente proposta nasce dalla conoscenza approfondita della situazione drammatica in cui versano tutti i conduttori di pousse pousse. Infatti, nella totalità dei casi versano in condizioni di estrema povertà e non posseggono il loro mezzo di sussistenza. Al di là dell’ovvia durezza che di per sé questo lavoro comporta, per di più alla fine della giornata restano con pochi spiccioli, tolti i soldi per il noleggio del pousse pousse. Il necessario per un piatto di riso e, se tutto va bene, 2000 ariary (meno di 1 euro) da portare a moglie e figli.
Come cambiare il corso del destino di questi “ultimi” della società malgascia? Aiutandoli a diventare proprietari della loro “vettura” visto che a motore e benzina provvedono con il loro stesso corpo!
La campagna “Adotta un pousse pousse” nello specifico intende raccogliere fondi per consentire l’acquisto guidato del risciò secondo la formula del microcredito da assegnare ad alcuni di questi infaticabili “atleti”. Naturalmente verrà operata una selezione secondo criteri ben precisi per assicurare la riuscita e l’efficacia dell’intervento, continuamente monitorato e accompagnato da una essenziale catena organizzativa. Coloro a cui verrà fornito il pousse pousse potranno “riscattarlo” con una cifra quotidiana per l’affitto per un periodo pattuito preventivamente. Al termine di quel periodo tutti i soldi che guadagnerà saranno suoi, decidendo peraltro come e quando utilizzarlo. Durante un’ulteriore fase di osservazione e formazione delle modalità di gestione più corrette, il tiratore acquisirà la proprietà diretta del mezzo stesso.
Possono contemplarsi varie formule di “adozione”:
- Individuale: un singolo soggetto donatore “acquista” un pousse pousse di cui diviene proprietario e che nell’arco di circa un anno cederà alla persona prescelta per questa forma di microcredito;
- Collettivo: più soggetti donatori acquistano insieme un pousse pousse, scegliendo il proprietario temporaneo cui verrà intestato il risciò, per poi cederlo alla persona prescelta dalla lista di soggetti cui fornire questa chance.
Si sottolineano in particolare alcuni elementi ritenuti rilevanti:
- Tale forma di microcredito non prevede che il denaro venga dato direttamente ai beneficiari ma fornisce di già il bene necessario per la loro attività produttiva;
- Viene individuata una congrua fase temporale in cui il beneficiario viene formato all’uso della “proprietà” e viene monitorato e verificato sulla sua capacità di rispettare gli impegni e di ottemperare a tutte quelle operazioni necessarie per creare profitto dal suo lavoro (manutenzione ordinaria, rispetto del rimborso quotidiano, capacità di relazionarsi con i donatori, mantenimento dei patti concordati, ecc.);
- La cifra che viene sborsata complessivamente dal beneficiario è leggermente superiore a quella realmente investita per l’acquisto del pousse pousse. In questo modo ciascuno dei beneficiari contribuisce alla creazione di un ulteriore “fondo cassa” attraverso il quale acquistare nuovi pousse pousse. Ciò significa che il circuito economico stesso si autoalimenterà e, con un minimo sforzo, ciascuno dei beneficiari contribuirà lui stesso a inserire altri “colleghi” nella lista di coloro che potranno nel tempo possedere un pousse pousse;
- Ognuno dei beneficiari verrà costantemente seguito e sostenuto in questa avventura che certamente necessita di qualità e competenze che devono essere progressivamente acquisite;
Per i donatori sarà data anche la possibilità, qualora lo desiderassero, di dare un nome al pousse pousse e/o scegliere di dedicarlo a qualcuno o qualcosa che ritengono significativo. In questo modo la circolazione quotidiana del risciò garantirà una costante “pubblicità” a quanto si vuole comunicare a chi lo incrocerà o lo utilizzerà per i suoi spostamenti.
Beneficiari. Diretti: La prima fase prevede 6 adulti che abitualmente già svolgono questo lavoro. La selezione avverrà a cura dei promotori del progetto e prenderà in considerazione criteri quali: famiglia con figli, una buona salute fisica, la capacità precedentemente nota di rispettare gli impegni e preselezione a cura del presidente di quartiere, la residenza ad Antsirabe o nei villaggi limitrofi, ecc. Sarà privilegiato l’intervento per interi villaggi (molti provengono dagli stessi piccolissimi paesi dell’hinterland), soprattutto se l’iniziativa fosse sposata da nostri Comuni che potrebbero essere “gemellati”. Nei pousse pousse appositamente fabbricati risulterebbe evidentemente scritto il Comune che ha effettuato l’operazione umanitaria e la donazione.
Indiretti: le famiglie dei beneficiari e la comunità di appartenenza che tramite i nuovi introiti potrà dare un impulso deciso ad un miglioramento dell’economia del territorio interessato.
Obiettivi.
Obiettivi generali
- sviluppare un’economia di comunità;
- favorire il miglioramento delle condizioni di vita dei beneficiari e delle loro famiglie;
- indicare un modello di crescita economica secondo canoni etici e solidali;
- ridare dignità ad un lavoro spesso deprezzato;
- rendere autonomi e favorire l’autogestione dei beneficiari;
Obiettivi specifici
- modificare la condizione di vita dei beneficiari;
- impedire lo sfruttamento sistematico del singolo lavoratore;
- fornire la proprietà del mezzo di sussistenza;
- migliorare le qualità e le competenze necessarie per questa forma di “microimprenditorialità”;
- rinforzare l’autostima del beneficiario;
- fornire una nuova rappresentazione più positiva di sé e del lavoro svolto in favore della città;
Azioni
- raccolta fondi (sponsor, iniziative varie, campagne, ecc.);
- accordi con istituzioni locali per favorire la riuscita dell’iniziativa;
- selezione beneficiari;
- preparazione documentazione necessaria;
- acquisto con regolari contratti di proprietà;
- “Patto” per il microcredito con relativa stipula di contratti;
- Riscossione quotidiana della somme pattuite per restituire la cifra stabilita;
- Monitoraggio e formazione dei beneficiari;
- Cessione della proprietà in caso di esito positivo del circuito produttivo instaurato;
- Ulteriori acquisti di mezzi e ulteriore selezione di beneficiari;
- Pubblicizzazione dell’iniziativa presso le comunità interessate (radio locali, mezzi di stampa, conferenza cittadina, ecc.)
Tempi. La campagna di raccolta fondi dovrà raggiungere la cifra minima di 2200 euro per iniziare con 8 beneficiari. Qualora sia un Ente Locale a coprire l’intera spesa, potrà intestarsi l’iniziativa per un singolo territorio e gli altri fondi raccolti (nonché il rimborso al microcredito) saranno utilizzati con altri gruppi di beneficiari.
Successivamente si prevede che il singolo tiratore di pousse pousse potrà “ripagare” il suo mezzo nel giro di 6 mesi. Nella cifra si comprende anche la quota per consentire gli acquisti dei successivi mezzi da implementare con nuovi beneficiari.
Per ottenere la proprietà definitiva del pousse pousse occorre un anno di lavoro nel quale siano stati raggiunti gli obiettivi prefissati nelle modalità previste.
Esigenze
Risorse umane:
1 coordinatore scientifico-organizzativo in Italia;
1 operatore di contatto/logista locale (espletamento documenti, riscossione quotidiana, verifica stato dei pousse pousse, ecc.)
Volontari
Risorse materiali:
materiali vari a seconda delle iniziative poste in essere
garage per il ricovero e la custodia dei pousse pousse
Documentazione. L’intera operazione sarà documentata attraverso materiali cartacei, foto e video.
Costi. La cifra di 2200 euro permette di coprire i costi relativi alle esigenze delle risorse materiali e umane per un numero di 6 pousse pousse e per il coordinamento in Italia e in loco.
In attesa dell'attivazione del sito web dedicato all'iniziativa, per ogni eventuale informazione, richiesta etc., rivolgersi a Martino Lo Cascio.
Ecco le sue coordinate.
Martino Lo Cascio Via Ammiraglio Rizzo 41 90142 Palermo Tel. 0039.329.1375693 - 0039.91.363622 |