Battista Marchesi - nell'evoluzione della sua impresa 2012 che, a differenza dei precedenti tentativi prevede il succedersi di diverse location per rendere meno monotono il suo andare giornaliero e per creare le premesse di nuovi incontri e di nuovi scenari, frequentemente mobili - è tornato alla sua Montisola (Lago d'Iseo), sbarcandovi con frugale - e quasi francescano - bagaglio.
E qui si intratterà per un mese: l'arrivo a Montisola per Tista significa la rivincita per un conto in sospeso (rimasto aperto da quando nel 2009 e nel 2010, per ben due volte l'isola lacustre lo respinse), una rivincita che, per forza, dovrà arrivare.
Con Montisola, Tista ci si cimenterà per la terza volta, ma questa è sicuramente quella buona. Tista questa volta si è fatto più accorto ed è anche seguito meglio sotto il profilo fisioterapico, allo scopo di prevenire infortuni fastidiosi.
Dal sentire gravare nell'aria e nella mente questo conto in sospeso, il suo essere taciturno e silenzioso, tutto concentrato nei suoi pensieri all'arrivo nell'isola che è stata inospitale con lui in passato, e da qui il suo forte bisogno di mettersi subito in movimento, passando alla prova dei fatti.
Tista saluterà Montisola al momento del congedo, solo quando se ne andrà e la saluterà questa volta calorosamente, come non l'ha salutata mai: questa è una promessa.
E sarà proprio qui a Montisola che raggiungerà il traguardo dei 5000 km percorsi che verranno salutati con uno speciale ringraziamento "personale" ed una speciale preghiera (ma sarà solo una sua faccenda privata...).
E' arrivato a pomeriggio inoltrato, si è seduto un attimo sulla panchina in attesa del battello che lo avrebbe portato a Carzano, piccolo paese di Montisola, l'isola lacustre più vasta d'Italia. Questa la cronaca del giorno.
Lo si intuisce, il suo silenzio parla per lui.
E' meglio lasciarlo solo con i suoi pensieri: in fondo ha un appuntamento con i ricordi del passato, quelli del 2009 e del 2010, quando l'isola lo ha respinto, per una frana e per un infortunio. Ora cercherà un accordo e se ne andrà solo a missione compiuta.
Potrebbe buttarsi sul letto appena entrato nella casa che ormai conosce bene, sempre la stessa: con gli stessi mobili, con la televisione che stavolta non funziona e stillante un'atmosfera di completa solitudine.
Ma non c'è tempo.
Implodono nella sua testa i ricordi di un passato ancora fresco e che lui non ha dimenticato. E' meglio lasciarlo solo, perché è tutto concentrato.
Se ne va tranquillo Tista, nemmeno un guado lo può fermare, tre salti ed eccolo dall'altra parte senza bagnarsi i piedi.
Non grida e non impreca quando si deve scaricare, lui la tensione la scarica in “panchina”, come quelli che assistono la partita: lui però non sta seduto, non lo può fare. Un consiglio si permette di dare: chi volesse imitarlo - attenzione - si potrebbe far del male.
Una squadra che ha scritto una storia che Tista è felice di ricordare.
Ma nessuno dovrà ascoltare.
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