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Fare trail significa entrare in contatto profondo con la natura e con tutte le sue manifestazioni.
Tutto è uno, dice il vecchio saggio. E l'uno si trasforma in tutto.
E ad un occhio attento - anche a quello del trailer maggiormente polarizzato nella sua fatica - non può sfuggire che ogni cosa si compone in un grande affresco che racconta della ciclicità e dell'eterno ritorno di tutto.
Così, lo sterco degli animali da pascolo che per il cittadino rappresenterebbe soltanto un ingombrante e fastidioso rifiuto (con rischio potenziale di incorrere nelle penalità del Trattamento Ridarelli - si veda il romanzo opmonimo di Roddy Doyle, per saperne di più) nella maestosa natura diventa un valore aggiunto, fungendo sia da fertillizzante dei terreno sia da grandioso veicolo di diffusione di sementi ingerite assieme al foraggio.
E, infatti, sempre osservando le cose con un occhio attento, si potrà notare che dalla merda nascono foglioline verdi e tenere e sbocciano fiori: è la vita che rinasce da ciò che solo apparentemente è morto e senza valore!
Si potrà anche notare che lo sterco viene trattato da coleotteri ed altri insetti, a partire dai laboriosi stercorari e che, alla fine, viene frammentato in minute particelle per trasformarsi infine in terriccio fertile e fecondo di residui azotati e di nutrienti che potranno rientrare nel ciclo dell'organicazione del carbonio e dell'azoto.
Proprio per questo motivo nelle culture ancestrali, ma anche avvicinandosi all'epoca contemporanea, è stato ipotizzato che lo sterco potesse avere delle funzioni curative e nutrienti.
Alcuni nel passato lontano e recente si sono così convertiti alla coprofagia, mentre in epoca moderna sono stati addirittura scritti dei trattati sul mangiare feci, sia le proprie sia quelle di animali: così come erano, "genuine"; oppure opportunamente "invecchiate" o ancora filtrate con complessi interventi alchemici e trasformate in "elisir".
In un volume che lessi tempo addietro (Stefano Cagliano, L'impronunciabile bisogno, Raffaello Cortina Editore, 2002) viene affermato (e poi supportato con una dovizie di casi paradigmatici) in uno degli ultimi capitoli: "Il culto degli escrementi e l'abitudine di mangiarli sono state pratiche con una qualche popolarità in varie culture. Gli animali coprofagi hanno fatto lezione, in varie zone" (p. 184).
Le foto che ispirano questo breve "pezzo" e la discussione che è nata attorno ad esse hanno un po' a che vedere con tutto questo.
Nella natura ciò che per l'uomo civilizzato è ripugnate diventa approcciabile, poichè è parte del quadro naturale.
Ricordo che da ragazzo andai a visitare una grotta con degli antichi graffiti nei pressi di Palermo. Il suo ingresso, poco più di un cunicolo nella parete della montagna, era preceduto da un'ampia e maestosa cavità, un tempo una grotta di immani proporzioni il cui soffitto nel corso delle ere geologiche era in parte crollato.
Tale cavità che, con le sue pareti in parte aggettanti creava un provvidenziale riparo, era stata utilizzata da generazioni di pastori per ospitare i propri greggi ed armenti. Il pavimento, a causa di ciò, si era rialzato nel corso dei secoli ed era rivestito di morbido terriccio, mentre in superficie si affollavano grossi pezzi di sterco di vacca più o meno rinsecchiti, comunque a vari stadi di trasformazione.
All'uscita dalla grotta, al termine di un'escursione svoltasi non senza qualche strizza, visto che eravamo andati "alla garibaldina" senza alcuna attrezzatura da speleologo, ma solo con alcune torcette elettriche e delle candele, presi dall'euforia per "esser tornati a riveder le stelle", iniziammo una furiosa battaglia a colpi di sterco di vacca, i cui pezzi furono nobilitati al rango di proiettili (alcuni non del tutto rinsecchiti: e vi lascio immaginare...). Qualcuno di noi colpito in faccia poté proprio dire - fuor di metafora - di aver sentito in bocca il sapore della merda...
Poi, alla fine, con la tipica spensieretezza degli adolescenti, tutti in mare a fare un bel bagno quasi rituale, un lavacro, e togliersi il puzzo dello sterco vecchio di dosso.
Ed ecco il discorso semiserio sulla "merda" che, assieme alle relative foto, è stato all'origine di queste mie riflessioni.
Ultramaratone Maratone e Dintorni: Una prelibatezza locale... Aldo, lasciane un po' anche a noi... Non fare la parte del leone!
Il fiero pasto... Un pasto regale...
DD: Viva lo sterco di vaccaaaa ma sotto ai miei piedi......ahahahahahah
GP: Minchia pezzo di merda!!!!
MA: Non ti basta tutta quella che siamo costretti a mangiare ogni giorno? ...!!!
FC: Non è il caso di mandar giù proprio tutto!
FM: Aldoooo, come al solito, non me ne lasci manco un pochetto!! Mo', lo dico a Gesualdo!!
FM: Chi mi ha taggato sullo stercooo??? Bastardi mi riconoscete subito!!
FM: Maledetto Karter...
MKS: ...almeno sai cosa stai mangiando!
OAS - Solo ed esclusivamente genuino!
Ultramaratone, maratone e dintorni: ...assolutamente!
MB: Purtroppo sono infortunato e non sono potuto venire, ma erano questi i famosi Cannoli di Piana che offrivano alla fine della corsa?
Ultramaratone, maratone e dintorni: Era di un tipo fatto apposta, solo per i raccomandati speciali...
MP: Buon appetito!!!!!!!!
OAS: Melchi [si riferisce a MB], non sai quel che ti sei perso con la tua assenza!!!!!!!!!!!
EC: Nooooooooooooo rabbrividisco !!!!!
OAS: Capita che le specialità di alcune case siano anche queste
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