Elena Cifali (Monti Rossi Nicolosi), lo scorso 8 dicembre 2011, ha preso parte all'Ecotrail della Cava di Croce Santa a Rosolini. Ancora fresca di esperienze di corsa (ha cominciato a correre nel corso di quest'anno), nel campo del trail aveva preso parte soltanto alla Valetudo Etna Sky Race, circa un mese fa (vedi il suo racconto: Etna Valetudo Skyrace (6^ ed.). Il racconto di Elena Cifali: fatica, crisi, bellezza ed emozioni). Per Elena, la partecipazione all'Ecotrail della Cava di Croce Santa è stata un'esperienza positiva, per quanto di sicuro meno severa di quella dell'Etna.
Ha concluso la sua gara su una distanza di circa 14 km in 1h35' circa, classificandosi 90^ assoluta e terza sul podio di categoria.
Dalla classifica:
90 527 CIFALI ELENA MF35 3 CT071 MONTI ROSSI NICOLOSI 01:35:44 |
Qui di seguito, il suo racconto.
(Elena Cifali) Come sempre prima di una gara mi alzo quando il sole deve ancora sorgere, dopo un’abbondante colazione il tempo di prepararmi e sono già in macchina.
Io e la mia famiglia viaggiamo con Salvo e Maria Rosa.
Tutto come previsto: in poco più di un’ora siamo già a destinazione a Cava di Santa Croce a Rosolini.
La corsa - oltre a darmi forza, coraggio e dinamismo - mi fa conoscere luoghi sempre nuovi che, di volta in volta, mi arricchiscono .
Al nostro arrivo il piazzale della partenza è già gremito di runner in calzoncini e maglietta tecnica o canotta, tutti sorridenti, allegri: si respira un’aria di festa che ormai conosco bene.
Ad accoglierci arrivano Orazio [Scicolone], Melchiorre [Bernardone] e Tatiana [Betta]: già, la campionessa Tatiana Betta oggi è in nostra compagnia! Scopro in lei una donna semplice che ama la vita e quello che fa, una che come me ha un lavoro, una casa, un marito dei figli, ma non per questo rinuncia a ciò che ama: la corsa, una passione più forte di ogni sacrificio. E’ lei che durante il pranzo post gara ci da consigli e suggerimenti, ci racconta le sue imprese e ci fa sognare.
Di li a poco, scorgo tutto il resto della comitiva: Tiziana, Rino, Francesco e tutti gli altri: “ che bello ritrovarsi”. Ognuno di loro porta già al petto il pettorale che li ha accompagnati in tutte le tappe del circuito Eco Trail, a me ne assegnano uno nuovo di zecca: 527, che bel numero !
So per certo che deve arrivare anche Maurizio Crispi, lo cerco tra la folla e quando lo scorgo gli faccio cenno con le mani, gli vado incontro e lo abbraccio, a lui devo la mia visibilità su "Ultramaratone, Maratone e dintorni", sono felice di conoscerlo, non capita tutti i giorni di poter dialogare con un’uomo capace di imprese “impossibili”.
Alle 9:00 in punto partono i partecipanti del walktail ed io subito penso che quando sarò così "vecchia" da non poter più correre, sicuramente camminerò, ammirando e stimando tutti coloro che hanno il coraggio di fare questa attività.
La giornata è splendida, un caldo sole troneggia in cielo, solo un leggero vento ci accarezza di tanto in tanto. Inizio le operazioni di preparazione, cambio le scarpe, infilo le ghette, massaggio i muscoli e riscaldo le gambe. Ecco sono pronta.
Aldo Siragusa nel corso del Briefing - subito prima della partenza - ci spiega con meticolosità il percorso e le regole del trail, per fare trail non devi solo saper correre ma devi anche avere uno spirito d’altruismo e un’amore per la natura che nella corsa su strada non sono indispensabili.
Sulla linea di partenza si posizionano i “forti”, quelli che (beati loro) aspirano a vincere o fare un buon tempo, io mi tengo un po’ più indietro, non voglio intralciare nessuno.
Accanto a me sempre Salvo, il mio pilastro, colui che mi dà la forza e il sostegno necessario qualora dovessero mancarmi.
Dopo la falsa partenza per la TV e i fotografi si parte sul serio: Prooooonti... Viaaaaa!!!
Non so cosa aspettarmi da questo percorso: il paesaggio è così differente dall’Etna, qui tutto è bianco e verde, uno spettacolo della natura. Immediatamente dopo il via si crea un lungo serpentone di runner che iniziano ad arrampicarsi su per la collina. Subito un restringimento ci fa frenare l’entusiasmo e ci costringe a procedere a passo d’uomo, sotto di noi solo pietra bianca resa scivolosa come il sapone dal fango che siamo costretti a calpestare a causa della pioggia dei giorni precedenti.
Correre su questi enormi lastroni di pietra è bellissimo, ho quasi l’impressione di ballare perché pur di non scivolare devo muovere le braccia per darmi equilibrio. La concentrazione è elevatissima, non posso permettermi passi falsi, qui si cade !
Il tasso di umidità, soprattutto quando ci inoltriamo nella vegetazione è elevatissimo, sudo copiosamente, sono fradicia già al 3° km.
Il paesaggio è meraviglioso... Si passa attraverso i canyon scavati nella roccia bianca, si sbuca davanti ad immensi prati, si corre dentro il letto di un fiume, si sento un forte odore di origano. E’ un susseguirsi di emozioni, qui non c’è spazio per troppi pensieri, ci si può solo lasciare inondare dalle sensazioni e nello stesso tempo occorre fare molta attenzione a dove si mettono i piedi e a non perdere di vista le stringhe biancorosse che indicano la giusta via.
Per ben due volte Salvo, che guida un folto gruppetto, perde di vista il sentiero giusto ma viene subito corretto da Mimmo: “A destra, fratello” gli urla ridendo. Poi silenzio, sento solo il rumore dei passi miei e dei miei compagni e del mio respiro ancora troppo pesante.
Mi rendo conto che Mimmo mi sta dietro, ho imparato a riconoscerlo durante la maratonina di Acate, un tipo caparbio che corre ed organizza corse per puro divertimento, gli prometto che il prossimo anno anche io farò la “scalata” del "Belvedere", il grattacielo a Ragusa per la festa di Santa Barbara.
Continuiamo a correre, ma temo il peggio quando Salvo scavalcando un muretto si punge con del fil di ferro poco sopra la caviglia, ma per fortuna nulla di grave, sicché continuiamo senza grosse difficoltà saltando muretti a secco, zompettando da un gradino all’altro, percorrendo centinaia di metri su pietraie che mettono a dura prova le nostre ginocchia e i nostri piedi.
Al 5° km, ripassiamo dal sito della partenza, annunciati da Aldo ed incitati dagli amici. Ancora qualche metro e mi ritrovo con i piedi in un’enorme pozza di fango, ci finisco dentro fino alle caviglie, da questo momento in poi le mie scarpe peseranno il triplo ma io non mi arrendo.
Siamo già al 7° km, quando Salvo mi dice qualcosa che riguarda noi due, sottolineando che avrei dovuto ricordarmene e trascriverlo nel mio racconto di corsa, ma io che, quando corro, mi sento come in un sogno l’ho dimenticato proprio come succede ai sogni se al risveglio non li trascrivi subito.
Iniziamo a salire fino a giungere al punto più alto del nostro percorso, alcuni bambini sbucati fuori dalle abitazioni rurali ci salutano ridendo: un riso ed un’allegria che riempie il cuore.
Stiamo per attraversare un antico borgo dalla bellezza spettacolare quando Salvo mi urla: “Guarda, c’è Maurizio”, non posso fare a meno di sorridere alla notizia, Maurizio è venuto a fare le sue bellissime foto ed io ne sono contenta ed è proprio lui che da dietro la sua Canon mi dice: “Forza, dopo quelle case è tutta discesa”.
Ha ragione, adesso è tutta discesa, e che discesa, bisogna fare molta attenzione i lastroni di pietra non perdonano e perdere l’equilibrio proprio adesso significherebbe tagliare il traguardo rotolando!
In lontananza, sento Aldo che loda la nostra amica Tatiana Betta, prima tra le donne che riconferma il fatto di essere una campionessa, quando si dice che la classe non è acqua.
Ma la voce di Aldo ci annuncia anche che il traguardo è ormai vicino: e allora Forza, più forte! ... adesso possiamo permetterci il lusso di forzare un pochino.
Tagliamo il traguardo, tenendoci per mano io e Salvo e, ancora una volta, è stato un piacere ed un’onore correre, anzi volare insieme a lui.
scrivi un commento …