Comrades Marathon 2014 (93^ ed.). La gara femminile rimane ancora appannaggio delle bianche. Perchè?
Osservando i primi dieci top runner uomini e donne classificati alla 93^ edizione della Comrades Marathon (2014) si possono fare alcune considerazioni interessanti.
Innanzitutto, si noterà che nei primi dieci classificati uomini prevalgono i black runner: sudafricani i primi tre classificati, come pure il il 5°, il 6°, l'8° e il 10°, due dallo Zimbabwe (4° e e 9°). Solo un europeo presente nei primi 10 (7°) ed è lo svedese Jonas Buud, ultramaratoneta di gran valore e più volte portacolori della sua nazione nei Campionati del Mondo di Ultramaratona.
Questo semplice dato contraddice la convinzione che le ultramaratone non siano territorio dei corridori africani.
Possono esserlo se c'è in ballo, in primo luogo, l'orgoglio nazionale che si esprime nel desiderio di primeggiare in una gara di grande fama e prestigio, ma anche - elemento non indifferente - se ci sono in ballo dei cospicui premi in denaro: in questo caso in Rand, valuta non pregiata, ma in ogni caso per un importo non indifferente.
La disponibilità di premi in denaro e l'orgoglio nazionale fanno la differenza e inducono molti black runner a cimentarsi in un'ultradistanza.
Molti si chiedono se lo scenario delle ultramaratone internazionali potrebbe cambiare se entrassero in gioco gli atleti africani che attualmente - salvo poche eccezioni - dominano lo scenario internazionale delle maratone e primeggiano nel ranking mondiale.
Probabilmente sì!
E si illudono quelli che pensano che le ultramaratone possano per sempre rimanere appanaggio degli Europei o dei Nord-Americani.
Se venisse rafforzata la possibilità di assegnare premi in denaro, vedremmo gli Africani black prendere d'assalto le più prestigiose ultra nel mondo. Ma già qualche segno di ciò conmincia ad intravedersi.
A queste considerazioni fa da contraltare il fatto che, delle prime dieci donne classificate alla Comrades, (ma questo è un trend di tendenza che si mantiene immutato da molti anni) non ci siano black runner: 1^ e 6^ sono britanniche, 2^ e 3^ sono le due gemelle russe Nurgalieva, rispetivamente Elena e Olesva; 4^, 7^, 9^ e 10^ sono sudafricane (tra le quali - 4^ donna - la russa Irina Antropova, che in quest'edizione ha corso sotto nazionalità suddafricana): la 9^ é svedese.
Tutte le donne sono bianche, anche quelle di nazionalità sudafricana. Come si spiega ciò?
Con l'eccezione del Kenya e dell'Etiopia che forniscono un gran numero di runner - uomini e donne - che eccellono nella maratona, le altre nazioni africane non emergono in modo particolare nel mondo delle maratone forse perchè non hanno trovato l'aggancio in organizzazioni e coach che credano in loro e che investano nello sviluppo del loro talento naturale.
Ma Keniani ed Etiopi si indirizzano quasi esclusivamente al circuito delle maratone che è molto più remunerativo anche sotto il profilo dei premi in denaro e delle possibilità di ingaggio.
Tra gli uomini che si sono classificati nei primi dieci posti della Comrades sono rappresentati come abbiamo già detto il Sudafrica e lo Zimbabwe, tutti black, ad eccezione dello svedese Buud: entrambi sono paesi africani probabilmente più poveri sotto il profilo delle opportunità di entrare nel circuito delle grandei maratone.
Ci sarebbe da aspettarsi un analogo successo di runner black di sesso femminile provenienti da questi due paesi, ed invece no.
La gara femminile rimane appannaggio dei bianchi.
Probabilmente, perchè in queste due nazioni (Sudafrica e Zimbabwe) vige ancora un'arretratezza culturale che non consente alle donne di partecipare ad un'attività sportiva, come pure la mancanza di pari opportunità tra uomini e donne: gli uomini corrono, mentre le donne devono occuparsi di altre faccende.
In questo senso, la storia raccontata nel bellissimo film "The Long Run" che ha come sfondo la Comrades Marathon e come protagonista una donna nera che, proveniente - da clandestina - dalla vicina Namibia ed essendo stata scoperta da un coach bianco colpito dal suo naturale talento, finisce per vincere la sfida della Comrades.
Vedi anche: Il difficile rapporto tra allenatore e podista talentuoso sullo sfondo della celebre "Comrades Marathon"
Position | Name | Nationality | Time |
1 | Bongmusa Mthembu | South Africa | 5:28:34 |
2 | Ludwick Mamabolo | South Africa | +4:41 |
3 | Gift Kelehe | South Africa | +6:06 |
4 | Stephen Muzhingi | Zimbabwe | +6:45 |
5 | Rufus Photo | South Africa | +6:57 |
6 | Mncedisi Mkhize | South Africa | +7:33 |
7 | Jonas Buud | Sweden | +9:44 |
8 | Manoko William Mokwalakwala | South Africa | +10:56 |
9 | Prodigal Khumalo | Zimbabwe | +11:03 |
10 | Latudi Makofane | South Africa | +12:08 |
Position | Name | Nationality | Time |
1 | Eleanor Greenwood | Great Britain | 6:18:15 |
2 | Elena Nurgalieva | Russia | +5:04 |
3 | Olesya Nurgalieva | Russia | +6:36 |
4 | Irina Antropova | South Africa | +15:53 |
5 | Camille Herron | United States | +28:48 |
6 | Jo Meek | Great Britain | +33:29 |
7 | Caroline Wostmann | South Africa | +37:40 |
8 | Frida Sodermark | Sweden | +39:19 |
9 | Zola Budd Pieterse | South Africa | +42:32 |
10 | Martinique Potgieter | South Africa | +44:35 |
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