Oggi, 26 agosto 2014, 18^ tappa del viaggio dei due pellegrini siciliani Elena Cifali e Rosario Maccarone, assieme allo spagnolo Pedro Caceres. Le condizioni meteo, rispetto ai giorni trascorsi, sono improvvisamente peggiorate, sicché i loro 36 km li hanno percorsi tra pioggia e vento che non hanno dato loro tregua, arrivando infine allo loro destinazione zuppi d'acqua ed intirizziti.
Hanno cammpinato da La Portela de Valcarce a Tricastela, tuttavia senza mai perdere il buonumore, anche se i momenti difficili non sono mancati.
E aggiungiamo che, con questa tappa, si sono addentrati nel tratto galiziano del Cammino.
Giungendo a Triacastela molti pellegrini raccoglievano una pietra da una cava situata in questa zona e la trasportavano fino a Castañeda, parrocchia vicina ad Arzúa. Qui la lasciavano nel forno di calce che lavorava per il cantiere della cattedrale compostelana, di modo che ogni persona che giungeva dava il suo contributo personale alla costruzione del tempio.
(Elena Cifali) Diciottesimo giorno di Cammino con Rosario e Pedro da La Portela de Valcace a Triacastela per 36km.
Pioggia.
Vento.
Freddo.
La giornata più difficile da affrontare da quando sono in cammino. Sono state 10 lunghissime ore di pioggia, di vento forte e di freddo. Non ci siamo mai fermati, neppure una sosta perché facendolo i nostri vestiti zuppi d'acqua ci facevano gelare. Abbiamo preferito mangiare camminando e restare dentro il tepore dei nostri stessi panni annegati tra sudore e pioggia.
Ho addirittura rimpianto il caldo torrido delle Mesetas nei momenti in cui il vento mi trascinava da una parte piuttosto che dall'altra.
Abbiamo affrontato la montagna tra sentieri di pietre e fango.
Spesso ero io a chiudere la fila, altre volte il mio andare avanti era al fianco di Pedro. Rosario ha una marcia in più rispetto a noi e fa quasi sempre da apristrada.
Guardo le mie scarpe ridotte ad uno stato pietoso e provo pena per loro. Poi guardo quelle di Pedro, già quasi completamente strappate nella parte superiore e i sandali in plastica di Rosario ed allora ricordo che il grosso è ormai stato fatto.
Il fiume ci scorre quasi sempre vicino e sento il rumore dell'acqua sotto di me. Poi le mucche, i cavalli, i falchi, i topi di campagna. Noi siamo solo ospiti, nulla di più e nulla di meno.
"Forza ragazzi, ancora pochi chilometri e anche per oggi è fatta" - ripeto loro, mentre controllo la mia guida che ormai è zuppa d'acqua quasi quanto me.
Loro si fidano di me, tanto quanto io di loro e non potrebbe essere diversamente.
Però, durante queste lunghe ore ho tanto pensato, spesso ad alta voce, mentre ero vicina a Pedro tanto lui non mi capisce se io non voglio farmi capire.
Mi mancano mio marito e mio figlio, le uniche ragioni per cui sento forte il desiderio di tornare a casa.
La montagna oggi è stata impietosa, ma ancora una volta i due siciliani e lo spagnolo hanno accorciato la distanza che li separa da Santiago de Compostela.
Ancora una volta, passo dopo passo, risate dopo risate, chiacchiera dopo chiacchiera, hanno raggiunto l'albergo che per ultimo accoglierà le fatiche del loro giorno di cammino.
Ma sentiamo anchela voce di Rosario Maccarone su questa 18^ tappa: 18° giorno di cammino. Sveglia alle 6.00, dato il buongiorno a Elena e Pedro. Rifatta la mocilla si decide dove arrivare. Da La Portela de Valcarce a Triacastela sono 36 km ma chi conosce questo percorso sa che ci sono quattro ore di salita ripida nel bosco. Noooooooo! Piove e mo', un'attimo di smarrimento, ma dopo cinque minuti siamo pronti, indossato il poncho comprato in un Decathlon all'ultimo minuto a cinque euro e che adesso vale oro. Il Cammino ti da quello di cui hai bisogno. L'acqua che ti cade addosso e che, all'inizio, credevamo potesse darci fastidio si rivela una benedizione del Signore. Ci sentiamo come una pianta che da giorni non viene annaffiata. Il paesaggio e' bellissimo: con i suoi piccoli pueblo e montanari che compaiono e scompaiono all'improvviso. Il fango ci rallenta ma non ci ferma. Si arriva alla cima di Cebreiro dopo 14 km paesino di un bello che ti lascia senza fiato o forse è stata la salita. Da li in poi è tutta discesa. All'inizio crediamo di aver smarrito la strada ma, dopo un po', vediamo la freccia gialla che ci ha accompagnato da Saint Jean Pied de Port e che per noi è come la stella cometa a dirci che la strada e' quella giusta. "Mancano solo 21 km" - dice Elena -, "cosa vuoi che siano? Oramai nulla ci mette paura!". Sole, vento, acqua ti appartengono e ti temprano. Ho amato questo cammino dal primo istante che l'ho pensato di fare e adesso rimarrà ancora di più dentro di me con tutti i suoi momenti di difficoltà, spensieratezza, intimità e spiritualità. Domani è un'altro giorno, Santiago si avvicina e Pedro ogni giorno ci guarda con quegli occhi di un "cane" che non vuole essere abbandonato. Ti vogliamo bene, amico spagnolo, che ci hai dato e ci dai ogni giorno lezioni di vita con i tuoi sorrisi, i tuoi silenzi i tuoi sguardi di chi non ha capito una battuta che esci una volta arrivati all'albergue per comprare i biscotti a Elena che sai che ha fame e questo la rende nervosa. Grazie, Cammino di Santiago, ci hai dato un amico che rimarrà sempre nel nostro cuore. Ultreya
Leggi il resoconto di tutte le tappe
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