Anche a Palermo il 25 dicembre mattina, si corre da molti anni ormai, nel pieno rispetto di una tradizione informale perpetuata dagli associati della ASD Palermo H13.30, una simpatica "Corsa di Natale": niente iscrizioni, niente pettorali, ma soltanto tanta voglia di stare assieme e di festeggiare in modo sportivo, un'occasione per farsi gli auugrui, di mangiare una fetta di panettone e di brindare al termine di una salutare sgambata turistica sino al centro città e ritorno, tutti immancabilmente vestiti di rosso, se non proprio da babbi natale.
Si può proprio dire che l'esercitarsi collettivamente nel proprio sport preferito (a Palermo c'è anche chi si dà appuntamento per un tuffo e nuotata a mare, oppure per una vogata in canoa) sia una versione moderna della pratica religiosa che porta i fedeli nelle Chiese e nei luoghi di culto, alla vigilia o nel giorno di Natale: una pratica religiosa nel senso più autentico del termine (dall'etimologia della parola: re-ligare=unire) per realizzare un momento di grande solidarietà e di afflato amicale che ha un alto valore e, per questo, diventa quasi irrinunciabile: ci si vede, infatti, con qualsiasi condizioni meteo che quest'anno, in particolare, non sono state certamente clementi tra pioggia e vento, mentre in altre circostanze il Natale palermitano è stato caratterizzato da un bel sole e da temperature tiepide, quasi primaverili.
La "Corsa di Natale" di Palermo, per quanto nata come manifestazione degli associati dell'ASD Palermo H13.30, è aperta a tutti coloro che vi vogliano partecipare che siano "liberi" o affiliati ad altre Associazioni podistiche della città.
Di seguito il racconto di Silvana Cantone, affiliata alla ASD Running Team di Palermo, che ha partecipato alla Corsa di Natale e che ci offre in un sol colpo una bella e profonda riflessione sul Natale e una cronaca sulla manifestazione podistica del Natale palermitano.
(Silvana Cantone, Riflessioni natalizie) In un modo o nell’altro è passato. Un Natale sotto tono, poche luci, poca gente per le strade, forse la crisi non è solo economica, ha toccato l’animo di tutti noi, di chi è preoccupato per il proprio futuro, ma ancora di più per quello dei propri figli, di chi si indigna più di altri per la condotta arrogante e immorale della nostra classe politica, di chi vive costantemente nella precarietà e nell’incertezza rimpiangendo “il buon tempo antico”.
A tutto ciò bisogna aggiungere la vita, che non fa mai sconti a nessuno, che non dimentica mai di presentare la sua parcella, in verità spesso troppo esosa.
E così quest’anno pochi regali sotto l’albero, solo quelli importanti, per chi ancora li attende con attesa e curiosità sincere.
A ciascuno il suo Natale, da vivere con discrezione, in disparte, in una solitudine ricercata e necessaria, oppure da condividere serenamente con i propri cari cercando di ricreare e di mantenere antiche e sane atmosfere che ancora trattengono il sapore delle cose semplici e autentiche. Poi ci sono , come sempre , le vie di mezzo.
Le grandi tavolate in cui riunire forzatamente parenti e amici, i regali obbligati, pretesi più che attesi, rigorosamente in linea con le tendenze e le mode del momento, scartati velocemente e altrettanto velocemente messi da parte, i soliti sorrisi e auguri di circostanza, a cui si finge di credere in modo più o meno convincente.
A ciascuno il suo Natale dicevo.
Per qualcuno un Natale di preghiera, di sentimenti cristiani da rinnovare, a cui richiamarsi con devozione e fede sincere, a cui affidare speranze ed aspettative, a cui ancorarsi per non lasciarsi trascinare da venti di tempesta e da violenti marosi.
Per chi non ha preghiere da rivolgere e la fede non rappresenta un porto sicuro un Natale raccolto, di riflessione, di bilanci, di propositi.
Almeno per me questo è stato il Natale appena trascorso, in buona parte vissuto lontano dalla folla, con il pensiero rivolto ad assenze che ancora non posseggono la dolcezza del ricordo, nel tentativo necessario di rimettere ordine là dove prevalgono, ora più che mai, comprensibili ed inevitabili insicurezze ed instabilità. Un Natale di gesti composti e di parole estremamente semplici, pronunciate a bassa voce, alcune sussurrate, altre semplicemente concepite nel silenzio della mente. Si è rivelato altresì un Natale utile, che ha fornito risposte e dato conferme, qualora ce ne fosse stato bisogno.
Mi ha ricordato chi sono le persone su cui posso contare, il cui affetto non si riduce e non si esaurisce nel breve e comodo spazio di un affrettato ti voglio bene, ma si traduce in presenza, in attenzioni disinteressate, in un pensiero inaspettato.
Questo Natale mi ha anche portato qualche regalo inatteso e pertanto particolarmente gradito, regali non racchiusi in scatole colorate e abilmente infiocchettate e proprio per questo più preziosi e duraturi.
Il regalo più bello o, come recita una nota canzone di Tiziano Ferro, “il regalo più grande, qualcosa di dolce, qualcosa di raro, non un comune regalo” , un messaggio nel cuore della notte per ringraziarmi di piccoli doni e per ricordarmi, soprattutto, che ci sono, nonostante la distanza e l’assenza.
E così, anche se quest’anno ho dimenticato di acquistare il panettone, non ho abbellito l’albero con nuovi costosi balocchi, ad eccezione di due stelle dorate comprate all’Expò della Firenze Marathon per una vendita di beneficenza, non ho sfoggiato il servizio “buono” sull’immancabile tovaglia rossa, è stato comunque Natale, un Natale inevitabilmente diverso dai precedenti e forse per questo da conservare tra i ricordi importanti, quelli che insegnano e che, in un certo senso, ci aiutano a crescere, ci ammoniscono a non dare nulla per scontato, ci rammentano con più forza e convinzione quali sono le cose veramente importanti da custodire e da coltivare con cura.
Stavo per dimenticare che è stato anche un Natale all’insegna dello sport e della condivisione, grazie ad un gruppo nutrito di podisti che mi ha portato in giro per la mia città, per l’ormai tradizionale “Corsa di Natale”, organizzata dalla Società podistica “H.13,30”, ma aperta a tutti gli appassionati della corsa, al di là di appartenenze societarie e di valori atletici, tutti di corsa e rigorosamente in rosso, a correre per i viali e i quartieri più belli e caratteristici di Palermo, quali Viale Libertà, via Ruggero Settimo, via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, la “Vucciria”, quasi un percorso turistico che ci ha condotto anche presso i monumenti simbolo del nostro patrimonio artistico, il Teatro Politeama, il Teatro Massimo e la Cattedrale.
Davanti agli sguardi ora attoniti, ora divertiti dei pochi palermitani a passeggio in una città ancora sonnecchiante dopo la lunga cena natalizia, abbiamo allegramente animato questa domenica grigia e piovosa, incuranti delle numerose e profonde pozzanghere e della pioggia che ci ha accompagnato per lunghi tratti non riuscendo per nulla a smorzare l’entusiasmo e la voglia di stare insieme, festeggiando attraverso lo sport che più amiamo e che ci accomuna non solo negli allenamenti e nelle gare, ma anche nella celebrazione di una festa importante come il Natale. Immancabili le foto di gruppo presso i monumenti più significativi e, in ultimo, ciliegina sulla torta, sono arrivate anche l’intervista e la ripresa televisiva di una seguita tv locale che ha voluto così testimoniare la singolare e divertente iniziativa.
Presente chiaramente la rappresentanza della ASD Trinacria Running Team con alcuni atleti e con l’infaticabile e onnipresente presidente in veste di fotografo. Momento conclusivo della mattinata il tradizionale brindisi accompagnato da pandoro e panettone allo Stadio delle Palme, punto di riferimento di gran parte del movimento podistico amatoriale palermitano, dove, dopo i rinnovati auguri, si è dispersa la “lieta brigata” di uomini e donne “in red” che infreddoliti, ma soddisfatti, hanno fatto ritorno nelle proprie case giusto in tempo per il tradizionale pranzo di Natale.
Ecco il video
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