E' universalmente conosciuto nel mondo del podismo, all'estero e in Italia, il volume dello scrittore giapponese Haruki Murakami (lui stesso runer di lungo corso) sulla corsa, tradotto in Italiano con il titolo "L'arte di Correre" (Einaudi, 2009), in cui lo scrittore mette in parallelo e mixa assieme le sue esperienze di corsa e di scrittura, in una combinazione davvero interessante e ricca di stimoli per ulteriori riflessioni a partire dalle proprie esperienze personali.
Succede - proprio in questi giorni - che Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri di fresca nomina, in maniera inconsueta per una classe politica (quella nostrana) che solitamente non legge (o che comunque di rado mostra le sue preferenze di lettura), stia dando un'imprevista risonanza al volume di Murakami, mostrandolo come suo "accessorio" di lavoro, forse perchè - per lui - nell'esercizio della sua carica istituzionale - è fonte di ispirazioni ed anche di citazioni (e non solamente esibito come un semplice vezzo).
(dal risguardo di copertina) Quando, nel 1981, Murakami chiuse Peter Cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e - poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e Murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine - di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri.
Qualche anno più tardi, su invito di una rivista, si recò in Grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L'esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona - che si corre su un percorso di cento chilometri - e a diverse gare di triathlon.
Scritto nell'arco di tre anni, L'arte di correre è una intensa riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l'ormai sessantenne Murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere - sostiene Murakami - è un'attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell'atto creativo, si determinano nell'animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona (e a maggior ragione a una ultramaratona) avrà indubbiamente provato (leggi un estratto).
(Dalla Newsletter Einaudi, "In breve") Nell'acceso dibattito politico che ha accompagnato la nascita del nuovo governo di Matteo Renzi, in questi giorni, si inserisce anche Murakami Haruki.
Il neo-Presidente del Consiglio, infatti, ha portato in aula - sia alla Camera che al Senato - l'edizione Super ET dell'Arte di correre... e i commenti non si sono fatti attendere.
Una curiosità ripresa dai principali quotidiani, compresi Repubblica (qui e qui) e il Corriere della Sera (con un intervento di Mauro Covacich).
Ed anche l'effetto sul libro non è mancato: L'arte di correre è arrivato al secondo posto nella classifica assoluta di Amazon (e in prima posizione tra i titoli Mover&Shaker, in cui al quinto posto figurava anche l'edizione nei NumeriPrimi) ed è cresciuto anche su IBS, dove è stato tra i titoli più venduti di mercoledì (sia in Super ET che nelle Frontiere). Nel Kindle store, l'e-book è rientrato nella Top100 in sedicesima posizione e, ad oggi, è ancora tra i primi venti.