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15 marzo 2012 4 15 /03 /marzo /2012 19:37

Monica Casiraghi in dirittura di arrivo alla Maratona di Siracusa 2012 - Foto di Maurizio Crispi(Fonte: Walter Todaro, su SeregnoInforma) Monica Casiraghi e Roberta Orsenigo. Una operaia, l’altra giornalista, entrambe brianzole: il 22 aprile corrono il Mondiale di cento chilometri a Seregno. La loro «ricetta» per vincere: «La “cento” è una corsa con te stessa e con il tuo dolore». 
«Per vincere devi lasciare le ossa sulla strada. Niente è impossibile». Testa da marine in un fisico esile con i capelli biondi raccolti in una coda. Quarantadue anni di Missaglia, Monica Casiraghi, campionessa mondiale ed europea di cento chilometri (che vuol dire oltre cento mila passi di corsa) ha le idee chiare: «Quando corri una cento chilometri sei tu e la fatica. Devi reggere fino al traguardo». E, con questo spirito, Monica, domenica 22 aprile, sarà al via della cento chilometri a Seregno. Per andare, ancora una volta, oltre i propri limiti. E, quest’anno, alla ricerca del titolo di campione mondiale ed europeo.
L’anno scorso in Olanda, ai mondiali di Winschiten, non c’era («Ero impegnata in una gara di cento miglia, 160 chilometri, sull’Isola di Mors in Danimarca»), «ma quest’anno non potevo non correre l’ultimo campionato del mondo nella “mia” Seregno». Appendi le scarpette al chiodo? «No, non ci penso nemmeno. Il mio obiettivo è vincere il mondiale di 24 ore a settembre in Polonia. Nel 2010 sono arrivata secondo con il record italiano, 232 chilometri. Ma non voglio lasciare con un secondo posto. Ci penso, lo sogno il mondiale di 24 ore. E poi nessuno al mondo ha mai vinto il mondiale di cento e di 24 ore». «Tigern Kassi», dove «Kassi» sta per Casiraghi. Così la chiamarono i russi nel 2003 agli europei di Chernogolovka quando Monica conquistò l’argento e fermò il cronometro a 7 ore e 28, record italiano ancora imbattuto. 
Per i comuni mortali già pensare di portare a termine una maratona sembra un’impresa epica. Ma per lei no. A sentirla parlare sembrerebbe una cosa facile, che non costa poi così tanta fatica: «Quando sto bene sette ore volano. È meno faticoso di una giornata di lavoro», dice con un sorriso. L’unico «aiutino» che si concede arriva dal suo iPod: Vasco Rossi, l’inseparabile amico che non l’abbandona mai, nemmeno nei momenti di massima fatica. E da sua mamma, «la Pinuccia», la sua prima fan.
La Cento è una corsa con te stessa e con il tuo dolore. Quasi trenta le maglie azzurre vestite ai mondiali e agli europei per la Casiraghi. La prima nel 1999. Per Roberta Orsenigo, invece, il prossimo 22 aprile, sarà l’esordio in Nazionale. Quarantacinque anni, di Paderno d’Adda, una decina di chilometri da dove vive Monica, Roberta lo scorso ottobre ha esordito col botto nella sua prima «cento»: con il tempo di 8 ore e 42 minuti ha vinto la terza edizione della cento chilometri delle Alpi, da Torino a Saint Vincent, sul percorso che ha ospitato la prima ultramaratona d’Italia nel lontano 1963.
Monica fa l’operaia in un'officina meccanica («Nove ore al banco di rettifica, dalle 7.30 alle 17.30») e corre «da sempre, racconta. A 21 anni ho realizzato il mio grande sogno: a New York ho corso la mia prima maratona e non mi sono più fermata». Nel 2001 a Cleder, in Francia, conquista la prima medaglia italiana individuale nella cento chilometri, un bronzo, poi il mondiale nel 2003 e, due anni dopo, il titolo europeo.
Roberta è giornalista presso un giornale locale e fa la mamma. Ha ripreso a correre da poco, nel 2006, e ha vinto la «Monza–Resegone» nel 2009 (con un secondo posto nel 2010) e la maratona «Milano – Pavia» nel 2010. Quest’anno poi, oltre alla vittoria alla «Torino - Saint Vincent», la Orsenigo è arrivata davanti a tutte anche nella «50 Km lungo l'Adda» e nella «6 Ore» di Seregno.
Entrambe, in queste settimane, hanno in mente un solo obiettivo: prepararsi al meglio per la «cento» mondiale. E per farlo, da un anno, si allenano e corrono insieme. A luglio hanno corso la «Marathon Trail» del lago di Como, 106 chilometri da Como a Menaggio, passando per tutte le montagne più importanti della zona. «Dopo 19 ore di corsa, sulla discesa finale, al buio in mezzo a un bosco, eravamo quarte - ricorda Roberta - Monica mi chiese di tirare ancora. “Non voglio restare giù dal podio”, urlò. Io non ce la facevo più, mi sono messa a piangere per la rabbia. Monica, però, non mollava, insisteva. Così ho spento la luce della lampada frontale, ho raccolto tutte le mie energie e sono partita in quarta con Monica alle spalle. “Se mi ammazzo mi avrai sulla coscienza”, le ho gridato. Abbiamo chiuso al terzo posto». Per correre cento chilometri servono cuore, gambe, fiato ma soprattutto testa. «Devi avere una forte motivazione – prosegue Roberta - perché a volte, quando la fatica sembra insostenibile, ti chiedi “Cosa ci faccio qui?”. E la risposta è che devi farlo perché per mesi ti sei alzata alle cinque e mezza del mattino per essere sulla strada». Ma come fai a trovare queste risorse dentro di te? «Quando fai una “cento” devi crederci e sconfiggere la paura, interviene MonicaSpesso ho vinto solo con la testa. Nel 2006, ad esempio, in Olanda mi sono aggiudicata un europeo in volata dopo sette ore e mezza di corsa. O ancora l’anno scorso a Seregno. A metà gara ero in testa, ma stavo andando in crisi. Non ne avevo più. Però quando Francesca Marin mi ha superata, l’ho guardata negli occhi e le ho detto: “Ti aspettavo”. E non l’ho mollata. In quel momento lei, che fisicamente stava meglio di me, ha avuto un crollo psicologico. A dieci chilometri dall’arrivo mi disse: “Sei arrivata fino a qui, adesso devi vincere”. E sono andata al traguardo da sola».

A cosa pensate durante la gara? «A niente, risponde RobertaA volte, addirittura, durante la gara ho delle crisi di sonno. La corsa è un check-up continuo con il mio corpo finché a un certo punto non provo più niente. Ci sono solo io e la strada. Solitudine e dolore sono i miei compagni di viaggio. Devi imparare a stare solo per tante ore e ad accettare il dolore. E a superare le crisi, le difficoltà. Come nella vita».

 

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
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Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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