Alla 16^ edizione della PisaMarathon (in programma per il prossimo 21 dicembre) si respirerà un’atmosfera particolare al ristoro del 40° km chee sarà gestito dal gruppo sportivo ‘Il Ponte di San Miniato’, società presso la quale era tesserato Luigi Ocone il maratoneta che è venuto a mancare, poche settimane addietro, al 41° chilometro alla Firenze Marathon, svoltasi il 30 novembre 2014.
I suoi amici, il suo presidente, hanno voluto ricordarlo così, assumendosi l'onere di presenziare e gestire il ristoro, ubicato nelle vicinanze del km di gara dove è avvenuto l’incidente.
La morte di Luigi Ocone è una delle tante che si verificano nel corso di Maratone e di gare di lunga durata.
Si aggiunge ad un lungo elenco, probabilente destinato ad allungarsi: ma - torno a ripetere - si muore perchè si deve morire e quando si deve morire.
Fa clamore sentire che qualcuno muoia nel corso dell'esecuzione della sua attività preferita che, sostanzialmente, é l'ooposto del morire, perché è celebrazione della vita. E l'idea stessa - che provoca intense emozioni - si rifiuta: che si possa morire mentre si celebra la vita e la vitalità e proprio e mentre si è traboccanti di energie.
Eppure succede e succederà sempre, malgrado i controlli medici per l'idoneità alle attività sportive agonistiche abbiano dato segnale verde.
Nella morte c'è sempre un elemento imponderabile e non prevedibile.
E non è detto che, se sono state escluse tutte le possibili in-idoneità accertabili, si sia poi al sicuro al cento per cento. Eppure è frequente sentire la domanda: "Com'è possibile che sia morto, malgrado i controlli per l'idoneità òòe attiivtà spostivo-agonistiche fossero a posto?".
Ma questa domanda è un modo per sfuggire all'assurdità e all'incomprensibilità di una morte e il tentativo di trovare delle giustificazioni razionali di fornte all'imporvvisa irruzione di un elemento irrazionale non controllabile.
In alcuni casi - ma è faticoso accettare questo modo di vedere - é stata solo una concomitanza di cause ed effetti a mettersi in moto, con eventi imprevisti ed imprevedibili che possono cumularsi l'uno all'altro sino a determinare quell'evento che sempre vorremmo evitare, ma che è pur sempre incombente nelle nostre vite.
E' chiaro che un evento di morte si possa verificare, statiscamente parlando, all'interno d'un grande assembramento di persone: quindi, tanto più affollate sono le manifestazioni sportive, tanto più è probabile che una morte improvvisa possa aver luogo.
Quando ciò si verifica, dobbiamo meditare e pregare: quando la campana suona a morto, suona per ciascuno di noi.
È accaduto tra viale Giovine Italia e via dell'Agnolo. Il podista ha detto a un amico: "Non ce la faccio più". Subito dopo si è accasciato a terra. Soccorso da un medico che era in gara, Stefano Grazzini, aiutato in breve tempo dai soccorsi al seguito della corsa con il cardiologo di Santa Maria Nuova.
Ma non c'è stato nulla da fare. Era originario di Pozzuoli (Napoli), ma abitava in Toscana da circa due anni. Tesserato per la società Podismo Il Ponte di San Miniato (Pisa), il 26 ottobre scorso ha chiuso la Maratona di Lucca al 15° posto assoluto e si proponeva di correre a Firenze intorno alle 2 ore e 45'.
I familiari, si legge in una nota della Firenze marathon, "...hanno appreso praticamente in tempo reale la notizia, dal momento che lo attendevano all'arrivo e si sono immediatamente spostati, avvertiti da un altro maratoneta che stava correndo nel frattempo arrivava al traguardo, sul luogo della disgrazia, e hanno assistito alle operazioni di soccorso".
Il sostituto procuratore Filippo Focardi ha deciso che venga effettuata l'autopsia per stabilire la causa della morte: l'esame potrebbe svolgersi già domani o, al più tardi, martedì.
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