La siciliana Eleonora Suizzo ha preso parte alla 4^ edizione della 6 ore di San Giuseppe (a Putignano in Puglia), lo scorso 15 marzo 2015. Ecco il suo racconto, come sempre denso diemozioni e capace di andare dritto al cuore del lettore.
(Eleonora Suizzo) Quando la mente ed il cuore viaggiano su binari separati, non c'è incanto e non c'è magia: si tratta soltanto di una battaglia dall'epilogo ovvio. Il cuore stermina il cervello. Oggi ho avuto l'ennesima prova che le gambe, senza la volontà e l'anima non girano.
La fuga da te stesso, anche per una come me, abituata a correre, non porta nulla e da nessuna parte: rinvii il capitombolo , ma è un posticipare ciò che devi, prima o dopo, affrontare. Ho paura di soffrire per l'ennesima volta, ma anche di stare a guardare e di aspettare che qualcun altro scelga al posto mio.
Putignano, provincia di Bari, Puglia, ore 14.00. Siamo tutti pronti sotto il gonfiabile alla partenza, 240 motori accesi e scalpitanti. Tre spari al via, primo e secondo per ricordare, il terzo è il nostro. Parto veloce, il sole è caldo ma l'aria è fresca, ciò nondimeno l'abbigliamento è troppo pesante e non respiro bene già dai primi giri.
Il percorso si snoda ad anello nel centro del paese per un chilometro e mezzo circa, tra vicoli stretti, pietra in terra, bianco intorno e quei borghi caratteristici che ti avvolgono, mentre al microfono la voce dello speaker ti tiene compagnia. Vorrei fermarmi già alla prima ora perché la mia testa é altrove ed i miei pensieri oltre mare, ma guardo quella donna che oggi corre per il marito scomparso prematuramente un mese fa: un grande atleta, un giovane uomo come tanti e un padre e marito unico." Ti ha lasciata sola in questa terra cruda e tu oggi combatti e piangi per lui".
Con che coraggio potrei arrendermi...
Corro. E mentre lo faccio sperando di spezzare il fiato, sento salire un nodo alla gola, che voglio trattenere ma che mi toglie il respiro: panico, attacco, di nuovo il mostro delle mie paure che prende possesso del mio corpo.
Cerco di distrarmi, chiamo Michele, catturo gli occhi colore del mare, bevo, provo a mangiare, e di nuovo a correre e, una gamba avanti all'altra, entro nel vortice dei miei pensieri e non sento più alcuna emozione, alcun dolore, non vedo i colori, sento i rumori, musica assordante nel vicolo animato, un tavolino e bicchieri di birra a disposizione nel tavolo all'angolo della strada e quei ragazzi che provano ad aiutarti ad ogni passaggio, chi con un urlo, chi con un sorriso, chi con una scrollata di spalle.
Il sole all'imbrunire, ora sento freddo. Sono trascorse ugualmente quattro ore, non so neanche come. Siamo al muro della Sei ore, dalla quarta alla quinta ora, il periodo più duro. se lo superi, hai vinto e l'ultima ora scorre via senza neanche accorgertene.
Alterno camminata nei tratti in salita e corsa in quelli in discesa e in piano. Ho bisogno di mio figlio, mi fermo in tenda, prendo il telefono e lo chiamo e la sua voce mi apre il cuore e il mondo si colora di nuovo.
Ora è buio, i campioni sono in rimonta per un avanzamento in classifica e sfrecciano, passando accanto a te. Io ho ripreso coscienza di me e inaspettatamente mi ritrovo Elena accanto, stanca anche lei, sfinita.
Che si fa? Mancano 40 minuti alla fine! Si ricomincia e non ci si ferma più neanche per camminare o bere o mangiare. Elena accelera e mi spinge a seguirla. Sono stanca, dolorante dappertutto, ma non ci fermiamo più.
In volata gli ultimi 10 minuti per conquistare altri metri di strada. Attacchiamo il nostro numero di pettorale, la nostra impronta su una pietra bianca di una strada che abbiamo calpestato per sei ore. Un numero accanto all'altro.
Ci abbracciamo. Io scoppio a piangere. Sono libera e mi sono ritrovata. Grazie a te, grazie ad un paese in festa, ad un'organizzazione impeccabile, agli amici, alle storie del mondo.
Sembrerebbe quasi che caccio via il mio male con la Corsa e che Lei sia per me un calvario, tutt'altro: Lei è parte di me, la risposta alle mie domande, la mia libertà, la mia gioia, la mia sofferenza, il mio rimedio, il mio cruccio, la mia amata e odiata,
Lei è come me, un'eterna contraddizione. Per questo è la mia vita.
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