Il siracusano Vincenzo Altamura (Idea Events Marathon Siracusa, M40) ha partecipato tra il 15 e il 16 ottobre scorsi (2011) alla 3^ edizione della 100 km delle Alpi (sua seconda esperienza in una 100 km, l'esordio essendo stato con la 100 km del Passatore 2011).
Ha chiuso la sua fatica in 13h19'41", piazzandosi 90° asoluto su 121 finisher.
Ecco di seguito il suo racconto.
(Vincenzo Altamura) Oggi finalmente, dopo tanto tempo, ho deciso di chiudere il racconto personale della 100 km delle Alpi da Torino a Saint Vincent, cui ho partecipato lo scorso ottobre.
La prima esperienza della 100 km del Passatore 2011, felicemente terminata e consapevolmente corsa con il freno a mano, mi ha indotto a cercare una nuova opportunità. La preparazione per la gara, si è basata principalmente utilizzando lo schema del carico leggero di Pizzolato, articolato in 3 mesi che ti permette di chiudere senza farsi male e soprattutto senza strafare, con “lo spirito dell’amatore”. Le 100 km da strada in Italia sono pochissime e quella delle Alpi ricade in un periodo di inizio autunno che è ideale per non soffrire il caldo.
Effettivamente la prima parte di gara del Passatore, la cui prima parte corsa sotto il sole cocente determina una prima selezione degli atleti, mi ha fatto veramente soffrire. Già il nome stesso “100 km delle Alpi da Torino a S. Vincent” è intrigante: figuriamoci poi esserci! E’ sicuramente qualcosa di indimenticabile.
Non me ne sono pentito, anzi. Sono arrivato a Torino il venerdì mattina e, prima di incontrarmi con l’atleta ultra Inge (da Ragusa) accompagnata dalla sua famiglia, ho deciso di starmene a gironzolare in città come turista.
Sono rimasto affascinato dalla città di Torino e mi sono ripromesso di ritornarci di nuovo questa volta solo da turista. Nel primo pomeriggio sempre in compagnia dell’atleta Inge abbiamo avuto la felice idea di tentare di prendere il numero di pettorale presso la segreteria di via S. Paolo 169 vicino al Parco Ruffini. Abbiamo trovato difficoltà nell’individuare il numero civico indicato nel regolamento, ma grazie ad alcune telefonate siamo arrivati infine e siamo stati accolti con enorme gentilezza.
Il giorno dopo ho preso l’autobus per recarmi al luogo di partenza della gara e ho chiesto all’autista se, gentilmente, avrebbe potuto farmi scendere vicino alla via San Benigno. Lui è cascato dalle nuvole, perché non conosceva questa via e mi ha chiesto del perché dovessi recarmi proprio lì.
Gli spiego allora che c’era la partenza della gara podistica - della 100 km – e lui mi ha risposto: “Cosaaa!? Ma l’hanno inventata stanotte?”.
Gli ho risposto di no, aggiungendo che, forse, era stata poco pubblicizzata e, per rincuorarlo, gli ho mostrato il numero di pettorale 101 dove era ben rimarcata – tra le altre diciture - la scritta “100 km”. Lui mi ha detto allora che si stava allenando per la maratona di Torino di novembre e che gli sarebbe anche piaciuto assistere alla partenza della 100 km se solo fosse stato informato prima.
Grazie ad una serie di telefonate con l’organizzatore, finalmente sono riuscito a spiegare all’autista dove si trovasse la partenza e, alla buon’ora sono riuscito ad arrivare sul posto.
Solito preambolo, cambio di indumenti, foto di rito, deposito del bagaglio e pronti per la partenza sulla linea.
Il tempo è sereno e non pioverà.
Si parte.
Un lungo serpentone si snoda in strada, ed ecco il primo problema: c’era troppo traffico.
Più ci si allontanava dalla città e più il traffico aumentava.
Alcune volte, mi sono ritrovato ad imprecare perché ho respirato tanto gas di scarico di auto.
Questa anomalia mi ha accompagnato per circa 30 km.
Lo scenario circostante e il panorama sono cambiati di netto dopo il 30° km circa.
Meno auto sicuramente, ma soprattutto ciò che colpiva erano la valle, il verde e, man mano, che correvi verso Saint Vincent, macinando chilometri, mutava drasticamente il territorio con fiumi e le prime montagne.
I primi 45 km li ho corsi con un gruppetto di centisti ognuno dei quali con le proprie esperienze di vita e di salute.
Al 50° km, dopo la salita, mi sono fermato per il cambio indumenti e la ristorazione.
Sono stato assistito molto bene e questo dimostra la cura dell’organizzazione nei minimi particolari.
Al tavolo del ristoro ho trovato l’ultrarunner Inge molto più rilassata rispetto a me e si capiva bene che era pronta a realizzare un ottimo tempo.
Cavolo! Guardando l’orologio mi sono reso conto di aver perso 45 minuti. Li recupererò?
Penso proprio di no. E via siamo ripartiti per affrontare la discesa. Qui, ho corso in scioltezza, sentendomi veramente bene.
Leggendo i nomi dei paesi e dei luoghi incantati che - man mano - andavo attraversando mi sembrava quasi d'essere in Francia.
Dopo il ristoro del 70° km, ho raggiunto un’atleta - Alessandra Rado - la quale mi ha chiesto se potessi farle compagnia fino all’arrivo.
Ho risposto che per me sarebbe stato un vero piacere.
La motivazione della mia pronta disponibilità è semplice: a causa della scarna partecipazione di atleti in una gara in linea di 100 km si creano inevitabilmente vuoti di centinaia di metri prima e poi di chilometri tra un atleta e l’altro; e, sinceramente, correre al buio pesto da soli con un traffico scellerato e incalzante ti crea solo disagio e paura.
In effetti dall’80° km in poi il traffico era come impazzito e, comunque, seguendo le indicazioni di percorso dagli organizzatori ci è andata bene.
Spesso ho dovuto rivolgere agli automobilisti poco attenti o impazienti frasi poco colorite, ma quando ci voleva non potevo tirarmi indietro.
Tutti coloro che già conoscevano il percorso da precedenti esperienze mi avevano detto che gli ultimi 5 chilometri prima dell’arrivo sarebbero stati duri, ma - a dire il vero - li abbiamo percorsi molto rilassati ed è stato così che siamo giunti all’arrivo senza problemi. L’accoglienza è stata buona, la medaglia spettante ai finisher non entusiasmante, i complimenti tanti e un bel piatto di pasta calda appena scodellata e in regalo una tuta con la scritta IO C’ERO in regalo.
Dopo la faticaccia e i saluti di rito, mi sono avviato verso il Palazzetto dello sport.
Si è passati dai 9 gradi in città ai confortevoli - quasi tropicali - 24° all’interno del Palazzetto.
Fantastico! Acqua calda a volontà e brande per riposare.
La mattina abbiamo scoperto il paese di Saint Vincent, circondato da alti monti.
Uno spettacolo.
Dopo la premiazione siamo rientrati a Torino con l’autobus messo a disposizione dall’organizzazione e l’autista è stato gentile ad accompagnarci nei luoghi richiesti.
In questa occasione ho riconosciuto Maurizio Crispi e, dopo quattro chiacchiere, ci siamo promessi di rivederci a Siracusa in occasione della Siracusa City Marathon.
Ultime impressioni e bilancio finale:
- la ristorazione lungo il percorso è stata abbondante e il personale mi è sembrato molto professionale;
- ho trovato le segnalazioni progressive distanziometriche ogni 5 km posizionate correttamente
- Unico neo, forse, soprattutto per i podisti più lenti, le indicazioni del percorso agli incroci erano insufficienti (soprattutto nei punti dubbi) e, di sera, al buio non avevamo la certezza che la strada fosse giusta (ma, alla fine, siamo stati fortunati).
Ricapitolando: organizzazione promossa. Classica domanda: ritornerò? Non si sa.
90 101 Vincenzo Altamura IDEA EVENTS M. SIRACUSA MM40 13h19'41''15 05h29'37''80 07'59''/km
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