Come ogni anno a partire dall’edizione del 1979 si è verificato un incidente mortale alla Dakar 2012 (denominata prima "Paris-Dakar" e, da qualche anno con la nuova denominazione di "Dakar" negli scenari del Sud America), che, durante la prima tappa 2012 del rally, è costato la vita al motociclista Jeorge Boero di 38 anni. Boero correva sulla Beta ed è caduto a 2 km dal traguardo, restando ferito gravemente. Poi è stato stroncato da un arresto cardiaco, mentre riceveva i soccorsi e veniva trasportato in elicottero al vicino ospedale.
Nella Parigi-Dakar e ora nella Dakar sudamericana molti i morti, uno all'anno, ma tantissimi i feriti gravi, sia tra i piloti, sia tra "civili" coinvolti occasionalmente: c'è da interrogarsi sul senso di tutte queste morti. E' lo sport, oppure sono le esigenze dello spettacolo, del commercio e del business che vogliono questo sanguinoso tributo?
Nelle ultime parole di Boero postate su Twitter la mistica dell'roismo e dell'esposizione al pericolo che fortifica.
Intanto, la macchina dello spettacolo va avanti, pur macinando vittime. La 1^ tappa, valida come "prova speciale", s'è conclusa egualmente con la vittoria di Francisco Lopez, in sella all’Aprilia RXV 4.5 xhw ha preceduto il catalano Marc Coma (KTM) di 14” e l’argentino Xavier Pizzolito (Honda) di 27”. Ora il cileno è alla guida della classifica assoluta provvisoria con 14” di vantaggio.
(Motociclismo.it) Santa Rosa de La Pampa (Argentina) – Ci ha lasciati il pilota argentino della Beta Jeorge Boero, di 38 anni, che, mentre correva nella prima tappa della Dakar, giocando in casa, è rimasto gravemente ferito in una caduta e poi è morto, nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi. È stata una vera tragedia, che è accaduta a soli due chilometri prima del traguardo. Quando si dice la sfortuna. Secondo le fonti ufficiali (la A.S.O. o Amauri Sport Organization che organizza il grande rally) “...dopo la caduta il pilota è stato vittima di un arresto cardiaco. È stato soccorso cinque minuti dopo l'incidente dal personale medico della corsa presente a bordo di un elicottero. Ma non è stato possibile rianimarlo ed è morto durante il trasferimento in ospedale”.
L’anno scorso Boero aveva già partecipato alla Dakar, ma non l’aveva conclusa, poiché era stato costretto a ritirarsi. Anche allora cadde. Era in gara nella sesta tappa, ma perse il controllo un chilometro prima dell’arrivo a Iquique, in Cile. In quell’occasione se l’era già vista brutta poiché cadde in un burrone e dovette aspettare l’arrivo dei soccorsi per più di otto ore. Ma Boero, come la maggior parte dei partecipanti alla Dakar, era un temerario e prima di partire aveva postato su Twitter: “Auguri, sono pronto a dare tutto”, ringraziando gli amici che lo avevano sostenuto in questa sua nuova avventura e sottolineando che “Ciò che non uccide fortifica”. Invece gli è andata male. Addio Jeorge.
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