Ho avuto modo di essere presente alla Maratona di Roma, svoltasi lo scorso 22 marzo 2015.
Sono stato sul percorso di gara, nella doppia veste di fotografo (come giornalista accreditato) e di papà che accudiva il proprio bimbo,mentre la mamma correva la maratona.
Mi sono spostato dalla partenza, dove ho assistito ai momenti iniziali della gara (sempre emozionanti) al 115° km sul Lungotevere, per trasferirmi poi a Piazza Navona ad aspettare il passaggio dei primi.
E poi, Corso Vittorio Emanuele II,Via del Corso, Piazza di Spagna, sin quasi al traguardo finale, situato per quest'anno a Piazza Venezia.
Dalle prime avvisaglie, costituite dal passaggio dei primi runner, in ordine sparso o in gruppetti compatti, la fila si è andata ingrossando sempre di più, sino a diventare una massa compatta, specie quando arrivano i palloncini colorati dei pacemaker.
Una massa compatta che poi ha cominciato a decrescere, man mano che il tempo passava.
Quando erano già passate 5h30 dalla partenza, i maratoneti arrivavano in ordine sparso, ma ancora numerosi: poi la loro frequenza si è diradata ancora di più... sino a diventare uno stillicidio.
La Mararrona di Roma è una maratona di grandi numeri: 15.000 e oltre gli iscritti; oltre 11.000 classificati al traguardo finale.
Non si scherza, quanto a imponenza e a emozioni suscitate da questo spettacolo.
Mi sono ricordato di un commento, scritto in occasione della London Marathon 2014 e ancora mai pubblicato, perchè andato fuori tempo rispetto all'evento che lo aveva suscitato..
Mi sembra appropriato proprio adesso, quando è ancora fresca in me l'esperienza come spettatore e giornalista della Maratona di Roma.
Eccolo.
Prima arriva una grossa goccia, isolata,
poi le gocce sono due, tre.
Plik - Plik -Plik
Poi c'è una sosta, magari: come quando succede che si sente la pioggia nell'aria, ma ancora le cataratte del cielo stentano ad aprirsi, benchè le nuvole siano gonfie di pioggia.
Poi, le gocce, gorsse e gonfie d'acqua, cominciano a cadere, picchiettando sul terreno, ma c'è ancora una sequenza lineare, nel rumore che fanno impattando al suolo.
C'è ancora tempo per correre al riparo.
Poi la marea delle gocce si fa tumultuosa e il suolo finisce con l'essere ricoperto da un velo d'acqua indistinto e le moltissime gocce che vi cadono sempre fanno splash-splash-splash oppure pik-pik-pik ad una tale velocità che la sequenza si fa sinfonia, che - man mano che la densità delle gocce per metro quadro aumenta - si fa sempre più indistinta, un brusio, un rumore di fondo, un rombo forse, accoppiato a quello dell'acqua che comincia a ruscellare da ogni parte.
E, al traguardo di una grande maratona, è lo stesso: c'è un temporale che sta per cominciare, ecco le prime avvisaglie, le prime gocce cadono sulla linea del traguardo e poi tutto c'è tutto il resto che arriva come una furia una massa gigantesca, uno tsunami...
Impossibile tenere il conto di quelli che arrivano, come è impossibile tenere il conto delle gocce di pioggia, dopo le prime che hanno rappresentato la grande avvisaglia del temporale.
Poi, le gocce-maratoneti cominciano a diradarsi, di nuovo le gocce arrivano con il contagocce. Una, poi due-tre assieme, poi di nuovo una, poi niente per un po' di tempo. poi forse un gruppetto di quattro-cinque... poi, di nuovo niente, poi uno-uno-uno-uno in sequenze frattali... poi ancora niente ... e così via, mentre gli intervalli si fanno più lunghi sino a completa estinzione del temporale, sino alla completa estinzione dei maratoneti di quella sino a quelli più torpidi e lenti che sono come le ultime gocce di un temporale estivo, per non parlare di quelle che dopo essere cadute dal cielo indugiano su di un ramo o su di una foglia prima di scivolare giù ed impattare definitamente con il suolo.
I maratoneti in una grande maratona sono come un'alluvione: le avvisaglie, la piena tumultuosa e gli ultimo rivoli quando la furia dell'acquazzone comincia a ridursi.
Ad un certo punto diventa oggettivamente difficile fotografarli tutti, sarebbe come portare l'acqua del mare in un secchiello bucato.
Ad un certo , punto, ci si deve fermare: non c'è più nemmeno il tempo di mettere a fuoco.
A meno che tu non abbia dei motivi professionali per fotografarli tutti, utilizzando un'inquadratura fissa con più macchine fotografiche settate per uno scatto ogni pochi secondi (cme è il caso dei numerosi fotografi ufficiali sparsi lungo il percorso di ogni maratona di grandi numeri), a quel punto riponi la tua macchina e te ne vai (o rimani semplicemente a guardare attonito): impensabile fotografare 36.000 runner.
Ti puoi soltanto limitare a pescare nel mucchio...
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Acea Maratona di Roma 2015 (21^ ed.). Momenti di gara | Facebook
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Le foto della Maratona di Roma 2015 (sul percorso di gara) realizzate da Maurizio Crispi e pubblicate nella pagina facebook (Magazine) "Ultramaratone, Maratone e Dintorni"
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Acea Maratona di Roma 2015 (21^). Preamboli e partenza | Facebook
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Le foto della Maratona di Roma 2015 (preamboli e partenza) realizzate da Maurizio Crispi e pubblicate nella pagina facebook (Magazine) "Ultramaratone, Maratone e Dintorni"
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