Con il freddo non è sempre agevole allenarsi. Niente di più vero Specie se applicato ai giorni trascorsi, quando abbondanti precipitazioni nevose si sono abbattute un po' dovunque nel nostro territorio nazionale, causando dovunque piccoli e grandi disastri.
Eppure - attraverso la trama delle difficoltà, dei disagi e dei disastri ambientali - si fa strada la filigrana del Bello e, così, ecco che un allenamento portato avanti nel freddo e nel gelo può diventare un'occasione per apprezzare una versione inedita della realtà, in uno scenario naturalistico di grande bellezza come possono essere le pendici dell'Etna del versante Sud-Ovest. Elena Cifali (ASD Movimento é vita di Gela) risiede a Nicolosi e, dunque, ha la fortuna di potere allenarsi in quota sulle pendici del grande vulcano siciliano ("Sua Maestà"), apprezzando giornalmente tutte le variazioni paesaggistiche cui va incontro. E l'allenamento che ci racconta è avvenuto nel contesto di uno scenario fiabesco ancora tutto bianco e dai suoni ovattati, proprio dopo le abbondanti precipitazioni nevose dei giorni precedenti, anche se la temperatura è già in ripresa e splende alto il sole e la giornata reca con sè la promessa della rinascita della primavera.
La contemplazione della natura e della bellezza distoglie dalla percezione della fatica e, in un batter d'occhio, la salita è fatta...
Ecco di seguito il racconto di Elena Cifali.
(Elena Cifali, il 18 febbraio 2012) Ci siamo, è quasi arrivata, si sente nell’aria, nel calore del sole: la primavera è alle porte.
Fa ancora freddo ma stamattina non me ne curo, alle 8:00 sono sulla strada (oggi me la sono presa comoda) e sono felice perché percorrerò una nuova strada, un allenamento diverso, un percorso alternativo.
Decido di non portare il pile con me, il sole è già alto e l’aria frizzante non disturba affatto. Io e Salvo ci dirigiamo verso il paese di Ragalna come spesso facciamo per allenarci, ma oggi decidiamo di non arrivare sino in fondo e di iniziare a salire verso l’Etna. Inizia così, al nostro 5 km la scalata verso Sua Maesta !
“Vai piano, non forzare, non allungare il passo, la salita sarà impegnativa e noi non abbiamo fretta” mi ammonisce Salvo notando il senso di eccitazione che mi accompagna. Seguo il suo consiglio come un'apprendista quelli del maestro. I
l paesaggio è spettacolare, alzo gli occhi al cielo e lo trovo limpido, pulito, macchiato qua e la da qualche innocua nube di passaggio. L’Etna ci sovrasta, ho come l’impressione di poterla toccare semplicemente allungando una mano.
E’ tutta bianca, candida, splendente sotto il sole di febbraio. La neve delle ultime settimane la ricopre, la veste di un manto candido come una sposa.
Dalla parte più alta si leva una scia di fumo, anch’esso bianco come la neve, sembra un pennacchio.
E’ una gioia per gli occhi.
Tutti i sensi si risvegliano in un trionfo di emozioni.
Ci sono stormi di piccoli uccelli che volano alti, fanno piroette, si inseguono, si chiamano, schiamazzano . Nell’aria si sentono profumi nuovi, l’odore di terra bagnata, il profumo di piccoli fiori sul ciglio della strada.
Ad un tratto sento un suono che in vita mia non avevo mai sentito, non capisco di cosa si tratta, proviene dalla mia destra, mi giro, si fa più forte… ffffrrrrr ffffrrrrr ffffrrrr... “Cos’è?", mi chiedo, ma mia curiosità viene subito soddisfatta dalla vista di un enorme stormo di uccelli che s'alza in volo a pochissimi metri da noi: sono centinaia, forse migliaia, mi rammarico di non aver portato con me la macchinetta fotografica, uno spettacolo così chissà se mi capiterà ancora di vederlo!
Anche i cani, sempre presenti in queste zone, sembrano più mansueti. Ne incontriamo a decine ma nessuno di loro decide di inseguirci, come spesso fanno.
Lungo la salita ne scorgiamo due per terra, uno di loro si alza e si allontana dopo averci ammonito con qualche abbaio, l’altro sembra morto, ma - man mano che ci avviciniamo - capiamo che non lo è, solleva solo la testa dall'asfalto, ci guarda mentre gli passiamo accanto a pochi centimetri e, quando siamo quasi radenti a lui, accenna anche uno scodinzolio …. Che bella stagione sta per iniziare!
Mi sento bene - anzi benissimo - nessun dolore, nessun fastidio, tutti i muscoli rispondono correttamente alle sollecitazioni della salita, tutto funziona come dovrebbe.
Ed allora capisco di avere abbastanza fiato per parlare: inizio a raccontare a Salvo i racconti scritti sulla 100 km del Passatore.
Gli racconto che la mia amica Inge Hack mi ha mandato per mail una serie di racconti che ho avuto l’accortezza di stampare per poterli leggere con serenità. Li leggo la sera, a letto, quando mi rilasso ed assorbo come una spugna tutte le emozioni che trasmettono coloro che hanno corso questa bellissima gara.
Parlo, parlo, parlo, non mi rendo conto che siamo già arrivati in prossimità di Monte San Leo.
Salvo mi guarda e chiede: “Ti è sembrata faticosa la salita?” “Quale salita!”, rispondo io ridendo, "...mi sono proprio divertita"
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