Sono usciti di recente nei media (carta stampata e web) dei servizi sui quintali (o, in alcuni casi, le tonnellate di rifiuti) che si formano in occasione delle grandi maratone metropolitane (come quella di New York, di Londra, Berlino, per citare alcune delle "major") e di come questa eccedente produzione di "monnezza" possa diventare un serio problema.
Ma anche le maratone di minore calibro - quelle che movimentano soltanto alcune migliaia di podisti - portano con sè la produzione e lo smaltimento sia dei rifiuti solidi che gli organizzatori stipano negli apposti sacchi, ma anche - ed è questo l'aspetto meno gestibile - dell'enorme quantità di scorie che i podisti disperdono nell'ambiente, non solo durante la gara, ma anche prima e dopo.
Molti organizzatori di maratone stanno sviluppando una maggiore sensibilità ecosistemica, sulla base dell'esempio vivificante dell'etica di rispetto ambientale che è parte integrante dello Spirito trail.
Un esempio ce lo dà la Trevisomarathon che ormai da quattro stagioni, è impegnata in un progetto di tutela ambientale incentrato sul principio che il gesto sportivo dev’essere abbinato a comportamenti improntati alla massima tutela dell’ambiente. Come? Nelle aree di partenza e d’arrivo, oltre che lungo il percorso della Treviso Marathon, vengono creati dei punti di raccolta differenziata dei rifiuti (carta, plastica, secco, vetro, umido) e i materiali vengono poi smaltiti secondo logiche di massima tutela ambientale.
Gli organizzatori di gare metropolitane (e non) sensibili alle tematiche ambientali si prodigano perchè in corso di gara sia garantita la non dispersione nell'ambiente delle scorie di gare (bicchieri di plastica, incarti di confezioni d'acqua, cartoni, spugne, teli termici a fine gara); si sforzano del pari di tenere pulite e decorose le aree dove sorgono i Marathon Village; spendono più di una parola per esortare i podisti a rispettare l'ambiente e a non disperdere i propri rifiuti.
Queste iniziative lodevoli e necessarie funzionano solo in parte, però, se non si attiva una consapevole collaborazione da parte degli stessi podisti, se ciascuno in altri termini non fa la propria parte.
Bisogna avere la consapevolezza che quando si va a fare una maratona cittadina si è ospiti di quella città e che, come agli ospiti deve essere tributata ogni cortesia, gli ospiti tuttavia devono saper esser cortesi, rifuggendo da qualsiasi comportamento di sprezzo, di noncuranza o vandalico.
Se si va ospiti a casa di amici, non si buttano certo le cartacce, i sacchetti di carta o i mozziconi delle sigarette a terra e ci si comporta rispettosamente nei confronti della casa che ci offrer ospitalità.
Ecco questo dovrebbe essere il principio da seguire: comportati come vorresti che un ospite si comportasse a casa tua. Questo il parametro di riferimento, ineludibile.
Se ciò non accade, è lecito pensare che la casa di chi sporca in giro sia una splonca ingomba di detriti e di ogni genere di rifiuti.
Encomiabile, sotto questo punto di vista, l'organizzazione della Maratona di Palermo (svoltasi il 20 novembre 2011, alla sua 17^ edizione), dopo la quale tutto è stato velocemente rimosso e dove, sulle strade toccate dal percorso di gara, al mattino dopo non erano più visibili tracce delle centinaia di bicchieri e bottigliette di plastica e spugne utilizzate: gli organizzatori, dunque, hanno fatto - e bene - la loro parte.
Invece, nelle strade circostanti, dove molti dei runner avevano parcheggiato l'auto, lo spettacolo indecente di un campo di battaglia con teli termici disseminati dovunque e tutte le altre scorie che accompagno - purtroppo - il passaggio dei maratoneti nel pre- e nel dopo-gara.
Tutta roba buttata per terra con una noncuranza che sconfina nel disprezzo, in modi che indicano mancanza di civiltà e di buone maniere.
Maratoneti, runner, imparate ad essere più civili e rispettosi! Se non trovate dei luoghi idonei dove conferire i vostri rifiuti a fine maratona, mettete tutti in un sacchetto e portate il tutto nel cassonetto di casa vostra.
Ricordiamo che, per essere un buon corridore, non ci vuole soltanto la capacità di correre bene, e possibilmente veloci, e con costanza, ma occorrono anche delle qualità morali che devono essere costantemente coltivate: tra queste, il rispetto nei confronti degli altri, al primo posto.
Se non c'è questo, corriamo il rischio di fare solo della vuota retorica.
Se non s'impara a metterci il proprio impegno, comportandoci da "responsabili" delle cose e smettendola di attenderci sempre qualcosa da qualcuno (con il supporto del classico pensiero/alibi; "Non tocca a me farlo, c'è qualcuno che è pagato per tenere pulito") non si va da nessuna parte
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