L'improvvisa morte in campo del venticiquenne Piermario Morosini, verificatasi nel pomeriggio del 14 aprile 2012, ha colpito duramente il mondo del calcio e non solo: è dilagata anche - con un duro impatto - tra coloro che non sono necessariamente seguaci del Calcio e fra tutti i non sportivi, come sempre succede quando la morte si abbatte su di una vita ancora giovane e piena di speranze.
Ciò si è verificato, a maggior ragione, nel caso del calciatore di origini bergamasche, poichè è stata persona duramente colpita dalla vita, avendo di recente subito la scomparsa di entrambi i genitori e di un fratellino disabile, e poiché lascia una sorella maggiore, Maria Carla, affetta sin da piccola da una forma di disabilità psichica e bisognosa di assistenza continua (e, per quest'aspetto, si sta verificando una generosa mobilitazione per trovare delle soluzioni e riuscire a dare alla govane donna la necessaria continuità di assistenza).
In lacrime, colpita da un inconsolabile dolore la fidanzata di Piermario.
Attonito il mondo del calcio, dello sport (compagni di squadra, tifosi, fan, addetti ai lavori) che si è espresso direttamente, accorrendo fuori dalle mura dell'ospedale dove sono stati prestati gli ultimi tentativi di rianimazione, e anche attraverso il web, con una vera valanga di messaggi e di espressioni di cordoglio nelle reti sociali, tipo Twitter e Facebook, con las partecipazione di molti personaggi dello spettacolo che, direttamente o indirettamente, conoscevano Morosini.
Nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia sul corpo dell'atleta, confermata per questa mattina, che chiarirà i motivi del decesso. L'ipotesi più accreditata è quella dell'arresto cardiaco, anche se non si scarta l'aneurisma celebrale.
L'autopsia e l'accertamento della causa di morte. L'autopsia chiarira' ogni dubbio. Io ho messo tra le ipotesi anche quella cerebrale come plausibile". Lorenzo Paloscia, responsabile dell'Unità Coronarica dell'Ospedale di Pescara, riferisce che appena l'ha visto, il calciatore "era gia' deceduto". Nei soccorsi "...tutti hanno partecipato professionalmente. Penso che siamo andati oltre quella che e' una rianimazione tradizionale, perche' di solito dopo 40 minuti ci si ferma, qui siamo andati oltre un'ora e mezza. Credo che di macroscopico il ragazzo non avesse nulla, forse qualche piccolissima malformazione strana alla quale, pero', puoi pensare solo dopo un sintomo". La morte di Piermario Morosini e' uina tragedia, ma bisogna evitare gli allarmismi. E' il monito lanciato dai medici sportivi che evidenziano come le cause del decesso del calciatore del Livorno sono ancora tutte da spiegare.
"Non posso correre dietro alle voci, prima di cercare di dare una spiegazione a quanto accaduto bisogna conoscere gli esiti dell'autopsia e delle altre analisi. Perche' la causa potrebbe anche non essere cardiologica". Maurizio Casasco, il presidente della Fmsi, la federazione dei medici sportivi italiani, preferisce attendere gli esiti dell'autopsia sul corpo di Morosini "Bisogna attendere gli esami autoptici prima di esprimere dei pareri tecnici - ha detto Casasco - e capire se questa morte poteva essere prevista o meno attraverso gli esami di idoneita', valutando dunque se ci siano responsabilita' mediche o si tratti di tragica fatalita'". Per Casasco, "quello su cui pero' bisogna mettere un punto fermo e' che non puo' essere un caso tragico ed eclatante a creare allarmismi: in merito alla prevezione, il sistema italiano e' di assoluta eccellenza e, grazie ad una legge dello Stato unica al modo ed al lavoro congiunto con il Coni, si garantisce la massima sicurezza a chi fa sport. E' un sistema certo migliorabile ma e' fondamentale sapere che grazie a questo si salvano tantissime vite perche' l'idoneita' viene rilasciata da specialisti in medicina dello sport, nata a Milano e prima nel mondo". Anche in quest'ottica, Casasco propone "...un pronto soccorso sportivo per l'emergenza in campo che abbiamo elaborato e brevettato da un anno e che non si limita al solo aspetto cardiologico". Insomma, la tragedia di Morosini deve essere di stimolo ad una prevenzione ancora piu' massiccia ma non puo' essere in qualche modo 'screditare' un sistema italiano che e' preso come modello anche nelle altre parti del mondo, sia per l'eccellenza dei suoi medici che per i risultati che riesce ad ottenere nell'ambito dell'attivita' sportiva.
I funerali verranno celebrati mercoledì come ha fatto sapere nella serata di ieri la famiglia.
E' stata da tutti apprezzata la decisione della Federcalcio di sospendere tutte le partite, in segno di lutto: cosa che, come alcuni tendono a ribadire, il mondo della Pallavolo non ha fatto in occasione della morte del compianto Bovolenta. Ma, siccome la macchina del Calcio non può subire arresti o ritardi, già oggi, in attesa delle esequie di Piermario, si accendono le prime polemiche su quando si dovra recuperare la giornata di Campionato persa.
Piermario Morosini è stato ricordato da Luciano Ligabue, con il quale si erano conosciuti di persona nel corso di un concerto, mentre Lorenzo Jovanotti sul proprio profilo Facebook non ha fatto mancare il proprio tributo per Morosini, suo grande fan: «Ho saputo che Piermario era un mio fan e che amava la musica e che aveva partecipato ai miei concerti. Ho saputo che la sua giovane vita non è stata facile, anche se faceva un mestiere che solitamente fa rima con soldi, fortuna e successo».
«Lui ce l'ha messa tutta a vivere la propria vita fino in fondo» – prosegue Jovanotti – «portando allegria e vitalità agli altri. Non posso far altro che ringraziarlo per avermi fatto sentire all'improvviso, oggi, parte del suo mondo, del suo cammino pieno di ostacoli ma anche di tenacia, di positività e di voglia di vivere».
Nelle ultime 48 ore sono stati tantissimi i tweet dei calciatori sul triste pomeriggio di Pescara-Livorno. Antonio Di Natale, bomber dell'Udinese, ha scritto dell'ex compagno: «era un ragazzo fuori dal comune. Le immagini sono impressionanti. Aveva voglia di rialzarsi ma è caduto di nuovo. Sin dai primi momenti ho detto subito che non era il caso di scendere in campo sabato e domenica».
Delio Rossi, attuale allenatore della Fiorentina, è stato il tecnico che lo ha fatto esordire in serie A con la casacca nerazzurra dell'Atalanta, la squadra per la quale Morosini ha sempre tifato fin da bambino: «quando arrivai a Bergamo portai lui ed altri 2 compagni in prima squadra. Era un ragazzo solare».
Marco Motta, ora al Catania, ha giocato con Morosini sin da bambino: «Ci siamo conosciuti quando avevamo 7 anni. Era un ragazzo di una forza d'animo incredibile».