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31 dicembre 2013 2 31 /12 /dicembre /2013 07:18
Maratona... l'equilibrio sopra la follia... La corsa che ci cura e che, talvolta, ci salva
(Maurizio Crispi) "Maratona... L'equilibrio sopra la follia": questa frase si poteva leggere su retro della T-shirt indossata da alcuni runner, alla CorriCastelvetrano che si è svolta il 29 dicembre 2013. 
E' vero. Correre e camminare possono essere delle attività altamente terapeutiche e riequilibratici nella relazione soma/psiche.
L'importante è vivere la corsa - come del resto il camminare - non come un'attività che si affronta per "avere", per "possedere", per "conquistare" un posto in graduatoria, ma semplicemente un'attività che si pratica per "essere" e per poter trovare il nostro vero essere interiore in un percorso di conoscenza che, difficilmente, potrà mai esaurirsi.
Le T-Shirt personalizzate con una simile frase meriterebbero un premio, perché parlano di una filosofia della corsa che non mette il podio e la brama della vittoria al primo posto.

Come anche apprezzabile - e in piena sintonia, con questo spirito e con questa filosofia - è stato vedere un gruppo di runner (mi è sembrato di sentir bene che il loro gruppo podistico si chiama "Nati Stanchi"? O è stata soltanto una mia allucinazione?) che hanno corso compatti, indossando tutti la classica berretta rosso-bianca di Santa Klaus, mostrando di divertirsi un mondo e spezzando con le loro macchie di colore l'atteggiamento troppo serioso di altri, esorcizzandolo in un certo senso. 
Ecco questo è il più sano spirito che dovrebbe guidarci nell'approccio allo sport e alla corsa, in particolare!
Avere come obiettivi principali il divertimento, la spensieratezza, il proprio benessere psichico e spirituale e, eventualmente, anche la ricerca di una possibile "cura" oppure dell'oblio - per quanto transitorio - dalle preoccupazioni, dalle pene e dai dolori quoitidiani. 

Maratona... l'equilibrio sopra la follia... La corsa che ci cura e che, talvolta, ci salva
 
Le foto sono state realizzate prima dello start da Maurizio Crispi, alla CorriCastelvetrano (1^ ed.) che si è svolta a Castelvetrano (TP) lo scorso 29 dicembre. il 29 dicembre 2013.
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20 dicembre 2013 5 20 /12 /dicembre /2013 15:35
Calendario di corsa siciliano per il 2014, ma è sempre la stessa minestraFilippo Castiglia in uno degli ultimi post del suo avvincente blog "Corsa Y Mucho Mas. Impressioni ed appunti attraverso scarpe diverse", scrive - a proposito del nuovo calendario di corsa siciliano per il 2014 (FIDAL) - che esso si presenta particolarmente ricco se si parla delle distanze intermediie tra i 5000 metri e i 10 km, oltre che delle mezze maratone (le une e le altre accorpate nella mastodontica struttura del Grand Prix di Corse su strada e di Maratonine), ma poco propositivo rispetto all'innovazione.
Ottime considerazioni quelle di Filippo Castiglia, espresse in modo sintetico ed efficace, poiché battono su di un tasto dolente del podismo siciliano che sta rimanendo indietro con i tempi rispetto ad altre regioni italiane dove si propongono tante ricette differenti, in modo da tenere sempre alta la dimensione del divertimento e di offrire a tutti i podisti di ogni levatura un piatto ricco e gustoso, ogni volta diverso.
Altrove, si nota infatti che, a fronte dell'immensa quantità dell'offerta, proprio allo scopo di fideizzare la propria utenza e di sucscitare interesse, vi è un attivo impegno a creare situazioni di corsa nuove e stimolante: come ad esempio le gare "relay" (a staffetta), le gare ad eliminazione (all'americana), le gare con ostacoli (prendendo a modello la Fisherman's StrongManRun che, dopo lo strepitoso successo della manifestazione di origine in germania, ha da due anni anche la versione italiana a Rovereto) e tutta una serie di altre "varianti" sul tema della corsa che, se si propongono di attrarre e vincolare un maggior numero di partecipanti, strappandoli alla "concorrenza", vogliono nello stesso tempo portare avanti delle proposte divertenti e fantasiose, poichè la corsa non deve essere solo corsa, fatta di gesti ripetitivbi e monotoni, sempre eguali a se stessi, ma deve offrire anche nutrimento per lo spirito per lo spirito e la mente e diventare occasione gioiosa di incontro e di confronto, ma mai essere solo di cupo scontro. 

Il limite principale dell'innovazione in Sicilia consiste soprattutto nella predominanza tirannica delle gare targate FIDAL, rispetto ad altre iniziative che, sia pure competitive, vengono da società aderenti ad altri enti di promozione sportiva. E sembra anche che molte società, malgrado gli esosi esborsi richiesti dalla FIDAL in cambio di poco o di nulla, facciano i salti mortali per poter vedere le gare che organizzano incluse nel Calendario regionale FIDAL.

L'abbinamento di sport per tutti e agonismo, di divertimento e di contatto con la la natura viene da altre parti ed è alimentato da intraprendenti e volenterosi visionari.
Si veda ad esempio come è cresciuto - al di fuori del Calendario regionale FIDAL - il Circuito Ecotrail Sicilia (Aldo Siragusa) oppure si prenda esempio dalla belle iniziative sportive ed originali dell'ASD "No al Doping e alla Droga" di Ragusa (Elio Sortino).

Non sarebbe male se qualche ardimentoso raccogliesse le sue idee e le importasse anche all'interno del serioso calendario regionale FIDAL  (e a cascata nei calendari provinciali).
Foto di Grazia Vaghi (100 km di Seregno 2012)
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4 dicembre 2013 3 04 /12 /dicembre /2013 09:13

24 ore del Sole (8^ ed.). Adriana Ponari inviata speciale di Si è svolta a Palermo tra il 30 novembre e il 1° dicembre 203 l'8^ edizione della 24 ore del Sole, organizzata dalla ASD MOL (Luigi Stella), valevole come Campionato Italiano IUTA 24 e 12 ore su pista.
Adriana Ponari, collaboratrice di Ultramarone Maratone e Dintorni (Magazine e omonima pagina Facebbok), è stata presente sul campo per la realizzazione di un servizio fotografico. Ma ha anche voluto scrivere le sue impressioni relative ad un''esperienza per lei totalmente nuova, dal momento che - pru avendo fatto altre osservazioni e a altri servizi fotografici in campo podistico, in questa circostanza si è trovata per la prima volta a  seguire le vicissitudini di un'ultramaratona (e, per di più, "a tempo" e su pista). E, pur essendo la sua prima volta - da fotografa e da osservatrice -, credo che Adriana di una 24 ore abbia saputo comprendere pienamente lo spirito e il significato, non solo di impresa sportiva ma anche di esperienza umana profondamente coinvolgente, sia per chi la vive da atleta sia per chi la osserva da spettatore, senza pregiudizi e senza categorie mentali rigide e asfittiche.

Di seguito il suo articolo.


(Adriana Ponari) Sabato e Domenica allo Stadio delle Palme, ero lì a fare foto a loro, a questi simpatici, silenziosi, umilissimi pazzi scatenati che correvano chi per 24 ore chi per 12!
Li osservavo incuriosita e perplessa, abituata alla festosità e alla velocità delle Maratone e "dintorni"... Posso assicurare che man mano che restavo lì a fare foto al freddo e colata per la pioggia come loro, il loro continuare a correre - ovvero il loro volere correre a tutti i costi - ha cominciato a coinvolgermi: alla fine, mi sono sentita una di loro, dentro e accanto...
Sono arrivata presto la mattina di sabato per avere il tempo e l'agio di trovare una risposta a ciò che mi domandavo da profana, cioè cosa ci sia di bello e di affascinante nel correre senza quella tensione palpabile in altri tipi di corsa, tensione che si chiama agonismo nel momento in cui è la presenza dell'altro che ti determina a fare meglio e magari a vincere e, se poi partecipi per divertirti e per sentirti vivo, come non condividere con gli altri la festa.
Non è stato facile capire... Loro continuavano e continuavano a girare: alcuni ancora correndo, altri camminando.
24 ore del Sole (8^ ed.). Adriana Ponari inviata speciale di Fra l'altro, da medico, riflettevo sul ritmo sonno-veglia (ho letto di persone che riescono a indursi uno stato di trance simile al sonno... mah! Da credere?) sul deafferentamento sensoriale del percorrere un tracciato sempre identico, anche se si cambia senso di marcia...

Non è stato facile capire e, forse, la chiave è più semplice di quanto non si possa pensare.
Si prova e ci si innamora di questo "lungo viaggio con se stessi", nel corso del quale nella mente ti passano le grandi stazioni della tua vita o le stazioncine della quotidianità, aspettando che si viri la boa della notte verso la meta finale.

Questa è l'immagine che mi è stata offerta a caldo, appena finita la corsa, da uno dei partecipanti - Luigi - uomo sicuramente sensibile (vegano, tanto per sfatare ancora una volta le stupidate sull'alimentazione carente dei vegetariani) ed è un'immagine usata da altri ultramaratoneti e non può essere un caso.

Aspettando...
"Chi corre per 24 ore sa aspettare..." mi ha detto un caro amico oggi ed è anche questo un semplice segreto nella vita. Aspettare, anzi sapere aspettare, è un concetto ormai dimenticato come i sorrisi che in questo mondo dove si viaggia correndo, sono gratuiti e sinceri.

Infine, vorrei dedicare due parole a Nerino Paoletti vincitore della 12 ore del Sole (e Campione Italiano IUTA 2013 nella specialità): Nerino abita in un paesino in Piemonte, in provincia di Verbania, sulle montagne sopra il lago Maggiore; è talmente innamorato della Sicilia che mi ha confidato che, pur non amando volare, per venire qui da noi supera qualsiasi ritrosia. E' stato simpatico scambiare due parole con lui ed i suoi amici... continuava a ripetermi che quando sarebbe andato in pensione, avrebbe chiuso casa e sarebbe venuto a vivere in Sicilia. Ha aggiunto, poi, che qui da noi non c'è nulla che non vada!
Mi ha portato esempi molto positivi, vissuti in prima persona, di chi sono i Siciliani e di cosa sanno fare. Ovviamente stavano per scattare in me, ascoltandolo, i soliti automatismi del "Sì, però...", "Ma sai,non è proprio così", "qui non cambia mai niente". Poi, guardando nei suoi occhi la felicità della vittoria di quella che certo non è una passeggiata, ma una gara massacrante, affrontata da lui come una passeggiata e vedendo che la sua felicità aveva un marcia in più: vincere in Sicilia, mi sono detta: "Ma se ci crede lui perché non devo crederci io?"

allora godiamoci per un attimo queste fantastiche parole. "Forse noi Siciliani lo siamo davvero come lui ci vede!" gli ho sorriso e gli ho detto: "Quando verrai,ti accoglieremo a braccia aperte!"

 

 

Le foto sono di Adriana Ponari

 

Vedi anche le due gallerie di Adriana Ponari nella pagina Facebook "Ultramaratone, maratone e dintorni".

 

24 ore del Sole 2013 (8^ ed.). Le foto di Adriana Ponari (2) - 137 photos

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3 dicembre 2013 2 03 /12 /dicembre /2013 08:44
Campionati FIDAL di Ultramaratona e Campionati Italiani IUTA: operare perchè acquisiscano valore e autorevolezza(Maurizio Crispi) Come è noto, si celebrano ogni anno in Italia i Campionati Italiani FIDAL delle specialità di ultramaratona riconosciute dalla FIDAL e che sono la 50 km su strada, la 100 km su strada e la 24 ore su strada. Per tutte le altre specialità attualmente non riconosciute  dalla FIDAL è la IUTA (Italian Ultramarathon Trail Asscoiation) ad occuparsi di promuovere ed organizzare i Campionati italiani relativi: per queste tipologie di gara non vengono statisticati i record, ma le Migliori prestazioni1.
I Campionati FIDAL e anche i Campionati IUTA dovrebbero essere le occasioni in cui i Campioni (top ultrarunner o "Ultra top" secondo una definizione di recente conio) si mettono a confronto e quelle in cui vengono individuati nuovi talenti da attenzionare (che possano entrare così nella categoria degli atleti di ultramaratona di interesse nazionale, convocabili - come first step - ad eventuali raduni e, quindi, "azzurrabili").
Quindi, in sé, i Campionati dovrebbero avere grande rilevanza sotto questo profilo.
Chiunque segua assiduamente e con occhio attento questi eventi potrà constatare che la linea di tendenza effettiva non è questa.
Nei Campionati italiani IUTA, ma anche negli stessi Campionati FIDAL, si osserva che di campioni a partecipare ce ne sono ben pochi.
Loro, i campioni, si astengono per molteplici motivi (alcuni giustificabili e comprensibili) che li rendono "assenti giustificati", in altri casi invece sono tout court inspiegabilmente assenti: il risultato finale è gli ultrarunner al top del ranking italiano dell'Ultramaratona, spesso e volentieri disertano i Campionati Italiani. Ci sia o non ci sia una scusa pronta. 
Così si possono verificare situazioni paradossali (anche se entusiasmanti dal punto di vista di chi vince, scrivendo una sua bella pagina), come quella recente alla 24 ore del Sole di Palermo (8^ ed.), svoltasi tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2013 e valevole come Campionato italiano 24 e 12 ore su pista, in cui prima e seconda assoluta sono state due donne  e in cui il primo uomo classificato (terzo nella graduatoria assoluta) non ha superato i 200 km percorsi (e non di misura). Pur rimanendo ferma, l'ottima prestazione conseguita da Luisa Zecchino che, invece, soprattutto nelle ultramaratone "a tempo" e nei grandi appuntamenti nazionali è sempre stata sempre presente.
I Campionati Italiani di Ultra (siano essi FIDAL o IUTA) dovrebbero essere occasioni in cui andare alla ricerca di risutati eccellenti che ci dicano qual'è lo stato dell'arte dell'Ultramaratona italiana. E, invece, il più delle volte dobbiamo accontentardi di vedere soltanto risulti mediocri e scarsamente significativi.
Si ha la sensazione che i criteri di scelta che portano alla selezione di atleti che indosseranno la maglia azzurra nei campionati del Mondo di Ultramaratona siano guidati da altri fattori e che non sia prioritaria, ai fini della valutazione degli atleti, l'avere realizzato risultati oggettivamente validi nelle occasioni ufficiali, siano essi Campionati nazionali di specialità o appositi trial al fine di selezionare gli atleti migliori, come si usa fare in alcune nazioni. 
Rimane la sensazione netta che ad essere scelti siano i "soliti noti" (alcuni per le loro indiscutibili doti di cavallo di razza), a cui si aggiungono di volta in volta volti nuovi, ma che sono stati valutati secondo altre procedure e tenendo in considerazioni altri dati e parametri che non siano quelli scaturenti dai risultati ottenuti nei Campionati italiani.
C'è da chiedersi, a questo punto, perchè i Campionati Italiani di Ultramaratona si continuino a fare con spreco di risorse, se non centrano il loro obiettivo principale che è quello di esprimere anno dopo anno l'effettivo stato dell'arte della disciplina.
Insomma, possimao solo sinceramente sperare che in un prossimo futuro i Campionati Italiani di Ultramaratona divengano veramente la palestra dalla quale escono gli atleti che porteranno i colori dell'Italia nei Campionati del Mondo delle rispettive specialità.
In questo senso, bisognerebbe incentivare maggiormente sia gli atleti sia le Società di cui essi sono portacolori, stabiledo ad esempio una norma secondo la quale "...ai fini della selezione della rappresentativa azzurra della specialità, nell'anno in corso (o in quello precedente, in funzione delle date del Campionato del Mondo), un atleta si sia classificato con un un ottimo risultato nel relativo Campionato italiano di specialità (o FIDAL o IUTA)".
Ciò restituirebbe ai Campionanti italiani di Ultramaratona un valore e un'autorevolezza che sembrano aver perso, portandolki ad essere poco più di un guscio vuoto. 

 Note
(1) Raccogliamo volentieri le precisazione di Stefano Scevaroli, segretario nazionale della IUTA
  1. Le specialità di Ultramaratona non vengono riconosciute dalla Fidal, ma dalla IAU d'intesa con la IAAF.
  2. La Fidal prevede/istituisce i 3 Campionati Italiani (quelli che hai correttamente citato tu).
  3. Nell'Ultramaratona i Record (o primati) mondiali/continentali/italiani sono previsti (vengono statisticati) solo per la 100 km su strada; in tutte le altre specialità riconosciute dalla IAU, sono previste le cosiddette Migliori Prestazioni.
 
Sperando di esserti stato utile, ti auguro una buona serata,

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26 novembre 2013 2 26 /11 /novembre /2013 20:22
Sei un runner se.... Meditazione cumulativa (e polifonica) su (Elena Cifali) Sei un runner se... L’idea di scrivere questo articolo, mi è venuta leggendo un paio di commenti che alcuni amici facevano su un gruppo facebook. Mi sono chiesta: "Perché non mettere in fila una dietro l’altra le risposte che gli amici daranno per concludere una semplice frase? Io non ho fatto altro che chiedere loro di completare questa frase: Sei un runner se
Vi assicuro che quanto starete per leggere è assolutamente entusiasmante,

Ho ricevuto una miriade di risposte, alcune esilaranti, altre geniali, molte serie.
Le risposte rispecchiano il nostro carattere ed il nostro stato d’animo. Pare che la “pazzia” sia prerogativa necessaria ed indispensabile per essere un runner ed io – con quanto ho raccolto qui sotto - ve ne darò prova. Bene ragazzi, comincio io.
  • Sei dannatamente un runner se ti inventi un articolo dal titolo: … sei un runner se (Elena Cifali) …
  • Se ad ogni passo senti la felicità esploderti dentro (Antonio Lattarulo)
  • Se sai di voler andare. Ti svegli con la pioggia che senti battere fuori, ti giri per riaddormentarti ma hai la testa ai 10 km r.g. che devi fare, ti alzi e vai contro il volere di tua moglie (Giuseppe Lillo Inguanta)
  • Se tua moglie/marito ti dice che ci sono i tuoni e piove, tu ti fingi sordo ed esci lo stesso (Cosimo Azzollini
  • Se controlli l’applicazione meteo solo per vedere se puoi correre (Salvo Morana)
  • Se tuo marito ti dice: c'è brutto tempo, non vai a correre vero? Tu non parli, stringi forte i lacci, lo baci e salutandolo rispondi: ci vediamo tra un'ora! (Elena Cifali)  
  • Se la prima cosa che guardi accendendo il PC è la pagina meteo della settimana (Lillo Inguanta)
  • Se ormai non guardi più la pagina meteo perché tanto esci lo stesso (Cosimo Azzollini
  • Se per tutta la notte sogni di correre la maratona di Ragusa. Al traguardo, insoddisfatta della prestazione, decidi di correrla di nuovo e poi di nuovo. E poi ti svegli stanca e pure un poco scocciata (Elena Cifali
  • Se i tuoi sogni non interrompono la tua corsa (Lillo Inguanta
  • Se quando corri sogni, allora sei un runner (Cosimo Azzollini)
    Se mentre sei dal barbiere fai il calcolo di quanti sec/km scenderai dopo aver fatto la barba, sei perdutamente un runner (Cosimo Azzollini
  • Se la tua macchina è piena di bottigliette vuote di acqua e il tuo portabagagli è stracolmo di abbigliamento sportivo di ogni tipo (Lillo Inguanta
  • Se su ogni distanza che percorri in auto o in moto misuri il tempo che ci impiegheresti a coprirla correndo (Maurizio Crispi)
  • Se non vedi l'ora di affrontare le salite con piacere (Dario La Martina
  • Se nella corsa sperimenti te stesso rispetto agli altri (Luigi Budello
  • Se ti cade un’unghia a settimana (Giuseppe Di Benedetto
  • Se esci, corri, ti diverti e te ne freghi (Claudio Chines
  • Se hai nell'animo la voglia di essere libero con i tuoi pensieri e le tue fatiche, con le gioie ed i piaceri, lasciando dietro di te le indifferenze (Luigi Stella)
  • Se quando sei al 37º km della maratona che stai correndo, già pensi alla prossima (Danilo Gagliano)
  • Se corri la sera e, solo dopo che hai finito di farlo, la percezione di ogni aspetto della vita diventa positivo (Francesco Cesare
  • Se - nonostante il lunghissimo infortunio - non hai mai scordato la corsa e piano piano ritorni agli allenamenti ed in silenzio prepari la stagione ecotrail 2014 (Giovanni Riina
  • Ogni corsa è di chi la corre e se la corri sei un corridore (Laura Ricci
  • Se molte volte pensi “chi me lo fa fare”, ma puntualmente ti ritrovi sotto l'arco partenza (Irene Franculli) 
  • Se incoraggi una ragazza meno brava di te, molto meno brava, e lei ti da la carica giusta che le serve per arrivare al traguardo (Tigre Mina[?]
  • Se riesci a vedere la corsa non come uno sport, ma come un modo per poter essere liberi ed esprimere al meglio le proprie capacità. Se riesci a sentire la mente e il corpo fondersi in armonia al ritmo delle tue falcate. Se hai la forza di correre quando fuori piove e il freddo ti blocca il respiro, quando al limite delle tue forze riesci ad andare avanti per raggiungere un obiettivo che ti eri prefisso (Salvatore Ragonese
  • Se quando corri e stai faticando ti chiedi "Perchè corro" e non sai dare una risposta e poi continui a correre lo stesso (Maurizio Crispi)
  • Se quando fai il bucato ti accorgi che consumi solo abbigliamento tecnico (Davide D’Aiello
  • Se quando passato il traguardo già pensi alla prossima gara (Claudio Iaci
  • Se quando sei all'estero la prima cosa che cerchi non è un museo ma un parco (Giuseppe Di Benedetto
  • Se ringrazi Dio per ogni passo che fai, per ogni battito del tuo cuore, per ogni respiro, affanno. Se ringrazi Dio perchè corri! (Francesco Mangano
  • Se ti batte forte forte il cuore quando vedi un'altro runner correre (Inge Poidomani
  • Se quando spieghi le potenze a tuo figlio pensi alle ripetute (Cosimo Azzollini
  • Se esci dal lavoro, non passi da casa, ti cambi in macchina, dai pure una testata allo specchietto per quanto si sta stretti. Ce l'hai fatta, sei fuori , comincia a far freddo ma ti senti come Tim Robbins nel film " Le ali della libertà ", il tempo corre veloce come le gambe e con esse i pensieri fluiscono nel silenzio interrotto solo dal rumore dei tuoi passi. Se tutto questo per qualcuno è niente ma per te è tutto! (Guglielmo Lalicata
  • Sei un runner quando compri scarpe per un matrimonio a 40 euro e ti sembrano carissime, poi ne compri un paio per correre a 150 euro e pensi di avere speso poco (Mario Cavataio
  • Se pensi che correre é uno dei momenti in cui l’anima é collegata alla mente, alle gambe e al respiro ed é una sensazione spettacolare, se ti serve perché ti aiuta ad affrontare tutte le difficoltà della vita con grande consapevolezza (Marcella Delfine)
  • Se quando decidi di andare a fare visita ai tuoi familiari residenti fuori dalla Sicilia organizzi il tutto per poter partecipare alla tua prossima maratona in quelle località (Rosalba Ravì) 
  • Sei un runner quando sei a letto con tua moglie e prendi il tempo. ma sei un top runner quando esulti dopo averlo abbassato il tempo (Gregorio Silvia
  • Se ti ricordi la data di una gara che farai fra 6 mesi e poi ti scordi compleanni, anniversari e ricorrenze varie (Mario Cavataio) 
  • Se tutte le mattine, al risveglio, i tuoi neuroni prima ancora di constatare che sei viva, elaborano un solo verbo "correre"! (Teresa Ferro
  • Se pensi alle gare non solo per migliorarti e dare un significato ai tuoi allenamenti ma anche per incontrare tanti amici (Cosimo Azzollini
  • Se per te una gara è solo un mezzo per dare significato al tuo allenamento (Lillo Inguanta
  • Se passando di corsa davanti a una vetrina, ti guardi nel riflesso per vedere come corri (Salvatore Paci
  • Se quando stai finendo una maratona o un'ultra stai soffrendo come bestia e maledici il momento in cui hai cominciato a correre e il momento in cui hai deciso di correre quella gara e quando arrivi al traguardo giuri a te stesso che non correrai più una sola gara e poi, il giorno dopo, come se niente fosse cominci a pensare: "Qual'è la mia prossima maratona?" (Maurizio Crispi)
  • Se ti addormenti con maglietta, pantaloncini, calze e scarpe da running per non perdere tempo la mattina (Teresa Ferro
  • Se soffri terribilmente perché non corri da più di un mese e daresti qualsiasi cosa per non sentire più quel fastidioso dolore e lasciare andare le gambe (Lara La Pera
  • Se quando parti per una vacanza metti per prima cosa le scarpette e l'abbigliamento da corsa in valigia e se rimane spazio tutto il resto (Lea Romano
  • Se al 41esimo km ti viene da piangere perché sta finendo un sogno (Cosimo Azzollini
  • Se correre per te è una necessità (Giusi Casella
  • Se giunto al traguardo nemmeno ci arrivi e ti sembra un ricordo (Giuseppe Cuttaia
  • Se quando per gps non intendi il normale navigatore auto dei comuni mortali, e soprattutto se la distanza del tuo garmin non coincide mai con la distanza ufficiale degli organizzatori della gara a cui hai partecipato (Giuseppe Marciante
  • Se quando fai l'amore cerchi sempre di stare entro le tre ore e ci riesci pure (Mario Cavataio)
  • Se quando parti per una gara e viaggi in aereo, quando l'aereo decolla stacchi il cronometro per vedere quanto dura il volo (Maurizio Crispi)
  • Se ami la corsa ma non vivi solo di corsa (Marco Celeschi
  • Se parli di corsa con tutti anche con tua nonna di 87 anni che ha la demenza senile (Cosimo Azzollini
  • Se quando, per continuare a farlo, fai diventare runner tua moglie (Salvatore Paci
  • Se fai l'amore con il cardio e controlli se stai andando fuori soglia (Filippo Carlon
  • Se sei un runner ma non ti senti un runner (Marco Saitta
  • Se ti piace correre perchè ti permette di mantenerti in forma e ti fa stare bene e ti dà la possibilità di sfogare tutte le piccole frustrazioni quotidiane. Così riesci a stare bene con te stessa (Claudia Occhipinti)
  • Se corri in maniera spensierata e quando hai finito ti senti soddisfatto (Davide Bandieramonte
  • Se torni a casa contento di quello che hai appena fatto. (Pietro Bernardo)
  • Se quando ti offrono un bicchiere di acqua devi trattenerti dal versartelo in testa (Filippo Carlon
  • If you suddenly develop a great interest in socks, much to the joy of relatives at Christmas time! (Maureen Simpson)
  • Se quando pensi di non farcela accelleri e voli (Ruggiero Graniero
  • e in estate hai le gambe più lisce della tua ragazza. Se anche in inverno hai le gambe più lisce della tua ragazza (Filippo Carlon)
  • Se vuoi leggere tutti i libri sulla corsa e sul correre che hanno pubblicato e ne vuoi scrivere uno tu stesso (Maurizio Crispi
  • Se quando ti domandano com'è stata la prima volta tu rispondi: "E' stato bellissimo, ho fatto 2h57" (Cosimo Azzollini)
  • Se per te "la prima volta" è quando hai attaccato il primo pettorale (Lillo Inguanta
  • Se ti arriva il catalogo via mail di un noto negozio, e pur sapendo di non fare acquisti ti vedi i prezzi di tutte le scarpe. Se corri tutto il tutto il giorno a lavoro e quando finisci di lavorare, o piove o fa caldo o nevica, non vedi l'ora di andare a correre (Salvo Campanella)
  • If you plan your holidays around new races that appear on the race calendar (Maureen Simpson)
  • Se riesci a sorridere nonostante le difficoltà della vita, se metti te stesso da parte per offrire qualcosa agli altri, se riesci a dare amore e sostegno ai meno fortunati di te, se riesci a dare più di quanto la vita ti ha tolto (Vito Massimo Catania
  • Se hai cominciato per far dimagrire un amico, dopo un mese lui è più grasso di prima e tu non riesci più a fare a meno di correre (Marcello Curcuruto)
  • Se alle 7:30 fai colazione con i tuoi figli e tua moglie soddisfatto dell'allenamento fatto un'ora prima (Vincenzo Ferro
  • Se quando ti dicono di essere troppo magro rispondi: “Io faccio maratone, non devo andare da uomini e donne” (Mario Cavataio
  • Se quando corri usi la testa prima che i piedi (Daniele Orfila
  • Se fuori ci sono 40 gradi, se fuori ci sono zero gradi, se partecipi ad una gara pur non essendo in perfette condizioni fisiche, se durante una gara inciti un atleta in difficoltà se la mattina del tuo matrimonio fai un 3.000 in 9'06" e 10 x 200 in 31" mentre la tua (futura) moglie ti guarda dal balcone di casa sua (che si affaccia sulla pista). Il tutto con la faccia incredula del parrucchiere che non voleva credere che quello che girava sotto casa era il futuro (entro due ore) sposo (Matteo Giammona)
  • Se dopo avere fatto la tua ora e mezza di allenamento mattutino, arrivi al lavoro e pensi: Ora, finalmente, lavorando potrò riposarmi" (Maurizio Crispi
  • Se quando i tuoi colleghi di 25 anni, distrutti dal lavoro, pensano di non arrivare alla pensione mentre tu a 50 anni non lo consideri un problema e pensi: "Chissà a 65 anni in quanto correrò la maratona!" (Mario Cavataio
  • Se vorresti comprare un'auto con il cambio automatico perché con la tua ti si affatica l'adduttore sinistro posizionandoti per premere la frizione (Salvatore Paci
  • Se mentre corri controlli continuamente la tua ombra per verificare la tua postura (Lillo Inguanta)  
  • Se quando al supermercato prendi il numero del turno e te lo attacchi al petto (Cosimo Azzollini
  • Se quando ti svegli di notte e sulla radio sveglia leggi 3,45 e pensi "Miiiiiii che andatura!"(Peppe Di Paola
  • Se quando dormi sogni di correre e se quando corri ti pare di essere in un sogno (Maurizio Crispi)
Per concludere userò con questa bellissima frase di Filippo Carlon "Siamo runner nel momento che un altro runner ci saluta per strada, da quel giorno indimenticabile entriamo anche noi in questa grande squadra, quindi diventi un runner nel momento in cui un altro runner ti saluta. E cioè, quando cominci ad avere la netta sensazione di appartenere ad una comunità sui generis, un po' viaggiante, un po' nomadica, sempre simpaticamente pazzerellona,a volte un po' monotematica, ma capace di grandi slanci, di grandi passioni, di empiti di amicizia, con i suoi riti e miti, abitudini e piccole ossessioni, insomma la comunità di "Quelli Ke la corsa é dendro di noi" e forse Giorgio Gaber ci avrebbe potuto includere in quella sua famosa canzone "Quelli che...".
Già, perchè non l'ha fatto? 
Grazie a tutti quanti hanno voluto partecipare, Buone Gambe amici!
Elena, anzi, SuperElena


La sfida può continuare. Chi vorrà potrà inserire un commento a questo post [nota di redazione
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19 novembre 2013 2 19 /11 /novembre /2013 18:46
Maratona per top runner o maratona in versione amatoriale? Thi is the question...Mi ha colpito il titolo dell'articolo sulla Maratona di Palermo, che si è svolta il 17 novembre 2013, comparso sul Giornale di Sicilia di Palermo e scritto con la consueta competenza ed equilibrio da Rosario Mazzola.
Il titolo fa: "Lenta ma con il sole. E' la maratona in versione amatoriale".
Come a dire - con bonomia - che esiste una versione "amatoriale" dei canonici 42,195 km da contrapporre a quella dei "top runner".
Eppure la distanza è sempre la stessa per gli uni e per gli altri. la fatica degli "amatori" è ben più grande, se vogliamo guardare a quest'aspetto.
Per carità, il titolo che fa da soglia ad un articolo ben fatto ed equilibrato non è una critica, ma vuole essere soltanto "simpatico", ma i titoli - si sa - non sono mai decisi dal giornalista che lo ha scritto. La decisione ultima del titolo e di quant'altro è competenza del Capo Redattore: e i titoli giornalistici non sono mai neutri e condizionao decisamente le chiavi di lettura possibili, a volte stravolgendo il contenuto che segue o fornendogli dei sottintesi che l'estensore del testo non intendeva.
Quella di titolare gli articoli è un'arte specifica e anche questo titolo tradisce una sottile ambivalenza che poi è nel pensiero di molti.
Il Polizzi-pensiero, ad esempio, formulato in maniera esplicita nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'evento da Gaspare Polizzi, Presidente della FIDAL Sicilia, secondo il quale, una Maratona ha senso farla e sponsorizzarla soltanto se ha ambizione di diventare un evento tale da attirare atleti che vogliano farsi strada nel ranking mondiale dei corridori sulla distanza dei 42,19.
Ma dobbiamo deciderci su cosa vogliamo veramente. Vogliamo lo spettacolo dato da un manipolo di top runner che lasciano il vuoto dietro di sé o vogliamo una bella maratona multicolore fatta da tanti podisti amatori tra i quali alcuni eccellono più di altri?
L'esperienza di quest'ultima edizione della Maratona Città di Palermo, per la prima volta nella sua storia quasi bi-decennale, orfana dei top runner (per via del forte restringimento del budget), ci dice che la seconda via è praticabile.
Ospitare atleti di punta significa dover avere a disposizione dei budget elevati che sono incompatibili con tempi di ristrettezze di budget e di spending review che pretendono un'austerità via via maggiore (ci sono le spese di "ingaggio", i premi, i premi "speciali" e i bonus per chi migliora il record della manifestazione, per non parlare di una serie di altre spese accessorie.
Ripiegare sulla soluzione più conveniente e più sostenibile non significa fare una maratona di serie B. Tutt'altro.
E questo perchè ci si può concentrare maggiormente sulle esigenze dei podisti amatori.
Quindi una maratona "in versione amatoriale", vista sotto questo profilo, potrebbe diventare essa stessa pregevole e di ottimo riscontro.
Ed è questa una politica che già da tempo viene praticata in tante città italiane, più o meno grandi, che scendono a siffatti compromessi di "sostenibilità" pur di potere realizzare la loro maratona.
Quella cioè di investire sugli "amatori", fideizzandoli alla propria maratona, con tutta una serie di "facilitazioni": sono maratone non di grandi numeri, ma di elevata qualità - una forma di qualità che io defineri "conviviale" - dove i maratoneti arrivano perchè si trovano in mezzo ad amici e sono accolti da organizzatori che sono loro amici. Chi degli amatori "eccellenti" vuole partecipare potrà contare al massimo di un abbuono sulla quota d'iscrizione e, forse, se riesce a piazzarsi nelle prime posizioni, potrà avere un rimborso spese.
E si tratta di eventi che possono raccogliere come niente da 500 a 1000 atleti e - si badi bene - tutti maratoneti, ai quali - magari - si aggiungono altri coinvolti nella maratona nella formula "twin", o a staffetta, o in una mezza individuale abbinata, o in una 10 km. 
In più, queste maratone di piccolo-medio calibro rinunciano il più delle volte alla formula del "point to point" (con partenza e arrivo nella stessa location o in location diverse) e optano per motivi logistici ed organizzativi sulla formula "a circuito".
Anche questo è un mito che va sfatato: la maratona su circuito è praticabile ed è perfettamente godibile, come sanno tutti coloro che hanno imparato ad apprezzare le ultramaratone "a tempo".
Sì sta tutti assieme nello stesso circuito, non si è mai soli per lunghi periodi di tempo, ci si ritrova a correre con compagni di via per pochi minuti o per mezzora più interi. Si può guardare la gara dei primi e si passa più volte nella zona dei servizi, dove c'è la folla degli spettatori, familiari ed accompagnatori.
Si dà spettacolo, ma nello stesso tempo si gode dello spettacolo dei corridori più forti, dei quali - ordinariamente - in una point to point non si sa nulla perchè i top runner se ne vanno per una tangente che non si può nemmeno stare a guardare trovandosi nella coda della corsa.
Quindi, ben vengano le maratone "in versione amatoriale", purché anche gli sponsor abbiano l'intelligenza di capire che una maratona orfana di top runner siano essi russi o ucraini, etiopi o keniani, non è affatto una maratona di serie B.
Certo ci sono delle maratone che entrano in un ordine di grandezza incommensurabile, quanto a numero di iscritti e a budget mobilizzati (anche guardando soltanto alla movimentazione di denaro causata dalle quote d'iscrizione), ma quello è tutt'altro discorso.
Bisogna accettare l'evidenza che la media delle maratone organizzate nelle diverse città italiana debba navigare in ordini di grandezza assai più modesti.
E allora è molto meglio dar vita ad "ottime" maratone in versione amatoriale che rinunciare del tutto oppure vivacchiare, inseguendo sempre il sogno "impossibile" di una grande maratona cittadina, e togliendosi la cattiva abitudine di fare paragoni fuori luogo.


Foto di Maurizio Crispi 
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15 novembre 2013 5 15 /11 /novembre /2013 08:00

Maratonina Si è svolta il 10 novembre 2013  la Maratonina di Archimede (alla sua 4^ edizione), a cui anche Elena Cifali, con un gruppo di amici runner ha preso parte. Contravvenendo alle sue abitudini, questa volta ha sentito l'esigenza di scrivere di getto - ancora a caldo - sulla sua esperienza di finisher  delusa e rattristata per ciò che ha visto e che è spia di una organizzazione sciatta e non attentamente pianificata.
Il podista che viaggia e si sposta vede le differenze: basta andare in regioni vicine alla Sicilia e in piccole gare (da duecento a trecento partecipanti) si vedono già enormi differenze.
Il podista che non viaggia e che non ha visto le differenze si accontenta: "Occhio che non vede, cuore che non duole", come si suol dire.
Ed eccole sue riflessioni.

 

( Elena Cifali) Solitamente prima di scrivere qualsiasi cosa che riguarda una corsa od una gara preferisco far trascorre un pò di tempo. Preferisco che le emozioni, i sentimenti e spesso anche la stanchezza mi lascino riposare.
Ma oggi è diverso, sento forte l’istinto di scrivere di getto, ancora a caldo, ciò che ho provato.
Ho corso la Maratonina di Siracusa.
Il tempo impiegato per finire quei 21,095 km è stato interminabile, sicuramente il peggior tempo da quando corro, se vogliamo escludere la mia prima mezza in assoluto.
Ma non è il crono impiegato che mi rattrista (dopo l’Ecomaratona sull’Etna _ Millet Etna Sky Marathon - di soli 7 giorni fa non potevo chiedere di più al mio fisico).
Ciò che mi lascia perplessa è stata la gara in sé e per sé.
Mi spiego meglio. Al mio arrivo a Siracusa tutto era quasi pronto per accogliere gli atleti. Bellissimo il luogo scelto per la partenza: in Ortigi, il profumo del mare è stupefacente, il sole caldo, il gonfiabile, la moltitudine di persone pronte ad accoglierci.
Mi viene consegnato il pettorale ed il pacco gara che contiene una buonissima pasta di mandorla (fiore all’occhiello della gastronomia dolciaria siciliana), una barretta energetica e una bella maglietta tecnica.
Una maglietta rosa per le donne, bianca per gli uomini, col logo della maratonina, insomma, una piacevole sorpresa.
Maratonina Al via la temperatura è alta, il sole non mi darà tregua. In Sicilia l’autunno sembra non arrivare mai, è sempre estate! Suderò, mi stancherò, e mi chiederò perché lo sto facendo, ma questa è una domanda che nelle gare corte mi faccio milioni di volte.
Il percorso prevede di correre per ben due volte un anello di 4 km all’interno dell’isola di Ortigia, il primo giro è piacevole, il secondo mi annoia.
Finiti questi 8 km il lungo serpentone di podisti si sposta verso la periferia di Siracusa e qui iniziano le note dolenti.
Mi accorgo che ancora una volta – così come nelle stragrande maggioranza di volte - nelle mezze maratone siciliane non sono previsti ristori con cibi solidi.
Solo acqua, sempre e solo acqua! Ma quando le temperature sono alte come oggi e il percorso è interamente soleggiato la sola acqua da bere non basta, servono anche degli spugnagli sapientemente posizionati tra un punto di ristoro e l’altro. Manca anche questo, un solo punto con un paio di vasche ed una spugna che mi viene consegnata parzialmente inzuppata da una volontaria, quando siamo già sul fiume Ciane.
Me ne faccio una ragione e mentre dentro e fuori ribollo tra caldo e rabbia, ormai completamente deconcentrata, continuo la mia corsa nella speranza di rientrare presto nel centro abitato e poter finire.
A volte, sono i dettagli che fanno la differenza tra una gara e l’altra.
Oggi sarebbero bastati un paio di spugnaggi in più, qualche biscotto ed qualche spicchio d’arancia per rendere accettabili i ristori.
Se poi devo intendere le mezze maratone in città come un corso di sopravvivenza, io non ho nessun problema, abituata alle corse in montagna, sarà sufficiente che la prossima volta mi avvisino e con me porto rifornimenti e camelback.
Corro da due anni e mezzo e di gare ne ho fatte quasi 60.
Le maratone e le ultra non sono mancate, anzi. Come tutti sanno corro per divertirmi, ma non per questo sono poco attenta al livello tecnico ed organizzativo delle gare.
La Sicilia podistica non riesce a crescere e questo per noi è un grave handicap. Viviamo su un’Isola splendida, piena di risorse e bellezze di ogni genere. I nostri paesi sono carichi di cultura e le nostre tradizioni sono importanti, potremmo essere il cuore del turismo italiano eppure di turismo ne capiamo pochissimo. Incapaci di sfruttare ciò che il nostro territorio ci offre, lo denigriamo. Io non so quale sia il motivo per cui gli organizzatori abbiano scelto un percorso così avvilente e continuano a riproporlo anno dopo anno.
Maratonina Eppure Siracusa offre scenari da favola. Percorrendola con la mia macchina pensavo: “si poteva passare da qui, e poi proseguire li, andare la” e così via. Si sarebbe potuto passare davanti al famosissimo Santuario della Madonna delle Lacrime, un po’ come alla maratona di RoMa si passa davanti alla Basilica di San Pietro. Ma non sarà forse che gli organizzatori dirottano la maratona verso la periferia della città, in aperta campagna, tra il nulla e la desolazione solo per non dare fastidio al cittadino/automobilista della domenica?
In alcune occasioni mi è bastato superare lo stretto di Messina e finire “nel continente” per vedere che le cose sono differenti.
Ho partecipato a gare di importanza mondiale come la 100 km del Passatore e alla Maratona di Roma. Gare organizzate nei minimi dettagli, dove nulla è lasciato al caso. Dove pacco gara, ristori e percorso sono eccellenti. Ma non parlo solo delle grandi città, ovviamente: i confronti sarebbero insostenibili: Ma, dedicandomi anche ai piccoli centri come Putignano e Banzi dove vengono organizzate gare di ben 6 ore che fanno invidia alle più blasonate città, spiccano le differenze rispetto al modo in cui sono organizzate certe gare nostrane. Quelle sono gare dove la popolazione locale è felice dell’evento che sicuramente da loro lustro. Per il resto non mi sono spostata oltre e quindi non posso fornire altri termini di paragone. Ma la Sicilia, in questi anni di gare, l’ho girata in lungo ed in largo, iniziando dalle gare corte che trovo sempre molto ben organizzate, passando per le maratonine e le maratone e finendo con le ultra.
Ebbene, la maratona di Ragusa è forse l’unica, organizzata in massima economia, che vanta un percorso molto bello e ristori organizzati. Le altre –a parte i ristori di Siracusa- le ho trovate davvero deprimenti. A Messina 42 km di sola acqua.
A Siracusa se non stai attento incappi nell’errore del Giudice di Gara e fai 6 km in più.
Altre città come Catania 
negli ultimi 2 anni non se la sono sentita di organizzare neppure una misera maratona. A Palermo la maratona di quest'anno è stata in forse sino all'ultimo per poi essere recuperata in extremis.
E vabbè ! Eppure, al di la di tutto questo, io apprezzo e stimo chi in qualsiasi maniera si prodiga e si fa in quattro per organizzare le nostre gare.
Molti dei miei amici fanno parte dei comitati organizzatori e conosco bene le difficoltà e l’infinita burocrazia. Ho stima di loro e sono pronta, con qualsiasi mezzo a mia disposizione a dar loro una mano.
Ma quello che non accetto è il popolo non-podista - non sportivo, anzi anti-sportivo - che vive la nostra isola. Il giorno in cui ho corso la Maratonina di Archimede, quasi giunta al 18° km, sudata, stanca, al sotto delle miei possibilità ed in evidente difficoltà mi trovavo ad un incrocio che dalla periferia portava al centro fino all’arrivo. Un incrocio presieduto da una vigilessa che prontamente ha fermato il traffico per permettermi di passare in sicurezza.
E mentre lei mi sorrideva, un automobilista di mezza età, panzuto e col doppio mento che quasi sfiorava lo sterzo della sua macchinona si sporge, esce la testa dal finestrino. Conscio che se io avessi attraversato alla svelta la distanza che c’era tra me ed il runner che mi stava dietro gli avrebbe dato la possibilità di passare, mi urla senza ritegno: “Se ti sbrighi forse io passo!”. Per carattere io mi infurio facilmente, prendo fuoco ed il mio temperamento impulsivo mi fa dire e fare cose che spesso a freddo non farei non direi. Non nego che mi sarei fermata li, piantata come un palo sull’asfalto sputandogli in faccia quello che in quel momento pensavo di lui. Ma la voglia di finire la mia gara, la razionalità - nonostante la stanchezza - hanno fatto si che io continuassi la mia corsa senza rispondere a quell’uomo maleducato ed impaziente.
L’ignoranza mi spaventa sempre ed anche molto. E’ possibile che quell’uomo e tutta la moltitudine di automobilisti che suonavano il clacson durante la gara non si rendano conto che noi tutti oggi siamo stati una risorsa per Siracusa?
Siamo stati una ricchezza. Ognuno dei 650 runner oggi ha contribuito a far girare l’economia della loro città. Abbiamo acquistato i pettorali, abbiamo frequentato B&B, pizzerie, ristoranti, bar, negozi. Abbiamo pagato il parcheggi delle nostre automobili, acquistato prodotti locali, riempito i serbatoi delle automobili. Insomma, oltre al nostro sudore abbiamo lasciato molto di più a Siracusa.
Se solo ognuno di noi riuscisse a veder oltre il proprio naso, il proprio scruscotto saremmo tutti un po’ più ricchi.
Ma ovviamente queste sono solo le mie considerazioni. Considerazioni di una donna podista che ha intenzione di far crescere e migliorare questo stupendo sport.
Mia cara Siracusa, ci rivedremo a gennaio, per la maratona e, chissà, magari stavolta riuscirai a non schiaffeggiarmi come sempre fai!

 

 

Foto di Claudio Chines

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14 novembre 2013 4 14 /11 /novembre /2013 19:32

100 km delle Alpi 2013 (5^ ed.). Ultra e matrioske, ovvero persone comuni che compiono imprese non comuni(Maurizio Crispi) Oltre ai top runner che rappresentano la punta di diamante delle ultramaratone nostrane, ci sono tanti appassionati che vi si accostano solo per sperimentarsi e per provare l'eccitazione delle ultradistanze (assieme alla fatica), ma che,in vista della ricompensa finale (che è il traguardo, ma non solo) le affrontano come una bella avventura che rappresenta la rottura rispetto al quotidiano e alla routine.
E sono, il più delle volte, persone comuni che si trovano ad affrontare esperienze non comuni.
Il tutto condito dalla dimensione del viaggio necessario per raggiungere un posto spesso lontano da casa: un viaggio che fa da contenitore al "viaggio" che è quello della gara, dal momento dello start al momento in cui si taglia il traguardo finale.
Andare per ultramaratone è come organizzarsi un sistema di vita come le matrioske, che sono costituite da una serie di bambole cave ciascuna delle quali ne contiene una più piccola e che è asua volta contenta in una più grande. Sino ad arrivare a quella più piccola di tutte che ne rappresenta il nucleo pieno.

Sicuramente ciascuno di coloro che vanno per ultramaratone va alla ricerca di un nucleo solido centrale e ognuno sicuramente avrà il suo personale che è dato dal nucleo duro (the innest core) dei personalissimi significati che ciascuno attribuisce alle sue esperienze di ultramaratone.

Sicuramente possiamo identificarne con facilità i tre strati più esterni che sono rappresentati dalla vita ordinaria, dalla dimensione del viaggio per raggiungere il luogo di una gara e la gara stessa che è un vero e proprio viaggio nel viaggio, ma che è anche metafora della vita con i suoi alti e bassi, con i suoi momenti di stanca e quelli di esaltazione, con l'euforia e l'eccitazione che si alternano a momenti di crisi e di sconforto: e sempre si tira avanti, cercando di non rimanere a margine.

Queste riflessioni mi sono venute in mente, guardando il videoclip realizzato dal siracusano Vincenzo Altamura sulla sua recent esperienza alla 100 km delle Alpi da Torino a Saint Vincent 2013: un video che potrebbe essere intitolato "Da Siracusa a Saint Vincent e ritorno"


Il video, realizzato artigianalmente, è un piccolo esempio del fatto che una gara podistica "ultra" non è mai soltanto una gara, ma che può diventare un'esperienza di vita che, a volte, ci cambia nell'intimo.
Ed anche del fatto le corse di ultradistanza non sono solo gare per i top runner, ma occasioni per persone comuni che si cimentano in un'impresa non comune, scommettendo contro se stessi e avendo il gusto di portare avanti una sfida personale, divertendosi anche e utilizzando lo sguardo disincantato e meravigliato del viaggiatore...
Anzi, mettendo il divertimento al primo posto.
E sono le persone comuni che compiono queste imprese non comuni ad avere il vero carsima nel propagare il Verbo dell'Ultramaratona. 

Ecco il video

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9 novembre 2013 6 09 /11 /novembre /2013 07:09

Riflessioni di un(a) podista a oltranza infortunato(a) … (Lara La Pera)Lara La Pera ci ha inviato un breve scritto "su quello che le frulla per la testa in un periodo di astinenza dalla corsa e dai suoi soliti ritmi di allenamento fatti di medi, ripetute, lunghi, salite e gare". Dopo aver corso la Maratona di Venezia, ma già rallentata da qualche piccolo acciacco, il suo corpo ha detto "Basta!" e lei, ascoltando il messaggio che il suo corpo le inviava, ubbidiente e ragionevole si è fermata. Poco importa che, forse, dovrà rinunciare alla Maratona di Firenze alla quale si era già iscritta o, in alternativa, parteciparvi come ad una passeggiata... 

"In queste ultime settimane, durante la preparazione per la maratona di Venezia e poi quella di Firenze (alla quale credo dovrò rinunciare) - dice Lara - il mio corpo ha detto STOP e adesso devo proprio ascoltarlo abbassando notevolmente i ritmi".

La corsa - come anche la pratica di molti altri sport - deve essere essenzialmente equilibrio psico-fisico ed armonia interiore. E' insalubre mantenere un disequilibrio, qualora questo si manifesti, e continuare ciecamente ad allenarsi come se nulla fosse. I segnali del corpo e della mente vanno ascoltati: e occorre mettersi a riposo. Ed è illusorio pensare che delle terapie mirate per quanto abili, interventi fsioterapici ed altro, per non parlare dell'assunzione di farmaci selvaggi, possano risolvere il problema: lo possono minimizzare e ridurre, ma poi occorre attendere che la vis sanatrix naturae faccia il suo corso.  E intanto si può sempre fare altro ed imporre alla mente nuove prospettive enuovi vertici di osservazione.

 

Riflessioni di un(a) podista a oltranza infortunato(a) … (Lara La Pera)(Lara La Pera) Nelle ultime 5 settimane sono stati più i giorni in cui non ho corso che quelli in cui ho corso. In 7 anni di “onorata carriera podistica” non avevo mai avuto un infortunio cosi lungo e fastidioso… perchè ti lascia correre, un’oretta, piano piano, si fa sentire ma non ti blocca… Ma il risultato è che non se ne va più.
E ogni volta che cadi in tentazione e aumenti il passo, sono giorni in più in cui lui resterà con te!
Io ormai col mio infortunio ci parlo!
Ovviamente gli dico solo cose brutte… molto brutte!
Lui mi risponde sempre che non mi lascia per colpa mia, perchè non ho avuto pazienza.
La pazienza (che si traduce in riposo) lo annienterebbe definitivamente.
Così ho deciso di stringere di nuovo i denti e fermarmi per l’ennesima volta.
Ma è faticoso più degli ultimi 10 km di una maratona! E mentre i muscoli delle gambe si riposano,  sfogo il mio inarrestabile bisogno di muovermi nuotando: le braccia girano, le vasche si susseguono…una, due, tre….81,82,83….100… e faccio correre la mente.
Per la prima volta in 7 anni mi sono fermata e mi sono resa conto di come la corsa sia diventata parte integrante del mio essere.
Privarmene non influenza il mio umore, perché non sarebbe giusto…
Nella vita ci sono problemi ben più seridi un banale problema muscolare e un sorriso o un atto di gentilezza non si negano a nessuno. Peggio: la privazione dalla corsa si è insinuata nei miei ritmi fisiologici.
Dormo malissimo e non ho appetito… Mangio perché a 37 anni non si possono fare cazzate.
La corsa in questi anni è diventata il mio sonno, il mio cibo, il mio equilibrio.
E’ arrivata nella mia vita in un momento di grande dolore, mi ha aiutata ad accettare e ripartire… Come dice una canzone che mi piace tanto “invece di morire ho imparato a respirare”.
E chilometro dopo chilometro mi sono ritrovata ad un traguardo che senza di Lei e senza l’amore di Roberto non avrei raggiunto: la serenità.
Adesso che la corsa è diventata un modo per vivere con gioia e per stare con persone splendide, quando non c’è mi manca!
Non mi manca l’adrenalina delle gare: quella tornerà presto, di gare ne farò ancora tante (spero!): montagna, asfalto non cambia nulla …l’importante è divertirsi
Mi manca il suo esserci nelle mie giornate fatte di lavoro, casa, spesa, cucina.
Mi manca svegliarmi la mattina senza sentire quel dolore subdolo che si è affezionato a me, indossare le mie scarpette e correre verso una nuova giornata.
Questo mi manca tanto.

A prestissimo, Corsa!

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30 ottobre 2013 3 30 /10 /ottobre /2013 06:58

Maratona La Maratona "Città di Palermo" che quest'anno giunge alla sua 19^ edizione e che si celebrerà il 17 novemmbre 2013, dopo una serie di dichiarazioni ufficiali (con tanto di comunicato stampa) che hanno detto il contrario, distogliendo tanti podisti dal prenderla in considerazione nel loro carnet di gare di fine anno.

All'ultim'ora viene detto il contrario e la Maratona di Palermo rispunta dal cappello del mago (in  questo caso, da quello del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, per il tramite dell'Amministrazione comunale, ha reso noto agli organizzatori che il finanziamente per la manifestazione sarebbe stato erogato, solo nel caso che nel palinsesto fosse mantenuta anche la 42,195 km (un piccolo, inspiegabile, ricatto) 

Alcuni si chiedono se questo ripensamento dell'ultima ora potrà incidere sulla qualità della Maratona.

Probabilmente no, poichè eiste già un impianto organizzativo sperimentato da anni di precedenti esperienze. Si sarebbe dovuta fare comunque la Mezza su di un giro unico e, quindi, si stava già lavorando con ampio anticipo all'impianto organizzativo per gestire il giro unico della Mezza.

Questo ripensamento dell'ultim'ora potrà, probabilmente, giovare alla qualità organizzativa dell'evento: una delle remore maggiori, oltre alla precarietà dei finanziamenti erogati, era stata la forte difficoltà nel mettere assieme l'esigenza di far viaggiare in una accettabile sicurezza i maratoneti nel loro secondo giro di 21 km e di garantire la viabilità cittadina ad un livello sostenibile (del resto, questo è stato sempre a Palermo specialmente un annoso problema). Specie, perchè, in ragione di questa marcia indietro, rispetto a quanto annunciato precedentemente, i partecipanti alla Maratona saranno sicuramente pochi, aggiungendosi il fatto che la data della Maratona di palermo è stretta tra due eventi di Mezza Maratona, valevoli entrambi come prova di Grand Prix regionale di Corsa su strada, di cui "spuntata" improvvisamente in calendario.

La difficoltà la si è risolta, spostando partenza e arrivo allo Stadio di Atletica Leggera di Palermo e decidendo di far correre la seconda metà della Maratona all'interno del Parco della Favorita in un circuito di circa 10 km da ripetere due volte.

Salvatore Gebbia, organizzatore della Maratona di Palermo è naturalmente molto amareggiato per tutto questo e si è trovato tra capo e caollo un articolo gratuitamente ironico di gery Palazzotto, comparso a stampa su repubblica, in cui si fa un raffronto tra la Maratona di Amsterdam (recentemente disputata) e quella di Palermo. Ma come si può? Non si possono mettere a confronto, eventi che sono su ordini di grandezza totalmente diversi e che, per di più, sono supportati da una "civiltà dei costumi" totalmente diversa.

Le valide considerazioni di Elena Cifali vanno comunque attentamente lette e meditate: ha ragione lei le cose devono essere pianificate, sempre, e attentamente messe in esecuzione, tenndo conto delle esigenze dei maratoneti che, per molteplici motivi, progettano in anticipo e che non sono come bandieruole che seguono i capricci del vento. 

(Elena Cifali) La settimana scorsa, a sorpresa, viene comunicato che la Maratona di Palermo si farà! Sono rimasta a bocca aperta: questi si svegliano la mattina e organizzano una maratona, ci sarebbe da dire bravi ma non è proprio così.
Mi spiego.
Leggevo un interessante (come sempre) articolo del Prof. Pino Clemente sul suo blog: “La maratona di Palermo si farà!” ed il mio stupore si faceva sempre più grande. Sembra che la Maratonasia stata fortemente voluta dal Sindaco Leoluca Orlano che ha persuaso e convinto il patron della Maratona Salvatore Gebbia (questo è quel che si legge sull’articolo di Clemente).
Ma io continuo a rimanere perplessa: che io sia un'amante delle lunghe distanze non è mistero per nessuno. Più sono lunghe e più mi diverto, più soffro e più godo.
11 tra maratone ed ultra nel solo 2013 (che però non è ancora finito).
Però, la maratona di Palermo la salterò.
La salterò per un duplice motivo.
Il primo sta nel fatto che ho già preso un impegno e nello stesso giorno correrò lo spettacolare Ecotrail della Milia sull'Etna (che sicuramente mi regalerà fortissime emozioni).
Il secondo motivo sta nel fatto che una maratona organizzata in così breve tempo mi pare un pochino "arrunzata".
Maratona Le cose fatte all'ultimo momento, le novità, così come le sorprese non mi sono mai piaciute e mai mi piaceranno. Mi dispiace per quanti si stanno prodigando per la buona riuscita dell'evento ma non credo che questo sia il modo giusto e proficuo per far crescere lo sport in Sicilia, anzi l'aria di ridicolo che lo circonda è deleteria. Perdonatemi la schiettezza ma io peli sullo lingua non riesco ad averne, li riservo per lo stomaco!!! Mi faceva notare proprio Salvatore Gebbia che chi non ha mai organizzato una manifestazione su strada è difficile che sappia veramente delle difficoltà da superare e dei problemi da risolvere per mettere in sicurezza i podisti che attraversano decide e decine di incroci: e poi ci sono le transenne, le ambulanze, i ristori, gli spugnagli, i pacchi gara ed un’infinità di altre incombenze.
E tutto questo io lo capisco benissimo ed ho grande stima per chi si prodiga per far crescere lo sport.
E' difficile organizzare una maratona come si deve.
Nei miei pochi anni di attività podistica ho partecipato a gare di tutti i tipi, dalla pista alla 100 km, quindi penso di poter esprimere il mio parere/opinione.
Non riesco proprio a capire perchè in tantissime città italiane, ben più piccole di Catania e Palermo si organizzano maratone coi fiocchi, mentre qui da noi in Sicilia ciò non è possibile.
Quest'anno alla Maratona di Messina eravamo poco più di quattro gatti, solo 4 donne ! I ristori erano pochi e di sola acqua, neppure un bicchiere di sali, dei solidi nemmeno l'ombra. Dimenticai a casa le miei barrette e il solo biscotto che mangiai in 42 km me lo offrì un “panzuto” infermiere che stazionava davanti l'ambulanza.
E non venitemi a dire che si dovevano attraversare 100 strade perchè ripetemmo il percorso di 10,500mt per 4 volte.
Alla Siracusa City Marathon ogni anno c'è almeno un maratoneta che invece di fare 42 km ne fa 48 perchè non viene spuntato dal giudice di gara nell'anello che si deve ripetere due volte.
La Maratona di Ragusa, la più spartana di tutte, è anche quella più economica e quella meglio organizzata: eppure in pochissimi la conoscono!
Mi dite dove sbagliamo? Vogliamo parlare di organizzare il percorso, così facciamo contento Gebbia?

Ho partecipato alla 6 ore di Putignano e alla 6 ore di Banzi, la prima su un percorso di 1.200 mt e la seconda su un percorso di 2.000 mt da ripetere x volte in 6 ore, qualcosa di inpensabile per i fanatici del giro unico, eppure i partecipanti non sono mancati.

Tutte e due organizzate nei minimi particolari, nessun neo. Nessuna sbavatura, non sul pre-gara, non sul percorso, non sul post-gara. Finchè nelle città Sicule i maratoneti devono sopportare gli insulti dei cittadini maleducati e non sportivi nulla potrà cambiare. Come si può pretendere che qualcuno arrivi da altre parti d'Italia a correre una maratona che nasce dal nulla 45 giorni prima?

Come si può pretendere che questo “qualcuno” dopo avere speso soldi, tempo ed energia, come premio per la sua fatica riceva insulti e sputi come successe a me durante la mezza di Catania?
Peccato, la maratona di Palermo l’avrei proprio voluta correre, ma ormai sono iscritta ad altra gara.

Tanti miei amici, sapendo che Palermo non si faceva, hanno iniziato una tabella di preparazione che li porterà direttamente a quella di Siracusa. M
i dispiace, ma le manifestazioni serie vanno programmate, organizzate e pubblicizzate molto ma molto tempo prima perchè non tutti sono capaci di correre una maratona dietro l'altra senza costruirla per mesi e mesi.

Questo bisognerebbe spiegare al Sig. Leoluca Orlando e se vorrete io ne sarò ben lieta.

Buona maratona!

 

Foto di Maurizio Crispi

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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Articoli pubblicati 4259


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